Il Comune di Ancona, vieta la carne di pollo proprio ora che è sicura grazie alletichetta dorigine
| ANCONA Coldiretti Marche chiede di ritirare la deposizione
“Mi auguro che l’esempio del Comune di Ancona non venga seguito da altre amministrazioni a livello marchigiano, poiché significherebbe togliere dalle tavole un tipo di carne che proprio l’obbligo dell’etichettatura ha reso sicura, avallando un allarmismo che è assolutamente ingiustificato per quanto riguarda le produzioni italiane e regionali”.
E’ l’auspicio del presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, dopo che l’amministrazione dorica ha deciso di ritirare dalle mense scolastiche il pollo. “Una scelta giustificata con l’intenzione di tranquillizzare i genitori sul problema dell’influenza aviaria – continua –, ma credo che la tranquillità venga data da informazioni precise, non certo dall’assecondare psicosi.
Lo scorso lunedì è entrato in vigore l’obbligo dell’etichettatura d’origine delle carni fresche di volatili da cortile, il quale garantisce un controllo assoluto e rigoroso, anche dal punto di vista sanitario, sulla provenienza di quanto si va a mettere nel piatto”.
Paradossale, poi, il fatto che per sostituire il pollo si siano scelti coniglio e maiale. “Proprio i due tipi di carne per i quali non vige alcun obbligo di etichettatura – sottolinea il presidente di Coldiretti Marche -, nonostante da più di un anno chiediamo l’applicazione della legge n.204/04.
Insomma, invitiamo il Comune di Ancona a tornare sulla sua decisione, sulla base del fatto che i polli prodotti nelle Marche e in Italia sono sicuri. Altrimenti si rischia di alimentare ulteriormente la psicosi e far crollare ancor di più i consumi, con gravissime ripercussioni sul mondo allevatoriale regionale”.
Tra l’altro proprio oggi a Cernobbio è stato presentata un’indagine Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione.
Dai dati è emerso che il "virus dei polli" ha cambiato le abitudini di acquisto della maggioranza degli italiani (53 per cento) anche se rimane uno “zoccolo duro” di irriducibili (47 per cento) composto soprattutto da giovani di età tra i 18 e i 39 anni, residenti nei comuni di piccole dimensioni e laureati che non si lasciano influenzare. Va però sottolineato che il 67 per cento di coloro che hanno mutato indirizzo acquista comunque ancora carne di pollo, ma solo se italiana.
Un risultato che - sottolinea la Coldiretti - conferma l'importanza di una campagna informativa corretta ed approfondita per evitare la diffusione di allarmismi che rischiano di favorire comportamenti irrazionali.
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21/10/2005
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