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Valorizziamo il centro storico

Ascoli Piceno | La proposta dei commercianti sulla programmazione per l’anno 2006 delle deroghe alla chiusura domenicale e festiva per gli esercizi commerciali.

La posizione dei commercianti di Ascoli Piceno in relazione alle problematiche dell’apertura domenicale degli esercizi si pone al fianco delle esigenze della utenza, della volontà di valorizzazione della città di Ascoli Piceno, del suo sviluppo e della visibilità e fruibilità del suo centro storico.

Le potenzialità turistiche della nostra città, strettamente collegate al suo patrimonio storico monumentale e culturale, alla sua collocazione tra due parchi montani ed il mare, debbono ancora in gran parte essere valorizzate.

La effettiva valorizzazione di tali potenzialità passa attraverso la capacità della sua classe dirigente, complessivamente intesa, di coniugare in modo equilibrato l’ampio contesto territoriale con la vita del suo centro storico e con quella dei suoi quartieri in una concezione di fruizione della città non legata ad una visione meramente consumistica ma tendente a far riappropriare i cittadini, e coloro che vengono a visitare Ascoli Piceno, della domenica come giornata di svago, di conoscenza, di godimento confortevole delle realtà monumentali e storiche della nostra città.

È in questo contesto che può esserci un reale e duraturo sviluppo delle attività commerciali e che si pongono le premesse per un efficace loro adeguamento.
Sono proprio i commercianti dunque ad esprimere un netto dissenso rispetto ad una miope tendenza, meramente consumistica, della capacità di attrattiva della nostra città, cui si collega la richiesta di apertura per tutti i giorni festivi, della grande distribuzione verso la quale le istituzioni troppo spesso sono molto disponibili ad assecondarne le richieste sostanzialmente consumistiche, cosa questa che certamente contribuisce a fagocitare ogni tempo liberato dalle occupazioni.

Tale concezione si scontra con l´esigenza di un reale sviluppo della città di Ascoli Piceno che per essere effettivo deve essere equilibrato e diversificato anche nell´offerta commerciale, rifuggendo da una visione prettamente legata all´aspetto consumistico dello sviluppo e della utilizzazione del tempo libero.

Siamo consapevoli che il nostro sguardo non può prescindere dalla complessità dei moderni sistemi economici; ma siamo altresì convinti (come anche afferma l´enciclica "Centesimus Annus") che "ci sono bisogni collettivi e qualitativi che non  possono essere soddisfatti mediante i meccanismi del mercato; ci sono esigenze umane importanti che sfuggono alla sua logica; ci sono beni che, per loro natura, non si possono e non si debbono vendere e comprare"!.

C´è la necessità, per il bene stesso dell´uomo, del mondo del lavoro e della società, di un tempo comune di astensione dal lavoro, e che tale spazio temporale comune debba coincidere con la domenica è insito nel fatto che il carattere festivo della domenica ha radici millenarie nella cultura del popolo italiano e rappresenta una risorsa collettiva preziosa per l´umanizzazione della convivenza civile.

Infatti non si può  onestamente parlare di aumentare la crescita economica, di mirare allo SVILUPPO SOSTENIBILE, di puntare ad uno sviluppo sociale, se non si indica, in pari tempo, la struttura di relazioni umane che vale a sostenere quella crescita e quello sviluppo. E ciò per la semplice ragione che non vi sono solamente bisogni di natura materiale e biologica che reclamano soddisfazione; esistono anche bisogni relazionali (in verità in numero crescente) che, se trascurati possono rendere vano lo sforzo teso ad accrescere i livelli di efficienza.

Tale visione meramente consumistica dello sviluppo e della utilizzazione del tempo libero, certamente non può valorizzare e distinguere Ascoli Piceno rispetto all´offerta provenienti da altri centri, anche limitrofi.

Tendenza questa tanto più negativa poiché al massimo potrà ottenere di privatizzare nell´immediato gli utili, determinando sempre nell´immediato, a fronte di grandi utili privati, grandi costi pubblici, ma che determinerà, nel tempo, un vero e proprio disequilibrio che porterà ad una reale diminuzione della attrattiva della proposta storico culturale della città e all´impoverimento della rete commerciale dei quartieri e del centro storico, a questo punto quasi abbandonato, con una conseguente non trascurabile diminuzione della sicurezza dei quartieri e dei cittadini.

La proposta che svolgono i commercianti si inquadra invece in una visione che vuole una valorizzazione del ruolo del centro storico e dei quartieri della città di Ascoli Piceno per quanto di veramente notevole essa è in condizione di dare in termini di offerta culturale e turistica, equilibrando il rapporto tra offerta commerciale e offerta culturale e turistica della città.

In questo quadro, che pone al centro la città e non il consumo, si deve realizzare un equilibrio tra commercio e grande distribuzione.
La questione dell´apertura domenicale degli esercizi commerciali deve dunque essere affrontata sapendo che lo sviluppo di Ascoli non passa attraverso l´accentuazione di una sua caratterizzazione consumistica ma attraverso la sua capacità di "vendere" il suo patrimonio culturale-storico-monumentale all´interno del quale v´è sviluppo duraturo del commercio.

L´offerta commerciale domenicale deve quindi essere saggiamente dosata e consentire il più possibile il godimento del centro storico e dei suoi quartieri, sicuramente maggiore di quello fino ad oggi ottenuto.

Questa capacità di fruizione, lungi dall´essere legata all´apertura domenicale dei negozi, è invece legata alla capacità di un´offerta culturale della città di cui l´apertura domenicale delle strutture deve costituire un aspetto e non l´elemento centrale.

E´ infatti giusto evidenziare la differenza tra i servizi che non si possono sospendere neanche la domenica ed il semplice commercio che può essere effettuato anche in altri giorni, come il sabato, senza creare disagi particolarmente gravi alla comunità; in questa società che "costringe" gli esercenti a "dover" aprire i negozi anche la domenica perché chi non lo fa sembra non essere più concorrenziale, la persona è vista solo come un essere che deve solo lavorare e consumare, come se ciò fosse ormai un dovere sociale.

Tali fenomeni stanno occupando il tempo della festa e trasformando il significato della Domenica; Il lavoro che nelle festività era prima richiesto come eccezione nei casi di effettiva necessità ed imprescindibilità (servizi pubblici essenziali, sicurezza, tutela della salute), oggi si estende a molti settori nei quali non esiste l´esigenza di un lavoro per la protezione dei cittadini. Le motivazioni, invece, sono legate esclusivamente all´ampliamento delle occasioni di consumo, come ad esempio nella grande distribuzione commerciale.

I commercianti di Ascoli Piceno in questo caso si sentono di proporre, in coerenza con la visione equilibrata e diversificata dello sviluppo, quanto segue:
•       su tutto il territorio comunale apertura di una festività al mese (comprese le prime domeniche utili nei periodi dei saldi), oltre a quelle di dicembre, per una proposta complessiva di 18 giornate di ‘
•       solo per le attività del centro storico ulteriori aperture in occasione del Mercatino dell´Antiquariato, ad eccezione dei mesi di luglio ed agosto.

Si confida in tal modo di recuperare una dimensione non meramente consumistica della domenica, di valorizzare il nostro centro storico, di rendere equilibrato il rapporto tra centro storico e quartieri della città, e fra le attività commerciali presenti nella città e la grande distribuzione.

Una strada diversa non potrebbe che portare ad un ulteriore impoverimento commerciale dei quartieri e dello stesso centro storico cittadino accentuando lo squilibrio degli utili derivanti dal commercio, tra piccola e grande distribuzione a fronte di un sempre più evidente carico pubblico dei suoi costi.

(deliberato dal Consiglio Direttivo di Delegazione Confcommercio di Ascoli Picenoil 17 novembre 2005)

19/11/2005





        
  



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