"Dopo la divisione della provincia e la fine della Casmez, non c'è un nuovo modello di sviluppo competitivo nel nostro piceno". Lo ha affermato il Sen.Amedeo Ciccanti intervenendo all'assemblea degli industriali della provincia di Ascoli Piceno, che si è interrogata con i rappresentanti politici locali su come passare dalle parole ai fatti per cogliere la timida ripresa economica in corso.

"Le istituzioni locali, regione, provincia, comuni, consorzio industriale, Ato, Ciip e altre società pubbliche, che operano in regime privatistico, ma in condizioni di monopolio, nei servizi di pubblica utilità - ha detto il parlamentare udc - non producono progettualità di sistema".

"I tavoli di concertazione sono utili occasioni di discussione e di confronto - ha sottolineato - ma finora non hanno prodotto un nuovo modello di sviluppo per il piceno. limitandosi ad occasionali e sporadiche decisioni su particolari enmergenze locali". "Regione e Provincia, in quanto enti di programmazone - ha affermato con vigore - stanno navigando a vista, senza indicare un orizzonte dove tutti possono remare".

"I costi energetici, le alte tariffe dell'acqua, della corrente elettrica, del gas, dell'autostrade, dei trasporti e dello smaltimento dei rifiuti - ha concluso - oltre ai ritardi di una burocrazia farraginosa e lenta, con i ritardi della logistica e delle reti immateriali, che indeboliscono le cosiddette 'economie esterne', che sono fattori decisivi di svilluppo e competitività, rappresentano la sfida della classe dirigente locale, sia politica che imprenditoriale".