Campagna dascolto del candidato sindaco dellUnione Giovanni Gaspari
San Benedetto del Tronto | Mercoledì 29 marzo, si è svolto un incontro con le associazioni e le cooperative di volontariato sociale, presso lhotel Progresso.
L'incontro di Gaspari con le associazioni e le cooperative sociali
Appendice una tantum della “campagna d’ascolto” del candidato sindaco dell’Unione Giovanni Gaspari e dei partiti della coalizione, durante l’interruzione per la campagna elettorale delle politiche.
Accanto alla generale consapevolezza dell’ottimo livello di efficienza raggiunto dalle associazioni locali nel campo del volontariato, sono emersi alcuni punti che rappresentano altrettante sfide per la prossima amministrazione comunale: in tema di politiche per i giovani, gli anziani, i portatori di handicap.
In primo luogo è emersa l’esigenza di una programmazione seria delle politiche sociali e di un più stretto coordinamento tra tutte le associazioni, affinché la pubblica amministrazione abbia un unico interlocutore con cui interagire. I problemi, d’altra parte, verrebbero in questo modo meglio sintetizzati e focalizzati e le risposte sarebbero più agevoli e tempestive. Gaspari ha affermato che è sua intenzione, in caso di elezione a sindaco, operare in questo settore in stretta collaborazione con le associazioni, affidando direttamente ad esse la gestione di un certo numero di servizi. L’opera di associazioni e cooperative verrebbe considerata a tutti gli effetti “parte della macchina amministrativa”.
Ma da questo punto di vista è stata anche ribadita l’intenzione di gestire i servizi sociali in un’ottica territoriale, in collaborazione con i Comuni vicini, coerentemente con l’annunciata volontà di tentare l’adozione dello strumento giuridico dell’“Unione dei Comuni”.
Alcuni operatori hanno lamentato che l’intero settore del volontariato abbia bisogno di una “messa a punto” sul versante del rispetto delle regole fissate dalla specifica legge regionale 9. È stata inoltre compiuta una ricognizione della diversità di problemi che sorgono nelle cooperative di tipo “A” (quelle che offrono assistenza) e quello di tipo “B” (che si occupano dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, dovendo però assicurare le stesse prestazioni delle normali aziende presenti sul mercato).
Un interessante dibattito si è sviluppato sul tema del referente che gli operatori preferirebbero avere all’interno della giunta: alcuni vedrebbero di buon occhio un “assessore all’infanzia”, altri ritengono che l’assessore ai servizi sociali debba dare risposte su tutti gli argomenti che compongono la sua area tematica. Ma soprattutto a Gaspari è stato chiesto di non ripetere l’esperienza della passata amministrazione, quando si sono succeduti tre diversi assessori alle politiche sociali (Piunti, la Ceneri, Pompei), con le deleghe per molto tempo divise tra due assessori, di cui l’uno non sapeva o non condivideva quello che faceva l’altro, sperpero di denaro pubblico, e notevoli disagi per gli operatori.
Risposta inequivocabile da parte del candidato dell’Unione: nel caso in cui dovessero sorgere difficoltà di coalizione come quelle manifestate dal centrodestra, le dimissioni sarebbero immediate, per il bene della città. Quanto alla composizione della giunta, non vi saranno più di otto assessori.
Di fronte al continuo taglio delle risorse per le politiche sociali degli ultimi anni, dovuti alla riduzione dei trasferimenti dallo Stato e quindi dalle Regioni, è stata sottolineata da ultimo l’importanza del recente provvedimento che istituisce la possibilità di destinare al sociale il 5 per mille delle imposte risultanti dalle dichiarazioni dei redditi.
«Le associazioni e altri esperti dei vari settori saranno lo strumento con il quale il Comune si confronta per formulare gli indirizzi da perseguire», dice Gaspari, «mentre le cooperative sarebbero lo strumento operativo di tali indirizzi».
Accanto alla generale consapevolezza dell’ottimo livello di efficienza raggiunto dalle associazioni locali nel campo del volontariato, sono emersi alcuni punti che rappresentano altrettante sfide per la prossima amministrazione comunale: in tema di politiche per i giovani, gli anziani, i portatori di handicap.
In primo luogo è emersa l’esigenza di una programmazione seria delle politiche sociali e di un più stretto coordinamento tra tutte le associazioni, affinché la pubblica amministrazione abbia un unico interlocutore con cui interagire. I problemi, d’altra parte, verrebbero in questo modo meglio sintetizzati e focalizzati e le risposte sarebbero più agevoli e tempestive. Gaspari ha affermato che è sua intenzione, in caso di elezione a sindaco, operare in questo settore in stretta collaborazione con le associazioni, affidando direttamente ad esse la gestione di un certo numero di servizi. L’opera di associazioni e cooperative verrebbe considerata a tutti gli effetti “parte della macchina amministrativa”.
Ma da questo punto di vista è stata anche ribadita l’intenzione di gestire i servizi sociali in un’ottica territoriale, in collaborazione con i Comuni vicini, coerentemente con l’annunciata volontà di tentare l’adozione dello strumento giuridico dell’“Unione dei Comuni”.
Alcuni operatori hanno lamentato che l’intero settore del volontariato abbia bisogno di una “messa a punto” sul versante del rispetto delle regole fissate dalla specifica legge regionale 9. È stata inoltre compiuta una ricognizione della diversità di problemi che sorgono nelle cooperative di tipo “A” (quelle che offrono assistenza) e quello di tipo “B” (che si occupano dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, dovendo però assicurare le stesse prestazioni delle normali aziende presenti sul mercato).
Un interessante dibattito si è sviluppato sul tema del referente che gli operatori preferirebbero avere all’interno della giunta: alcuni vedrebbero di buon occhio un “assessore all’infanzia”, altri ritengono che l’assessore ai servizi sociali debba dare risposte su tutti gli argomenti che compongono la sua area tematica. Ma soprattutto a Gaspari è stato chiesto di non ripetere l’esperienza della passata amministrazione, quando si sono succeduti tre diversi assessori alle politiche sociali (Piunti, la Ceneri, Pompei), con le deleghe per molto tempo divise tra due assessori, di cui l’uno non sapeva o non condivideva quello che faceva l’altro, sperpero di denaro pubblico, e notevoli disagi per gli operatori.
Risposta inequivocabile da parte del candidato dell’Unione: nel caso in cui dovessero sorgere difficoltà di coalizione come quelle manifestate dal centrodestra, le dimissioni sarebbero immediate, per il bene della città. Quanto alla composizione della giunta, non vi saranno più di otto assessori.
Di fronte al continuo taglio delle risorse per le politiche sociali degli ultimi anni, dovuti alla riduzione dei trasferimenti dallo Stato e quindi dalle Regioni, è stata sottolineata da ultimo l’importanza del recente provvedimento che istituisce la possibilità di destinare al sociale il 5 per mille delle imposte risultanti dalle dichiarazioni dei redditi.
«Le associazioni e altri esperti dei vari settori saranno lo strumento con il quale il Comune si confronta per formulare gli indirizzi da perseguire», dice Gaspari, «mentre le cooperative sarebbero lo strumento operativo di tali indirizzi».
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04/04/2006
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