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"La Provincia si dichiari contraria alla Quadrilatero"

| MACERATA - La Rete no! Pav Marche scrive al presidente Giulio Silenzi

Anche qui nelle Marche, come in Val di Susa e in altre parti d’Italia, i progetti adottati dalla Legge Obiettivo rischiano di devastare irreparabilmente il nostro territorio:
entro il 2010 è prevista la realizzazione di assi viari che attraverserebbero le Marche e L’Umbria (il “corridoio“tra il Tirreno e l’Adriatico), nonché la costruzione di una serie di strutture commerciali, alberghiere, industriali e logistiche che coinvolgerebbe 58 comuni.
Questo è quello che viene definito come PAV (Piano d’Area Vasta)

Il soggetto attuatore è la Società Quadrilatero Marche e Umbria S.p.a.. Società di diritto privato a totale partecipazione pubblica (ANAS Spa con il 51% e Sviluppo Italia con il 49%), “una sovrastruttura di soggetti pubblici la cui gestione è affidata a soggetti privati”.
Il presidente è uno dei più importanti imprenditori marchigiani, il Cav Gennaro Pieralisi.
Nel Consiglio d’Amministrazione troviamo l’Ing. Incalza, ex Presidente della TAV, attuale consulente del Ministro Lunardi, arrestato nel 1998 con l’accusa di concorso in corruzione.

Perchè NO! PAV

cementifica 800.000 mq di superficie suddivisi in 7 “aree leader” per un volume edificabile di 2 milioni di metri cubi di cemento

asservisce il territorio ad interessi economici e finanziari espropriandolo delle sue risorse e mettendo in crisi definitivamente il commercio locale e l’artigianato

obbliga gli enti locali a subire scelte fatte altrove,non inserite nei piani regolatori locali, spesso neppure condivisibili né partecipati, scavalcando così qualsiasi processo democratico di controllo dello sviluppo territoriale

persegue un tipo di sviluppo economico e sociale quantitativo, sulla base di dati economici vecchi e spazzati via della realtà della crisi di questi ultimi anni, mentre, oggi si impone l’urgenza di reinventare un nuovo progresso investendo in qualità, innovazione, tipicità, creatività e mobilità vecchia e nuova ( strade ma anche reti telematiche cablaggio, fibre ottiche…)

il meccanismo di finanziamento porterà enti territoriali e Comuni ad indebitarsi per milioni di euro, costretti a versare le entrate derivanti dall'ICI e dai canoni di concessione provenienti dalle "aree leader”

pretende di finanziare opere di interesse nazionale anche con la partecipazione dei comuni che contribuirebbero ad acquistare territori, che poi diverrebbero patrimonio della Quadrilatero

il progetto, i cui profitti saranno interamente spartiti tra privati, verrà completamente finanziato da fondi pubblici: l’83 % a carico dello Stato e il 17% circa a carico dei Comuni e della Camera di Commercio locale che aumenterà le tasse pagate dalle imprese esistenti (circa il 20%)

i costi delle consulenze della società “Quadrilatero” ammontano solo per il 2004 a 3 milioni e 700.000 €

Il futuro del nostro territorio è in pericolo: le Marche e L’Umbria possono darsi una viabilità più adeguata senza entrare nella follia della quadrilatero.
Se non fermeremo questo progetto dissennato, cambierà definitivamente la morfologia del nostro territorio:
un mare di cemento, di catrame, di capannoni inutili invaderà la nostra terra.
Ciò che ci preoccupa maggiormente è che venga capovolto completamente il rapporto tra comunità che vivono in un territorio e l’affermazione di interessi economici e finanziari privati e lontani dalle vere necessità di un nuovo e partecipato governo del territorio e del suo sviluppo.

Sono queste le ragioni che ci spingono a chiedere all’Amministrazione Provinciale:

Di non aderire alla quadrilatero spa,
Di combattere la legge obiettivo,
Di non approvare la realizzazione della sopraelevata a civitanova marche per palese incompatibilita’ ambientale ( area esondabile, inquinamento acustico ed atmosferico da polveri sottili…) e per sicuro impatto negativo sulla viabilita’ urbana, sostituendola con una rotonda.
Di promuovere una seria partecipazione delle popolazioni, categorie, associazioni, esperti e cittadini per dare alla nostra provincia ed alla nostra regione il diritto di decidere il proprio futuro.

26/03/2006





        
  



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