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Grand Tour a San Benedetto

San Benedetto del Tronto | Il viaggiatore che si inoltri alla scoperta dei pregi artistico-urbanistici della città non potrà che iniziare il suo Grand-tour - se non teme la sindrome di Stendhal - dallo storico Viale De Gasperi, lato ovest.

di Sara Di Giuseppe


Il sito, appena riqualificato in tempi sorprendentemente brevi, coniuga lungimiranza amministrativa, sapienza progettuale, sensibilità artistica e buon gusto.

Si inizi indifferentemente da sud o da nord: si resterà colpiti dalla teoria di ferrigni birilloni a bordo marciapiede. Certo non evitano all'incauto pedone rovinose cadute sul precipizio sottostante. Orfani delle fioriere rifiutate, ahimè, dai commercianti perchè costose più di una serra. Peccato di tanto in tanto qualche volenteroso, scambiandoli per birilli di un gigantesco bowling, tenti di buttarli giù: così qualcuno è già storto...

Niente tuttavia eguaglia la meraviglia dei modernisti corrugati tubi in gomma/plastica, eruttati dal terreno in voluta i verso il cielo. Qui il non anonimo artista ha voluto donare al passante il colpo d'occhio che innalzi lo spirito in una ardita rilettura del gotico svettare di guglie medievali.

Ma l'amministratore, il tecnico, il progettista, è anche - come tutti - pascoliano "fanciullino": eccolo allora offrire ai bimbi l'artistico gioco a terra che, "animum ludendo coles", indurrà frotte di bimbi a "ludere" tra il Four Roses e la sanitaria (appunto...) in mezzo a scarichi di SUV e mosconi inferociti dai lampioni-laser gemelli.

Infine il fiore all'occhiello di tanta sapiente riqualificazione: la segnaletica verticale. Non si chieda, l'ingenuo grandtourist, perchè mai i segnali stradali anzichè piantati in autonomi spazi a loro banalmente destinati, se ne stiano avviticchiati ai ferrigni birilli. Sciocco attribuire l'apparente stranezza alla distratta progettazione di chi gli spazi per la segnaletica li aveva....dimenticati.

E' piuttosto il genio creativo ad aver voluto i cartelli artisticamente avviluppati ai birilli come metallici parassiti; riparati da intercapedini e protesi in cartone ondulato e shoppers di plastica; trattenuti da giri di fil di ferro arrugginito. Se qua e là attaccati vi sventolano brandelli di stoffa o pelle umana, è il solito passante sbadato.

Il Grand Tour volge al termine ed è non senza malinconia che il "viaggiatore" si lascia alle spalle i cimiteriali marmi rosa, le muse inquietanti sine nomine in gomma /plastica, i surreali cartelli-escrescenze: sa già - e se ne dispiace - che per quanto viaggi, mai più potrà trovar fuse in tale armonia, funzionalità-genio-creatività-buongusto....

25/04/2006





        
  



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