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L’acqua: bene pubblico e patrimonio dell’umanità.

Ascoli Piceno | Questo il leit motiv del convegno “Acqua, risorsa dai mille volti”, in occasione della giornata finale di celebrazione del 50° anniversario dell’Acquedotto Pescara di Arquata.

di Stefania Mistichelli

L’acqua bene pubblico  e patrimonio dell’umanità. È stato questo il leit motiv del convegno che si è tenuto, presso l’Auditorium del Polo Culturale S. Agostino, in occasione della giornata finale delle celebrazioni legate 50° Anniversario dell’Acquedotto del Pescara di Arquata.

Titolo del convegno Acqua, risorse dai mille volti; illustri i relatori intervenuti che hanno affrontato la tematica da ogni punto di vista: nutrizionale, artistico-architettonico, infrastrutturale, ambientale, culturale e politico.
Arduo il compito del moderatore, il noto volto televisivo Federico Fazzuoli, che a fine lavori si è anche trovato a dover calmare gli animi degli intervenuti, un po’ troppo scaldati dalla ormai annosa questione dell’imbottigliamento voluto dal Sindaco di Arquata.

Ma a parte il fuori programma finale, come si diceva il convegno è stato di altissimo livello. Fin dall’introduzione di  Fazzuoli il respiro dei lavori è stato di tipo internazionale. “L’Acqua – spiega – è un problema mondiale di fondo, già motivo di antiche guerre, basti pensare alle alture del Golan. È un bene fondamentale di tutti, di cui ognuno dovrebbe poter disporre gratis”. “Festeggiamo oggi l’acqua – ha affermato il presidente della Provincia Massimo Rossi – un bene limitato, il cui ciclo va rispettato soprattutto quando parliamo di approvvigionamento. È fondamentale recuperare una cultura dell’Acqua che dovrebbe concretizzarsi in un quadro normativo organico, che unisca in un Testo Unico le norme sulla tutela delle Acque, lo studio delle risorse disponibili, i diritti umani, per arrivare ad una pianificazione della domanda, tenendo conto dei limiti naturali”.

E di riordino della legislazione in tema ambientale a parlato l’ing. Enrico Cavizza, consigliere tecnico del Sottosegretario alle Infrastrutture On. Silvano Moffa. Grazie infatti ad una direttiva europea dello scorso anno si comincia a fare chiarezza, fissando per esempio il principio “chi inquina, paga”. Principio che a livello nazionale recepisce la legge delega n.308/2004, che fissa alcuni principi chiave in tema di riordino, coordinamento e integrazione della legislazione in materia ambientale, tra cui la promozione del risparmio idrico, la messa in opera di interventi diretti di tutela idrica di superficie e sotterranea, la piena attuazione della gestione del ciclo idrico integrato.

Forte e incisivo l’interventi del Prof. Emilio Molinari, Vice Presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale sull’acqua. “Alla nostra generazione – ammonisce Molinari – è affidato il compito di ricostruire una nuova dimensione della politica e ricostruire un nuovo contratto del vivere assieme; la grande partita è che l’acqua sia un diritto per tutti, non solo per coloro che possono pagare, e su questo formare i cittadini e le nuove generazioni. Se non si arriva a questo, siamo destinati a confliggere eternamente tra noi, e a costruire una brutta storia per il nostro pianeta”.

Di guerre per l’acqua parla anche il prof. Torquato Nanni, ordinario di geologia applicata presso l’Università degli Studi di Ferrara. “Non si è mai fatta in Italia una politica delle acque, quanto piuttosto un accaparramento delle stesse – accusa Nanni – e già si consumano guerre tra Comuni montani e quelli della zona costiera”. Il problema secondo l’idrogeologo sta nel come gestire questa risorsa, di cui in realtà si sa molto poco. “La maggior parte delle ricerche fatte in questo campo provengono dal Gruppo Nazionale Grandi Catastrofi della Protezione Civile, che rischia ora di scomparire perché il governo italiano non finanzia più la ricerca idrica; a tutt’oggi non abbiamo una cartografia aggiornata delle reti acquifere”.

Da qui l’importanza di una gestione unitaria di una risorsa da cui la vita non può prescindere. “L’acqua è il principale alimento – spiega la dietista dott.ssa Paola Nanni – che oltre a portare nutrimento è uno straordinario solvente, nel senso che ripulisce le cellule dalle scorie”.

Questo il grande ruolo della politica oggi. Gestire un bene primario come l’acqua ponendo le basi di una reale democrazia partecipata su una questione che, sotto gli occhi di tutti, viene a galla in tutta la sua emergenza.

È per questo che vorremmo non aver assistito all’involuzione del dibattito a fine lavori, degenerato a male parole quando si è toccata la questione dell’imbottigliamento delle acque della sorgente Azzurra di Arquata. Non avremmo voluto assistere ad un così pietoso finale, infine abilmente gestito e risolto dall’affabilità e dalla fermezza del moderatore Federico Fazzuoli.

A chiudere il convegno , l’appello, pacato ma deciso, di Paolo Nigrotti, presidente della Ciip Spa. “Confrontiamoci serenamente e cerchiamo di risolvere i problemi uniti, perché è solo con l’unità che gli amministratori di cinquanta anni fa sono riusciti a realizzare un'opera che sembrava irrealizzabile come quella dell’Acquedotto di Arquata, che ancora porta l’acqua in tutta la provincia ascolana”.

I festeggiamenti, curati nell'organizzazione e comunicazione dalla bseventi, sono continuati nel pomeriggio in piazza del Popolo.

23/10/2005





        
  



3+4=
Il tavolo dei relatori al completo
Emilio Molinari, Paolo Nigrotti, Federico Fazzuoli

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