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Sindaco Celani su Pai, Fermo, Professioni

San Benedetto del Tronto | Il Sindaco ritiene ancora "una jattura" la scissione del territorio in due province.

di Carmine Rozzi

Il Sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani.

Il Sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani era uno dei quattro importanti relatori intervenuti alla Conferenza sulla “Riforma delle Professioni” tenutasi all’Auditorium del Comune di San Benedetto. Un intervento breve ma significativo il cui sunto apre questa nostra intervista:

La situazione per il settore delle professioni nella nostra provincia?
“Per quanto riguarda le linee principali sono identiche a quelle esistenti sul territorio nazionale. C’è il problema che riguarda la riforma degli ordini e delle competenze. E soprattutto c’è da fare chiarezza su queste ultime figure professionali che sono uscite fuori dalla riforma universitaria. Ovvero, i famosi “junior”, che in tutte le professioni sono state normalmente inquadrate.

Al di là di queste problematiche, che sono strettamente giuridiche e che mi auguro il governo ci metta mano prima possibile, esiste un altro aspetto molto importante che è quello delle società fra i professionisti. Noi siamo fortemente penalizzati , anche nel nostro territorio. Vediamo arrivare società di professionisti che vengono dall’estero e che possono mettersi sul mercato a discapito di quelle nazionali e proviciali che non hanno niente da invidiare a quelle straniere. “

Quindi la riforma attuata a Bruxelles presto dovrà avere attuazione anche in Italia….
“Certamente noi professionisti ed amministratori  lo aspettiamo da anni. Facendo questo noi amministratori locali avremo dei nuovi interlocutori con i quali interagire per uno sviluppo dinamico, qualificato e professionale del territorio.”

Ultimamente è stato fatto rilevare che, delle Quattro autorità di Bacino esistenti nelle Marche, solo quella del Tronto non ha ancora attuato un Piano Funzionante….
“Per la Valle del Tronto questo Piano esiste. E’ stato portato all’attenzione solo in questi ultimi mesi. Tant’è vero che la data di scadenza  per le dovute osservazioni è stata fissata per il 18 ottobre.  Ci stiamo lavorando tutti nella consapevolezza che questo Piano è molto importante per quanto riguarda la tutela per il nostro territorio, in particolar modo la Valle del Tronto ricordandoci  i danni provocati nel corso degli anni. Ma ci lavoriamo anche nella consapevolezza che questo deve essere anche uno strumento di sviluppo e non penalizzante per la crescita di questo territorio. Mi auguro che tutte le componenti che si troveranno a lavorare intorno a questo problema abbiano in mente questa consapevolezza.”

Siamo ormai ad un anno dalla scissione di Fermo. Come questo ha influito sulla nostra Provincia dal punto di vista socio-economico ?
“Ancora gli effetti non li vediamo. Ma,  se mi è consentito, ho sempre definito questa scissione una jattura per la nostra provincia. L’ho fatto in tempi non sospetti, già dal 1999 quando gli amici fermani iniziarono a lavorare intorno al progetto. Oggi, per operare, occorre “comunque” farlo su zone vaste. Bisogna “comunque” mettere in rete le energie e le risorse che una area vasta può avere. Non possiamo rinchiuderci a spalmare sul nostro territorio le poche risorse che ciascuno ha; sulla Val d’Aso sulla Valle dell’Esino e, a maggior ragione, su quella del Tronto.

Questa non è una politica che porterà molto lontano. Credo e mi auguro che se collaborazione  non c’è stata, essa possa cominciare in futuro. Non si è lavorato  quando si era separati in casa. Mi auguro che lo si faccia ora che siamo “divorziati”; con più serenità e ragionevolezza. Anche perché si rischia di depauperare un patrimonio di grandi risorse. Mi auguro che non si vada in collisione per quanto riguarda il sistema delle infrastrutture. Quindi gestire questo sistema in modo unitario di modo che tutta la parte sud delle Marche possa avere un adeguato sviluppo collegandosi alla parte nord dell’Abruzzo  per reggere così la concorrenza dei territori  confinanti.”

Cooperazione anche dal punto di vista sanitario…
“Mi auguro naturalmente che nel settore sanitario si abbia questa collaborazione  lasciando da parte i campanilismi per fare i così detti ospedali di eccellenza. Quindi che non ci si metta a fare una guerra tra poveri. Mettiamoci intorno da un tavolo per discutere un piano comune onde localizzarli in posizioni strategiche.”

24/09/2005





        
  



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