Remo Croci e Francesco Chimenti. Il 118 rossoblù!
San Benedetto del Tronto | Arrivano quando le cose si mettono VERAMENTE male. Poi una volta rianimata "la paziente" ritornano con discrezione nell'anonimato.
di Carmine Rozzi
Francesco Chimenti e Remo Croci: 118 rossoblù !
Remo Croci e Francesco Chimenti. Qualcuno li ha chiamati affettuosamente “Il 118 rossoblù”. Ovvero quelli che arrivano quando le cose si stanno mettendo veramente male e che poi, dopo aver rianimato e salvata “la paziente”, se ne tornano silenziosi e discreti nell’anonimato. Non solo. Ma ci tengono a riconoscere i meriti di quelli i cui nomi non vengono neanche segnalati nelle cronache giornalistiche.
Francesco Chimenti
Un grazie di cuore a questi ragazzi che hanno dato l’anima. Non spendete parole inutili su di me ma parlate bene di questi ragazzi che hanno dato l’anima per dimostrare alla città e al mondo intero di cosa sono capaci un gruppo di ragazzi seri ed onesti. Io se volete ho solo stampato il cartellino. Nella partita di andata ci ha condizionato in modo determinante il fatto che non avevamo fatto in pratica nessun allenamento serio in previsione della partita. Se poi a tutto ciò si aggiunge il lungo viaggio e la situazione psicologica nella quale si è vissuto fin qui allora è presto fatta.
Oggi si è visto una squadra diversa perché diverso è stato l’approccio mentale e perché il pubblico sin dal fischio d’inizio ha dimostrato di essere vicino alla squadra e pronto a sostenerla per tutto l’arco della partita. Un immenso grazie va a gente come Voltattorni, Zini, Catto, Beni, e mi scuso per tutti quelli che in questo momento non mi vengono in mente. I ragazzi sono stati tutti bravi ma una menzione personale forse se la merita Macaluso che ha dimostrato di essere un giocatore universale. Aggiungo tranquillamente che se le cose si fossero messe diversamente non avrei esitato un attimo a schierarlo da centr’avanti.
Remo Croci
Una delle vittorie più belle che io ricordi in tutta la mia vita da tifoso e da giornalista. Ora vi posso svelare il sogno che feci nel ritiro romano. Sognai Alberto Ciabattoni e Ferruccio Zoboletti che mi incitarono a continuare assicurandomi che ce l’avremo fatta a salvare la nostra Samb. Non ho mai smesso di sperare. Sapevo che ognuno di noi alla fine avrebbe trovato nel profondo di sé stesso quell’ultima scintilla di forza residua per superare anche l’ennesimo ostacolo. Ho meditato e sofferto molto prima di prendere la dolorosa decisione susseguente alla partita con la Fermana. Ma se non l’avessimo fatto avremmo tacitamente avallato l’operato di Soldini e la squadra si sarebbe sentita tradita proprio da quelli che erano venuti per difenderla.
Per questo mi sono piovute critiche da parte di personaggi così detti “importanti” che mi hanno alquanto ferito mentre rispetto le osservazioni dei tifosi perché la squadra, prima che ai presidenti di turno, appartiene a loro. Ora mi ritiro così discretamente come sono venuto. Penso di aver dato un mio modesto contributo a salvare la squadra della mia città che amo con tutta l’anima e questo da solo mi gratifica più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Francesco Chimenti
Un grazie di cuore a questi ragazzi che hanno dato l’anima. Non spendete parole inutili su di me ma parlate bene di questi ragazzi che hanno dato l’anima per dimostrare alla città e al mondo intero di cosa sono capaci un gruppo di ragazzi seri ed onesti. Io se volete ho solo stampato il cartellino. Nella partita di andata ci ha condizionato in modo determinante il fatto che non avevamo fatto in pratica nessun allenamento serio in previsione della partita. Se poi a tutto ciò si aggiunge il lungo viaggio e la situazione psicologica nella quale si è vissuto fin qui allora è presto fatta.
Oggi si è visto una squadra diversa perché diverso è stato l’approccio mentale e perché il pubblico sin dal fischio d’inizio ha dimostrato di essere vicino alla squadra e pronto a sostenerla per tutto l’arco della partita. Un immenso grazie va a gente come Voltattorni, Zini, Catto, Beni, e mi scuso per tutti quelli che in questo momento non mi vengono in mente. I ragazzi sono stati tutti bravi ma una menzione personale forse se la merita Macaluso che ha dimostrato di essere un giocatore universale. Aggiungo tranquillamente che se le cose si fossero messe diversamente non avrei esitato un attimo a schierarlo da centr’avanti.
Remo Croci
Una delle vittorie più belle che io ricordi in tutta la mia vita da tifoso e da giornalista. Ora vi posso svelare il sogno che feci nel ritiro romano. Sognai Alberto Ciabattoni e Ferruccio Zoboletti che mi incitarono a continuare assicurandomi che ce l’avremo fatta a salvare la nostra Samb. Non ho mai smesso di sperare. Sapevo che ognuno di noi alla fine avrebbe trovato nel profondo di sé stesso quell’ultima scintilla di forza residua per superare anche l’ennesimo ostacolo. Ho meditato e sofferto molto prima di prendere la dolorosa decisione susseguente alla partita con la Fermana. Ma se non l’avessimo fatto avremmo tacitamente avallato l’operato di Soldini e la squadra si sarebbe sentita tradita proprio da quelli che erano venuti per difenderla.
Per questo mi sono piovute critiche da parte di personaggi così detti “importanti” che mi hanno alquanto ferito mentre rispetto le osservazioni dei tifosi perché la squadra, prima che ai presidenti di turno, appartiene a loro. Ora mi ritiro così discretamente come sono venuto. Penso di aver dato un mio modesto contributo a salvare la squadra della mia città che amo con tutta l’anima e questo da solo mi gratifica più di qualsiasi altra cosa al mondo.
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