Porto di Ancona: lintervento dellassessore Giaccaglia
| ANCONA - Lo scalo dorico, con uno specchio acqueo di 700 mila metri quadrati, con 5.400 metri di banchine, con 12,5 metri di pescaggio e con 370 metri quadrati di aree attrezzate, è cresciuto e si è sviluppato nel tempo.
“Il porto di Ancona, una delle maggiori risorse infrastrutturali al servizio dell’economia e del territorio delle Marche, sta attraversando un momento di difficoltà che ha indotto gli operatori a proclamare uno sciopero dopo venti anni dall’ultimo blocco delle attività.
La Regione segue con attenzione tali eventi e intende farsi interlocutrice, insieme al Comune e alla Provincia, affinché si trovi una soluzione, la più idonea, capace di rimettere il moto quel meccanismo che ha reso il porto di Ancona fiore all’occhiello dell’economia marchigiana. Analogamente alla vicenda del declassamento, attualmente congelato anche grazie all’impegno e alla coesione di tutte le parti economiche, sociali e politiche, è importante agire di nuovo congiuntamente per il superamento di questo periodo di difficoltà”. Questo è il commento dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Gianni Giaccaglia, sulla questione del porto.
Lo scalo dorico, con uno specchio acqueo di 700 mila metri quadrati, con 5.400 metri di banchine, con 12,5 metri di pescaggio e con 370 metri quadrati di aree attrezzate, è cresciuto e si è sviluppato nel tempo distinguendosi come una delle maggiori aziende dal ruolo strategico nell’Adriatico. Ancona e le Marche sono conosciute anche grazie al fiorire del porto, uno snodo cruciale sul mediterraneo che ha permesso di superare i confini nazionali per aprirsi ai Paesi dell’Est e del Medio oriente. “Una eccellenza per l’economa regionale – aggiunge l’Assessore - che va tutelata, per questo il mio auspicio è di operare insieme affinché il piano di sviluppo del porto possa trovare una veloce approvazione ed una concreta applicazione”.
Che il porto sia un’importante realtà infrastrutturale al servizio dell’economia marchigiana è testimoniato dai numeri: il traffico passeggeri turisti è da record con il superamento del milione e mezzo di transiti; 30 mila gli arrivi di passeggeri per le crociere senza considerare l’elevato traffico legato alle merci, ai veicoli e ai tir.
La Regione segue con attenzione tali eventi e intende farsi interlocutrice, insieme al Comune e alla Provincia, affinché si trovi una soluzione, la più idonea, capace di rimettere il moto quel meccanismo che ha reso il porto di Ancona fiore all’occhiello dell’economia marchigiana. Analogamente alla vicenda del declassamento, attualmente congelato anche grazie all’impegno e alla coesione di tutte le parti economiche, sociali e politiche, è importante agire di nuovo congiuntamente per il superamento di questo periodo di difficoltà”. Questo è il commento dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Gianni Giaccaglia, sulla questione del porto.
Lo scalo dorico, con uno specchio acqueo di 700 mila metri quadrati, con 5.400 metri di banchine, con 12,5 metri di pescaggio e con 370 metri quadrati di aree attrezzate, è cresciuto e si è sviluppato nel tempo distinguendosi come una delle maggiori aziende dal ruolo strategico nell’Adriatico. Ancona e le Marche sono conosciute anche grazie al fiorire del porto, uno snodo cruciale sul mediterraneo che ha permesso di superare i confini nazionali per aprirsi ai Paesi dell’Est e del Medio oriente. “Una eccellenza per l’economa regionale – aggiunge l’Assessore - che va tutelata, per questo il mio auspicio è di operare insieme affinché il piano di sviluppo del porto possa trovare una veloce approvazione ed una concreta applicazione”.
Che il porto sia un’importante realtà infrastrutturale al servizio dell’economia marchigiana è testimoniato dai numeri: il traffico passeggeri turisti è da record con il superamento del milione e mezzo di transiti; 30 mila gli arrivi di passeggeri per le crociere senza considerare l’elevato traffico legato alle merci, ai veicoli e ai tir.
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27/04/2006
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