Idealista, determinato, battagliero. Sa di avere dalla sua un forte entusiasmo della gente, un coinvolgimento popolare che mancava nell’ambiente politico da molto tempo. Roberto Vallasciani, l’imprenditore diessino pronto alla candidatura in Parlamento, si è presentato stamattina davanti alla stampa, appena dopo la sua prima uscita in pubblico, ieri sera a Montappone, formalizzando ufficialmente ed in prima persona la sua discesa nell’agone politico.

E di cose da dire ne aveva tante, a partire dal successo di un comitato che, superate abbondantemente le 2.000 firme, sta navigando ad un ritmo intorno alle 200 adesioni al giorno. Poi per spiegare i programmi a brevissimo termine: entro la fine della settimana invierà alla segreteria regionale del partito della quercia la sua autocandidatura. Chiederà poi formalmente alla direzione provinciale Ds di essere invitato alla riunione in programma per lunedì 30 gennaio. Il 31, la Sala dei ritratti di Fermo ospiterà poi un incontro pubblico, dalle 21.15, con la presenza del giornalista Oliviero Beha. “Abbiamo invitato Beha – spiega Vallasciani – per parlare dei danni di questa legge elettorale scellerata, questo proporzionale monco che toglie alla gente la possibilità di scegliersi il candidato. Cercheremo di spiegare come si possa, anche con una legge così, riuscire comunque a raccogliere la volontà dei cittadini”.

L’industriale e vicepresidente Anci punta molto sulla spinta popolare del movimento che ora lo vede affrontare i vertici Ds per un posto alle politiche del 9 aprile. Parla della gente comune, della fiducia che gli è stata tributata in questi giorni, di quello che si aspetta dal centrosinistra. “Questo comitato nasce in un modo straordinario e direi anche incomprensibile. Non ci risulta che in Italia ci siano altri movimenti dello stesso tipo. In questi giorni arrivano chiamate, incontro gente che mi aspetta davanti allo stabilimento alle 8 di mattina, che mi chiede: ma fai sul serio? La gente è indignata da questa politica, ho conosciuto anziani che mi hanno detto di aver parlato di me in famiglia fino a notte fonda, e di aver deciso di tornare a votare dopo dieci anni, perché credono nella mia candidatura. E questo affetto, questa fiducia, mi danno grande forza. Anche ansia e preoccupazione, lo ammetto, a volte mi chiedo se tutta questa gente mi abbia sopravvalutato, se non si aspetti più di quello che potrò dare. Ma poi penso che se tante persone hanno aderito spontaneamente al comitato e credono in me, forse è perché per loro la politica non c’è stata, è mancato qualcuno che rappresentasse la loro voce, non si sono fatte troppe cose, e allora credo di poter riuscire a soddisfarli”.

Poi Vallasciani si guarda intorno, chiede se ci siano altre domande, abbozza un sorriso, e citando ancora Che Guevara, come al termine del fragoroso discorso di novembre ad un convegno Ds che ne segnò di fatto la discesa in campo, promette: “Ce la faremo, le battaglie non si perdono, si vincono sempre”.