Le sorelle Materassi al Cicconi
Sant'Elpidio a Mare | Si chiude la sezione Nuove Scritture dedicata ai grandi autori contemporanei
Lunedì 3 aprile si concluderà al Teatro “Luigi Cicconi” di Sant’Elpidio a Mare la sezione “Nuove Scritture” dedicata ai grandi autori contemporanei, con lo spettacolo “Sorelle Materassi”, tratto dall’omonimo romanzo di Aldo Palazzeschi, per la regia di Maurizio Nichetti. Il gran finale è affidato all’abilità interpretativa di Simona Marchini e Marina Malfatti, perfette nel restituire allo spettatore, attraverso toni ora grotteschi ora malinconici, la storia di Carolina e Teresa Materassi, due anziane sorelle la cui esistenza ormai piatta ed annoiata viene sconvolta dall’arrivo improvviso del nipote Remo, rimasto orfano. Le due donne si lasceranno travolgere dalla giovinezza e dalla bellezza del ragazzo e gli permetteranno di sperperare allegramente tutti i loro risparmi, accumulati con anni di duro lavoro. Ma riceveranno in cambio nuova carica vitale, inaspettata energia, tanto da riuscire a superare ogni difficoltà, con straordinaria modernità e un ritrovato spirito d’iniziativa, trovando anche un riscatto nella loro abilità lavorativa.
Sorelle Materassi è solo apparentemente un romanzo tradizionale, incentrato su una trama semplice ed elegante, quasi umoristica. La bellissima storia d’amore, malinconica e gioiosa insieme, si muove tra situazioni che alternano il riso alla lacrima, e dove lo spirito beffardo di Palazzeschi diventa a tratti un gioco festoso, nel suo incedere tra canzoni salaci e travestimenti buffoneschi, sempre di solida e carnosa ironia. Il finale, grottescamente radioso e di grande modernità, porta il racconto alla conquista di una autonomia vitale delle due donne, che non abbasseranno la testa di fronte ai problemi ma, testardamente, riscatteranno la loro arte lavorativa di “ricamatrici in bianco”. Nel tradurre in scena questo romanzo, Maurizio Nichetti, con la sua vena quasi surreale, sottolinea l’assoluta modernità dei contenuti, suggerendo allo spettatore – sotto l’arguzia dell’autore toscano - una riflessione che ben si addice alle nuove e ammalianti illusioni della società contemporanea.
“Perché riprendere oggi la storia di Teresa e Caterina Materassi? Le due improvvide zie capaci di rovinarsi per amore di un nipote impunito, cosa possono insegnarci? - si chiede il regista - Molto, perché la loro è anche la nostra storia, la storia dei nostri anni. La misura e il buon senso minati da nuove e affascinanti promesse. Mille tentazioni che si intrufolano nelle nostre case attraverso le mode, i canali televisivi, gli inserti patinati. Nuovi scenari tecnologici e finanziari che ci illudono continuamente, ci ammaliano, promettono e poi ci abbandonano più poveri e più tristi di prima. La speranza di facili successi e di popolarità gratuite illudono i nostri giovani sempre alla ricerca di scorciatoie non di strade maestre, proprio come Remo. E noi, come Teresa e Caterina Materassi, ci perdiamo in un’altalena di sensazioni, attratti e delusi continuamente da quelle grida gioiose di giovanili entusiasmi dispensati a caso in palinsesti televisivi tutti uguali”.
Un gran finale dunque per una stagione entusiasmante e brillante che ha registrato un notevole apprezzamento da parte del pubblico, come attestato dal superamento della quota degli abbonamenti della scorsa stagione che peraltro era già raddoppiata e che ha registrato in molte occasioni il teatro al completo, contribuendo alla rinascita del teatro elpidiense ed incoraggiando l’Assessorato alla Cultura ad investire in progetti legati alla valorizzazione e alla riscoperta dell’importanza dell’avvenimento teatrale e dei suoi migliori e, a volte, più arditi protagonisti.
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30/03/2006
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