In visita al carcere
Ascoli Piceno | Unesperienza di vita per gli alunni del Liceo della Comunicazione
di Federico Biondi
Gli alunni del Liceo della Comunicazione di Ascoli Piceno delle Suore Concezioniste di via Kennedy hanno passato una mattinata diversa dalle altre. La preside dell’Istituto madre Antonia Casotto ha accompagnato i propri alunni all’interno del carcere per una visita guidata. La visita programmata da tempo, è stata organizzata dall’assessore alla Pubblica Istruzione Giovanni Silvestri in collaborazione con la direttrice della casa circondariale di Ascoli Piceno la dottoressa Lucia di Felice Antonio.
I giornalisti non hanno potuto seguire gli alunni nel tour all’interno della casa circondariale per la mancanza di permessi ministeriali, comunque sono stati ricevuti nell’ufficio della direttrice insieme agli alunni per le consuete foto di gruppo e per ascoltare gli intenti e le finalità di un progetto innovativo che si propone di far comprendere ai cittadini cosa accade quotidianamente all’interno del carcere.
Gli alunni quindi hanno potuto vedere le attività lavorative che svolgono i detenuti, dato che la Costituzione Italiana indica espressamente di attuare una azione volta al recupero sociale del condannato, una sfida a cui non possono sottrarsi gli operatori carcerari, le istituzioni e la società.
La direttrice ricorda che all’interno del carcere si cerca di reinserire i detenuti attivando corsi di formazione e corsi scolastici, adempiendo così al ruolo di educatori. Reinserire e nel contempo integrare, grazie all’istituzione di corsi di alfabetizzazione e studio della cultura italiana agli stranieri detenuti in carcere. Studi necessari per dotare il detenuto di quegli strumenti che permettano di non reiterare l’illecito che l’ha privato se pur momentaneamente della libertà.
La casa circondariale di Ascoli Piceno fa parte del tessuto sociale cittadino, dà occupazione a circa 200 agenti di Polizia Penitenziaria e ad educatori sociali, professori, assistenti sociali e personale medico. Gli alunni del liceo della comunicazione hanno avuto modo di incontrare e comunicare con persone che svolgono un lavoro alquanto particolare.
Nell’incontro di novembre tra gli alunni e la direttrice della casa circondariale si parlò di progetti di inserimento lavorativo per i detenuti come il corso professionale per idraulici e per florovivaisti.
Comunque per il reinserimento sociale dei reclusi è necessario attivare una rete di collegamenti con il territorio, in modo da assicurare lo svolgimento di determinate attività lavorative che possono tener lontano dall’illecito una parte consistente degli attuali ospiti della Casa Circondariale di Ascoli Piceno.
Una rete di collegamenti che vincerebbe anche la diffidenza verso coloro che hanno sbagliato ma che dopo tutto hanno pagato il debito con la società. In definitiva favorire la condivisione del concetto della sicurezza sociale tramite il reinserimento sociale del detenuto. Una misura necessaria dato che una volta finiti i soldi guadagnati grazie allo svolgimento di mansioni all’interno del carcere, spesso l’ex detenuto commette nuovamente reati.
Il lavoro all’interno del carcere oltre a dare la possibilità di guadagnare soldi per comprare beni come le sigarette ed altro ancora, insegna al detenuto il rispetto delle regole e degli orari. Attualmente i detenuti si occupano della biblioteca e della cucina, un equipe rilega libri che poi vengono venduti nella cartolerie.
Una volta varcati i cancelli gli alunni del Liceo della Comunicazione hanno potuto visitare l’Ufficio Comando, l’Ufficio Matricola, l’area sanitaria e quella educativa, il laboratorio e il nucleo traduzione.
Presenti all’interno del carcere molti stranieri, infatti sono quasi il 50% dei detenuti totali e rappresentano un mondo in miniatura. Il 30% invece dei detenuti è colpevole di reati comuni: sono tossicodipendenti, persone con oggettivi problemi medici per lo più facenti parte della malavita locale, rapinatori, borseggiatori, spacciatori di sostanze stupefacenti.
Sempre nella casa circondariale di Ascoli Piceno trovano posto i detenuti semi liberi, cioè coloro che tecnicamente e giuridicamente hanno attuato “il processo di revisione critica del loro passato deviante”, i 50 detenuti per attività mafiose e infine i detenuti protetti, coloro che si sono macchiati di crimini come la violenza sessuale e la pedofilia.
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26/01/2006
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