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L’architettura in terra cruda nelle Marche

| RECANATI - il libro che ha preso spunto dalla tesi di laurea dall’architetto recanatese Paolo Canullo è stato presentato in occasione della giornata europea per il patrimonio.

di Mauro Nardi

architettura in terra cruda nelle marche.

Ha visto la sua tesi di laurea trasformarsi in un libro, patrocinato niente meno che dal Ministero per i Beni e le attività Culturali e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche. Il grande lavoro dell’architetto recanatese Paolo Canullo, laureatosi presso l’Università degli Studi di Firenze lo scorso novembre è sfociato quindi in un’opera che prende il titolo di  “Architettura in terra nelle Marche”, presentata lo scorso settembre nella Rocca Roveresca di Senigallia, proprio in occasione della giornata europea del patrimonio.

Una grande soddisfazione quindi per il giovane neolaureato, animato  dalla chiara e decisa intenzione di riportare a galla una realtà troppo spesso dimenticata, con l’obbiettivo finale di lasciare  un’importante testimonianza di tecniche costruttive che fondano le loro radici sull’intero territorio marchigiano. Il libro infatti raccoglie una lunga serie di schede dettagliate di abitazioni realizzate in terra cruda, presenti nelle quattro province della regione e scovate una ad una dall’intrepido Paolo che, assieme ad un suo compagno di corso, il  cameranense Francesco Bravi, nell’estate del 2003, si è girato in lungo e in largo l’intero territorio, armato di cartografie, mappe, binocolo e macchina fotografica.

Un impegno da certosino, che però ha regalato i suoi generosi frutti, riuscendo a individuare oltre 240 testimonianze di abitazioni realizzate con la tecnica della terra cruda. “Alcune di loro- ci dice Canullo- le abbiamo trovate in stato di rudere, mentre altre erano in buono stato e addirittura abitate. Le province che presentano il più alto numero di case in terra cruda sono quella di Macerata, che ne conta ben 111 e quella di Ascoli Piceno, dove ne abbiamo trovate 100. Un numero che diminuisce sensibilmente nell’anconetano e nel pesarese,  rispettivamente con 23 e 11 presenze. Anche il territorio recanatese- continua l’architetto- era ricco di queste abitazioni. Esse fiorivano soprattutto tra la vallata del Musone e la zona di Montefiore-Bagnolo ma, purtroppo, nel tempo sono state demolite o sostituite con case in mattoni”.

Un patrimonio dunque da tutelare, attraverso vincoli, come quello emesso per l’intero quartiere di Borgo Ficana a Macerata “Agli inizi degli anni ottanta- ci racconta Canullo- è stata vincolata la prima abitazione in terra cruda delle Marche, la casa Cantini-Perlini, situata ad Ostra Vetere. Un’attivita che è poi proseguita e spero continui a lungo perché diventi un importante mezzo per non dimenticare il nostro passato”.

15/10/2005





        
  



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