La salute, patrimonio che sta a cuore a tutti e per questo motivo, va tutelato.

 

Questo lo scopo del convegno – dibattito dal titolo RINTRACCIABILITA' DEGLI ALIMENTI: UNA GARANZIA PER CONSUMATORI ED OPERATORI tenutosi questo pomeriggio presso la Sede Confcommercio di San Benedetto del Tronto , che ha visto la partecipazione   del direttore provinciale Giorgio Fiori, i del presidente Confcommercio Benito Calvaresi, del presidente della Camera di Commercio Enio Gibellieri, del presidente provinciale Federconsumatori Gianfranco Antonucci, del dott. Marcello Fiore, direttore Area Legislativa della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), del dott. Cesare Ceccarelli, dirigente veterinario della Asur N. 12 di San Benedetto del Tronto, e del dott. Aldo Cursano, vice presidente Nazionale FIPE. Non è potuto intervenire l’assessore provinciale Avelio Marini per impegni sopraggiunti.

 

La rintracciabilità degli alimenti gioca un ruolo chiave nella sicurezza alimentare .Dal 1 gennaio 2005 è entrata in vigore nell'intero territorio dell'Unione Europea l'obbligo di rintracciabilità per ogni operatore della filiera alimentare e mangimistica (art.18 regolamento CE numero 178/2002).

 

L'obbligo riguarda tutti gli operatori che entrano in contatto con alimentari freschi e conservati, mangimi, materie prime agricole ed ogni altra sostanza destinata a far parte dell'alimento o mangime (ingredienti, additivi ecc), lungo l' intera filiera produttiva (produzione agricola primaria, trasformazione industriale od artigianale, trasportatori,distribuzione all' ingrosso ed al dettaglio, ristorazione).

 

Anche le imprese che vendono e somministrano alimenti, dunque sono tenute ad adottare sistemi e procedure finalizzati alla rintracciabilità degli alimenti ed in particolare devono predisporre le procedure per l' individuazione di tutti i fornitori delle materie prime e dei sistemi che consentano, se del caso, di avviare le procedure di ritiro al mercato di prodotti che non rispondano ai requisiti di sicurezza.

Gli operatori del settore, sono già adeguatamente informati – ha affermato Giorgio Fiori - ma abbiamo voluto fare di concerto con la Camera di Commercio e la Provincia e con il contributo della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASUR N. 12 di San Benedetto del Tronto, questa ulteriore puntualizzazione per fare il punto su quale sia la normativa igienico sanitaria e di autocontrollo e quindi sensibilizzare gli operatori verso questo adempimento, al fine di evitare alle stessi di incorrere nelle previste sanzioni.

 

La nuova normativa ha modificato i compiti sia dell’autorità sanitaria sia degli operatori, ha detto il dott. Ciccarelli -  All’operatore, spetta la responsabilità di assicurare la sicurezza dei prodotti alimentari: la norma dà loro degli obiettivi , i metodi li sceglie l’operatore a seconda delle sue esigenze e quelli dell’azienda, tenendo sempre conto che la sicurezza è l’obiettivo primario.

 

L’obbligo posto a carico delle imprese consiste nel registrare gli approvvigionamenti di materie prime in entrata e le consegne dei prodotti in uscita: natura e quantità di materia prima, nome e recapito del fornitore/ cliente, data di consegna. Gli operatori possono conservare le predette informazioni anche mediante sistemi di registrazione già utilizzati, purché siano in grado di comunicarle alle autorità competenti. L' obbligo può quindi dirsi assolto, per esempio, conservando sia i documenti di ricevimento delle materie prime, sia quelli di spedizione dei prodotti.

 

Per quanto la FIPE, questa, sta apprestando, soprattutto per la indicazione degli ingredienti, delle soluzioni atte a facilitare il lavoro degli operatori ed a metterli a riparo da un sistema sanzionatorio che non distingue la dimensione aziendale colpendo nella stessa misura il chioschetto delle piadine e lo stabilimento di produzione dell’industria multinazionale.

 

“Ci si augura - hanno affermato i due esponenti, Fiore e Cursano  - che da questo incontro,  possa scaturire anche grazie alla presenza di istituzioni sanitarie, delle indicazioni più idonee per consentire anche alle piccole e medie imprese di ottemperare alle previsioni di una normativa che è fatta su misura per la grande industria e che non sembra tener conto delle esigenze e delle potenzialità operative del terziario di mercato…”