Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Repubblica televisiva. Fenomenologia di un impolitico

San Benedetto del Tronto | "Rockpolitik un risultato eccezionale: lo ha visto un italiano su due. A me sono piaciuti i testi, le canzoni, lo studio"

di Tonino Armata

Se ne sono sentite d’ogni colore, ancor meglio, di cotte e di crude, tanto da restare allibiti, addirittura scandalizzati. Non a Rockpolitik, non da Celentano, o da Santoro, o da Crozza, o da Cornacchine, o da Cugia, ma da parte dei dirigenti televisivi, dei politici (da ultimo è intervenuto anche il premier, nonché proprietario di Mediaset, per lamentarsi che “tutto il sistema della comunicazione, Tv e anche stampa, che dal 2001 sistematicamente attacca l’operato del governo e del presidente del Consiglio”), degli opinionisti, che scompostamente, spettinati e sudati, hanno sentito lesa la loro maestà servile perché qualcuno è riuscito a gridare, “Il re è nudo” senza che ci fosse un guardiano della sharia italica, con riporto o no, allenato a sovrapporre la sua chiacchiera alle parole, interessanti e perciò da rendere incomprensibili, degli altri.

E sì che giovedì 20 ottobre sera, non si è sentito nulla che già non si sapesse: l’editto bulgaro, la cacciata dei lestofanti colpevoli di fare il loro mestiere di giornalista o di comico, il nostro 77esimo posto, tra Bulgaria e Mongolia, per quel che riguarda la libertà d’informazione, il povero Silvio, il Prodi mortadella (par condicio non rilevata, perché ridicolizzare l’opposizione è normale), e in più le prediche non global e nostalgiche dell’Adriano. Allora perché si sono così indignati i sergenti della Casa delle libertà e loro seguaci, e hanno perso la testa, inscenando un teatrino autosatirico che neppure Fo, o Luttazzi, o Benigni, sarebbero riusciti ad inventare?

Perché per una volta, non hanno fatto finta di niente, non sono stati zitti, come, re della comunicazione, consigliava il capo del governo? Semplice: perché chi compra i giornali che hanno da tempo parlato di questi gravissimi eventi d’epurazione e censura, sono meno di 700mila persone a testata, mentre i telespettatori di Celentano, erano più di 11milioni, di cui è probabile che buona parte scoprisse per la prima volta certe impressionanti verità. In più non c’erano i melliflui conduttori di quei talk show che fan finta di non essere di parte, però invitano per la sinistra quelli che danneggiano e sostengono i confusi di destra con la presenza di belle cosce-lunghe che al momento giusto dicono la loro, riportando l’eventuale senso del dibattito al caos.

Rockpolitik ha interrotto questa prassi a lungo studiata, che dà ottimi risultati d’inutilità e sa rendere la politica così caotica e incomprensibile da doverla alternare con illuminanti trasmissioni su Marini-Cecchi Gori o Loredana-Al Bano: e anche questa è raffinata politica, perché queste buone star annebbiano con le loro disavventure teleprivate, i pensieri di chi ne ha già di sue, e gravi, e così si consola, senza ribellarsi. Abituati ad avere in pugno le televisioni private ma anche le reti pubbliche, abili nel nascondere e manipolare, si sono spaventati a morte, solo perché in tanti, a cominciare da Celentano, abbiano provato l’ebbrezza d’illuderci che la televisione si era finalmente liberata dall’avvilente bavaglio così stupidamente imposto.

E’ successo per una sera, speriamo non una sera sola: ma non perché come sostiene qualche scemo della televisione, si goda di sconfinata libertà, o come al contrario lamenta querulo il divino seguace sobillato si immagina dal suo affaticato consigliere politico, “Altro che cultura, altro che libertà, provo disagio a vivere in un paese in cui il confronto politico è così meschino!”: non perché in televisione comanda la sinistra che è stata cacciata ormai da anni, soprattutto non perché Celentano sia di sinistra, non lo è mai stato e non lo sarà mai, come non lo era Montanelli, come non lo è Biagi. Lui ha fatto solo il suo mestiere di autorevole intrattenitore nazionalpopolare, e nessuna logica ha mai escluso la politica dall’intrattenimento, tranne le censure tiranniche; tenendo poi conto che a poco a poco la politica sta scivolando via dai telegiornali, invasi da polli ammorbati (sempre quelli), da neonati nel cassonetto e da disgrazie epocali in altri continenti.

Ma poi resta lo stesso una spina nel cuore: in che abisso è precipitato questo paese se basta una trasmissione televisiva normalissima a sconvolgerlo, a far tremare chi teme (per così poco!) influenze elettorali (a proposito, ma i politici non avevano impegni più pressanti per l’Italia che guardare la Tv?). Certo nel teatro dove lo show è stato registrato si sentiva una grande eccitazione, l’attesa di un evento liberatorio, ed il pubblico presente (comunista? Terrorista?) ha accolto continue ovazioni, contentissimo, Celentano, i suoi ospiti, e tutte le battute che provocando tanta indignazione nella CdL, le stanno facendo fare una ben misera figura.

25/10/2005





        
  



5+4=

Altri articoli di...

San Benedetto

04/04/2025
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
12/10/2022
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
10/06/2020
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
27/01/2020
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
25/01/2020
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
19/01/2020
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
13/01/2020
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
10/01/2020
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati