Mai lasciare un uomo solo al ristorante: potrebbe esserti utile quando ti perdi per Roma!

Ascoli Piceno | ROMA - Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio (in serie A!)

di Federica Poli

Vado ancora una volta a Roma con la mia macchinina. Parto da sola. Tanto prima o poi raggiungerò la carovana dei tifosi festanti che invadono la capitale. Perché? Oggi si gioca Ascoli – Lazio ehm Lazio – Ascoli. A chi mi chiede se il mio cuore è diviso, rispondo. È diviso? Eccerto che è diviso, atrio e ventricolo no? Ahhh, ma voi intendete per fede calcistica? Mah, non me ne vogliano le aquile ma l’Ascoli deve salvarsi e una bella vittoria non ci starebbe davvero male.

Mentre viaggio canto, “ma che ce frega ma che ce ‘mporta se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua..”

“roma nun fa la stupida stasera…” “grazie Roma” arghh no, questa no.

Le due ore volano. E sono già fiondata alla velocità della luce sul GRA. Che non è il Giornale Radio ma, è un cerchio di strade che gira attorno Roma e ha duemila settecentocinque uscite che se sbagli perché non vedi la tua devi fare un milione di chilometri prima di poter tornare indietro. Insomma, una macchina infernale. Una sorta di labirinto concentrico nel quale all’errore paghi pegno. Giro, giro in tondo. Ma l’Olimpico dov’è??? Farò tardi..non potrò vedere la partita. Uffa. Sudo, ma devo trovare quella maledetta uscita. Prenestina, tiburtina, ardeatina, casilina, oddio divento matta! Come faccio? Come faccio? Come faccio?

Giovanni. Giovanni il mio amico di Roma potrà aiutarmi. Lo chiamo. “Gio, ciao sono Fede”. “ah, chi si risente!” o madonnina, questo è quello che ho lasciato solo al ristorante perché si era permesso di giudicare le mie unghie laccate di nero. “ehm, ciao, senti innanzitutto, auguri per le feste appena terminate” cerchiamo di ripristinare un rapporto normale “beh, ti sei ricordata tardi eh” …ehm è proprio arrabbiato. “gio, senti ..””e non chiamarmi Gio” “Giovanni caro, sono sul GRA e non so come fare per arrivare all’Olimpico aiutami ti prego””aiutarti? Ma non ci penso nemmeno, dimmi cara, lasciare un uomo solo ad un tavolo ti pare cosa normale?” “scusa, giuro che la prossima volta non lo farò” “no, non ci sarà una prossima volta, io non voglio rivederti più” click. Telefono giù. Ora come faccio? La canzone di Marco Ferradini non vale per gli uomini.

Questi bisogna lisciarli sempre perché, vedete come ci restano male. E io sono qui che giro attorno a Roma. Quasi quasi un giretto ai saldi lo faccio. Ma sono disperata Driin. Squillo del telefono. “ciao Gio..vanni” “allora devi andare blablabla…e ringrazia la tua buona stella che i tuoi occhi verdi non riesco a dimenticarli” “grazie, grazie grazie” “ e ora vai piattola, vattene alla partita e non farti sentire mai più. E forza Lazio” “ma sei pazzo, eppoi piattola a me?” “Sì, non sei laziale?” “sì, ma prima di tutto bianconera…” o no, ora si ricomincia a litigare “ciao, attacco sennò qua finisce male, brutto cafone” “io cafone? Ma tu sei pazza eh” . insomma chiudo perché le indicazioni del Foro Italico mi fanno entrare in clima partita e, Giovanni non merita altro tempo. (“opportunista!” mi dice il grillo parlante, che è meglio si faccia gli affari suoi e di Pinocchio) Parcheggio di fronte all’Obelisco così la macchina la trovo sicuramente.

Entro allo Stadio, che emozione! Bellissimo spettacolo. Partita comincia. I laziali cominciano a cantare “non mollare mai, non mollare mai” mi ritrovo in piedi sulla sedia con la sciarpetta bianconera in mano a saltare e cantare per la lazio. Questi affianco mi guardano male interrogandosi sulla mia appartenenza di tifosa. Boh, io canto. La partita comincia. I..guana segna. Dio che felicità! Michelino sulla fascia è troppo bello. E dall’altra parte Brindisi, ehm Bari..Taranto…acc..Foggia scorrazza anche lui.

Siamo belli a vederci. All’Olimpico. Ci stiamo proprio bene eh. Poi succede l’ineluttabile. Il destino non si comanda. BB Bjelanovic non gioca? Ah sì? Non lo avevo visto. S..quagliarella, è in vacanza alle Maldive. Ah, gioca anche lui? Oggi so cecata. In curva ascolana lo striscione “Di Canio , uno di noi” e zac il biancoceleste prende e segna. Ora come la mettiamo? A chi lo attribuiamo il gol? È di noi o di loro? È di loro , di loro. Uno a uno. Ma tu guarda Mudingayi.. Fa il suo esordio in serie A. poverino, sarà emozionantissimo.

Appunto. 2 a 1. secondo tempo.

Ora si pareggia eh! Primo secondo S...quaglia sbaglia a porta vuota. Peruzzi era a fare un giretto a ponte Milvio. Troppo facile per l’attaccante bianconero. A noi piace il gol difficile. E così Pandev, ci pensa per il tre a uno e Tare in rovesciata sigilla il 4 a uno. A posto, si può andare a casa. Abbiamo perso? No. È solo fantasia.

Salgo sulla mia macchinina. Riprendo la strada di casa. Indicazione “stazione termini” . eh? Ma dove vado? Sto tornando a roma. O cavoli. Come faccio a trovare la Salaria? Ehm…Giovanni? No, non sia mai che io lo chiami ancora. Quel cafonaccio. Sarà pure contento che abbiamo perso. Giro e giro. Sono le 20 e ancora mi trovo dalle parti di Piazza di Spagna? Ma è zona interdetta al traffico..prenderò duecentomilioni di euro di multa. Come faccio?

“ehm, pronto Caro Gio come stai, volevo invitarti a cena...”

14/01/2006