Venerdì scorso, nella tarda mattinata, gli strani movimenti di quei due dall’apparenza straniera non erano sfuggiti alla figlia del titolare (33 anni) di quel bar situato vicino alla stazione ferroviaria di San Benedetto. Inoltre si ricordava che la sera prima, nel controllare l’incasso dei videogiochi, si era accorta di un ammanco di 200 euro che si sommava alle 90 del giorno precedente.

Senza pensarci un attimo la giovane affronta i due soggetti e chiede loro spiegazioni su quell’insistente armeggiare. Per tutta risposta uno dei due gli si getta addosso e la strattona violentemente dopo averla afferrata per il collo provocandogli lesioni giudicate guaribili in otto giorni. Poi si danno precipitosamente alla fuga a bordo di un’Astra dal colore grigio. Subito scatta la denuncia al 113 da parte della vittima e dei numerosi testimoni presenti nel bar. Vengono segnalati in un primo momento a Grottammare e da qui il Commissariato di San Benedetto notifica immediatamente la cosa alla Prefettura di Fermo per la competenza territoriale insieme ad una prima documentazione segnaletica dei due.

Da un rapido quanto efficientissimo controllo incrociato costituito in parte dal numero della targa, che risulta intestata ad uno dei due (Emir L.)e da altri dati segnaletici viene individuato l’ultimo domicilio di uno dei sue soggetti situato in uno dei casolari quasi dimenticati nella campagna tra Sant’Elpidio a Mare e Montegranaro. Verso mezzogiorno, sempre dello stesso giorno, i due arrivano alla casa e vengono prontamente fermati.

Da qui si procede immediatamente al riconoscimento sia da parte della vittima che di alcuni testimoni presenti all’aggressione che dà esito positivo. Trattasi di due albanesi: Emir.L (’86) ed Hammed K. (‘87). Immediatamente dopo il Dott. Bartolazzo della prefettura di Fermo emette ordine di fermo giudiziario per Emir L. (non potendo essere arrestato in flagrante di reato)con l’accusa di “furto aggravato dalla violenza e lesioni personali”. Per il secondo Hammed K., che ha avuto una parte meno coinvolgente, si procede alla denuncia a piede libero per il semplice reato di furto.

Il più giovane Emir L. viene successivamente trasferito alla casa circondariale di fermo. I due non sono nuovi a fatti del genere e sono già finiti nelle mani della procura di Milano per precedenti penali legati allo stesso tipo di infrazione. Sequestrate sia le banconote che la macchina. La posizione dei loro permessi è attualmente al vaglio delle autorità competenti.

La dinamica dei colpi effettuati ai danni delle macchinette cambia monete è vecchia quanto ingegnosa. Si tratta di fabbricare una banconota “alterata” servendosi si un pezzo da 20 euro e spezzoni da 10 opportunatemente incollati e quindi si procede ad un falso cambio di moneta dove l’apparato elettronico della macchinetta viene opportunatamente “ingannato” costringendolo a distribuire il cambio senza ricevere la moneta corrispondente. Ai due malviventi bastava assestare una mezza dozzina di colpi giornalieri per sbarcare comodamente il lunario. A fregarli l’arroganza di perpetrare il colpo sotto agli occhi di tutti e la violenza di uno dei due.