Clima caldo da elezioni: destra e sinistra del Fermano litigano su Ceroni
Fermo | "Essere rappresentati da lui? Una iattura" attacca l'Ulivo; "Noi ne siamo orgogliosi - replica Fi - la sinistra non ha nessuna considerazione per il Fermano"
di Pierpaolo Pierleoni
Schermaglie pre-elettorali a quattro settimane dalle politiche. Oggetto del dibattere, il candidato parlamentare di Forza Italia, fino ad oggi coordinatore regionale azzurro e consigliere regionale, Remigio Ceroni. L’opinione sul suo conto espressa ieri dalla direzione provinciale dell’Ulivo, era stata lapidaria.
“Ceroni unico deputato del fermano sarebbe una iattura – si leggeva in una nota - I fermani saranno terrorizzati dall’idea di averlo come unico rappresentante. Invece di fare la campagna elettorale con le bustine di zucchero poteva occuparsi della drammatica situazione che si sarebbe venuta a creare di lì a pochi mesi. Lo ricordiamo ostentare rassicurazioni private del Presidente del Consiglio in base alle quali mai la Sadam sarebbe stata chiusa (riferimento al consiglio comunale aperto tenutosi alcuni mesi fa a Fermo sulla crisi saccarifera, sede in cui Ceroni operò un intervento molto contestato), ma i nostri concittadini ben sanno come taluni siano bravi solo a promettere”.
Arriva nel giro di poche ore la risposta del comitato provinciale di Forza Italia, che si dice orgogliosa di un candidato come espressione della nuova provincia ai primissimi posti della lista, quindi con ottime, per non dire certe, probabilità di elezione. “Condividiamo la preoccupazione dell’Ulivo per il territorio fermano. Meno saranno i nostri rappresentanti, più difficile sarà far sentire la propria voce. L’Ulivo non può aggredire Forza Italia se beghe partitiche e personalistiche hanno penalizzato il nostro territorio, permettendo in tal modo seggi blindati a totale vantaggio delle province di Pesaro ed Ancona. Lo scarso interesse della sinistra per il Fermano lo avevamo già notato in sede di costituzione della provincia di Fermo, dove a fronte di tante dichiarazioni favorevoli, i voti alla Camera e al Senato non sono mai arrivati (82 favorevoli su 275 deputati alla camera e 29 favorevoli su 147 senatori). Infine ci sentiamo di rinviare al mittente responsabilità che non ci appartengono: se Prodi infatti avesse svolto attivamente il proprio ruolo di Presidente della Commissione europea, tenendo ben presente la realtà agricola italiana, certamente oggi la filiera dello zucchero non si troverebbe in questa crisi profonda”.
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13/03/2006
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