La Samb cade per la seconda volta. Tutto sommato non è stata una caduta disastrosa. Le dirette concorrenti alla salvezza Pizzichettone, Pro Sesto, San Marino e Giulianova non hanno preso punti e quindi la situazione è allo stato quo, cioè come era prima dell’inizio delle gare. Dunque si ricomincia da domenica prossima.

Non è stata una caduta disastrosa anche perché la sconfitta non è derivata da una pessima gara. La differenza tra un Cittadella che naviga nelle alte sfere della C1 e la Samb che lotta per salvarsi non si è proprio vista. La gara è stata decisa da episodi. Il gol mancato da Scandurra a metà del primo tempo e la rete di Altiner scaturita da un rimpallo favorevole. Il raddoppio del Cittadella è poi ininfluente, con la gara ormai segnata e con gli schemi gioco condizionati da un precario stato di forma degli atleti rossoblu.

In pratica un incontro fotocopia di quello giocato in casa con la Salernitana.
D’altra parte non si può pretendere di più da questi ragazzi frastornati dalla situazione societaria e privi di una guida tecnica. Ormai la situazione societaria ha preso una tale piega che non sappiamo più se piangere o ridere.

Siamo entrati del guinness dei primati per il cambio degli allenatori:otto in un anno e non è finita. Ed ora abbiamo anche battuto il primato della durata in carica di un allenatore:20 ore. Abbiamo un presidente che invece di parole sputa fuochi artificiali che in un batter di ciglia, nel ricadere a terra, svaniscono nel nulla.

Una tifoseria che s’improvvisa rivoluzionaria e sessantottina scatenando la reazione del perbenismo dei salotti buoni della città.

Un’imprenditoria decadente che non riesce a mettere insieme quattro soldi. Infatti 100.000 euro, anzi i volgari euri, moltiplicati per venti imprenditori, fanno 2.000.000 di euri che per salvare la Samb bastano e , forse, avanzano pure. Ed appunto 100.000 euro sono, per un imprenditore tosto, quattro soldi.

Dulcis in fundo la classe politica sambenedettese che fa orecchie da mercante tutta indaffarata a far proseliti per le prossime elezioni. Così l’unico che ha qualche contatto con gli atleti rossoblu è un Di Pietro che, primo non ci azzecca niente con San Benedetto del Tronto, secondo già ha fatto la cavolata di candidare un certo Soldini.

Il 31 marzo è la nostra Candelora, della C scème fora ( se non si pagano contributi previdenziali, ritenute e via dicendo), ma se ce piove e se ce nègne ( pioggia e neve di quattrini) de la C scème dentre.

Siamo a meno sei e il conto alla rovescia è iniziato. Arriveranno i nostri, strombettando come il 7° cavalleria, a salvarci oppure saremo…trom…bettati?

Ai posteri l’ardua sentenza.