Un artista poliedrico, una mente geniale, un talento straordinario, capace di esprimersi in molteplici diverse forme d’espressione, e sempre lasciando l’impronta inconfondibile della propria creatività.  Era questo Alberto Spadolini, figlio delle Marche, dimenticato dall’Italia e realizzatosi pienamente in Francia, dove conquistò un successo eccezionale prima come ballerino, poi come coreografo, attore, regista, pittore, scultore.

 

Il grande artista, nato a Fermo nel 1907 e spentosi a Parigi nel 1972, è stato protagonista di un incredibile scoperta. Proprio in una soffitta della sua città natale, un insegnante ha ritrovato pezzi unici risalenti agli anni ‘30. Una serie unica di articoli, depliant, foto, manifesti, a ripercorrere la grande carriera di Spadolini, gli incontri con grandi protagonisti del suo tempo, i successi nei teatri d’Europa. Spadolini lasciò le Marche in cerca di fortuna ancora minorenne. Approdò a Roma, lavorando per qualche mese come scenografo. Poi il grande salto verso la capitale transalpina, un periodo da decoratore, poi l’esordio nella danza, come ballerino e coreografo. In questo campo, tanti i successi, per un artista molto apprezzato da Marlene Dietrich, Paul Valery, Maurice Rostand. Su tutti i suoi lavori, spicca l’interpretazione e la realizzazione delle coreografie per il Bolero di Ravel.

 

Negli anni successivi, Alberto Spadolini si allargò ad altre forme d’arte: fu protagonista di film e documentari, si dedicò alla regia, fu adattatore di dialoghi per alcuni film di Alexander Korda, incise un disco come cantante. Si dedicò anche al restauro di vari castelli e ville, nella Loira come nelle Marche, e si realizzò anche come pittore, spesso ritraendo paesaggi della sua terra natale, in particolare Fermo e il Conero. 

 

Da dicembre, la sua Fermo gli dedicherà un’esposizione a Villa Vitali, i cui interni furono decorati proprio da Spadolini negli anni ’50. Con gli oltre duecento documenti ritrovati, tra foto, articoli e manifesti, arricchiranno la collezione 50 dipinti realizzati dall’artista, alcune sculture, scenografie e filmati d’epoca e il costume originale indossato dal danzatore fermano nell’interpretazione del Bolero. Una mostra il cui pregio è impreziosito dal patrocinio delle Ambasciate di Francia e Svezia, e della medaglia ricevuta dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Un omaggio doveroso ad un grande marchigiano di ieri, sperando che la sua memoria non finisca più a prendere polvere in una vecchia soffitta.