Alcide Pierantozzi, un giovane con tanta strada davanti
San Benedetto del Tronto | Presentato il libro d'esordio del giovane scrittore sambenedettese. "Uno in diviso", ieri sera, nel corso dell'evento "Scrittori sotto le stelle", è stato apprezzato dalla critica e dall'opinione pubblica
di Eleonora Camaioni
Alcide Pierantozzi in alcuni momenti della presentazione
Ci sono tanti, forse anche troppi segni nella storia di Alcide Pierantozzi che possono far pensare che diventerà una delle penne più lette del panorama letterario contemporaneo.
Di base il giovane scrittore di origini sambenedettesi ha una cultura filo-letteraria, derivata dagli studi classici e dalla frequentazione della Facoltà di Filosofia dell’Università Cattolica di Milano. Il suo bagaglio culturale è solido, lo si nota nella ricchezza di linguaggio, la sua formazione intellettuale è a tutto tondo e spazia dalla letteratura, alla filosofia, all’amore per il cinema.
E’ un ragazzo di soli 21 anni che, in poco meno di due settimane, ha messo in ordine tutto lo scibile di un ricco database cerebrale umano, quello presente nel suo cervello, ha attivato le sue sinapsi e ha scritto il suo primo romanzo “Uno in diviso”.
Il giovane e soprattutto lo scrittore ha avuto la fortuna di incontrare un editor come Cristina Tizian e tutto lo staff della neonata casa editrice Hacca-Halley che punta su di lui.
Alcide ha dalla sua parte anche la critica, in particolare quella del prof. GianPaolo Vincenzi, che parla in toni favorevoli del codice usato, dei vari registri adottati nel fluire del discorso narrativo, del “linguaggio che si nutre di altre forme d’arte come il cinema e la filosofia”.
Il neo-scrittore sente il calore degli amici e dei parenti che gli sono sempre stati vicini durante la serata di presentazione del suo libro allo chalet Malibù, durante la rassegna “Scrittori sotto le stelle”.
L’evento organizzato dalla Confeserecenti, Fiba e Libreria “La Bibliofila” è stato uno dei più seguiti quindi una certa risonanza Alcide ce l’ha anche nell’opinione pubblica.
A lui sono rivolte anche critiche, riguardanti il suo voler mettere tanto materiale dentro il primo lavoro realizzato, forse risultando un po’ grossolano nel parlare con gli stessi toni di violenza così come intesa da Kubrick o da Dario Argento o da Pasolini. Ma si sa l’insegnamento per i giovani è sempre lo stesso: accettate le critiche costruttive ed allontanarsi con occhio critico da quelle distruttive.
Di certo tutti questi ingredienti non possono che fare di un nostro conterraneo, un piccolo grande uomo, che pur indossando i jeans strappati e la fascetta in testa, potrebbe, come gli è stato augurato durante la serata, diventare più famoso di Alessandro Baricco.
Questo lo confermerà solo il tempo, intanto possiamo augurargli di mettere nel prossimo lavoro, ad oggi in fase di stesura, tutta l’enfasi letteraria che solo Baricco è riuscito a donare ai lettori nei suoi Seta e Senza Sangue.
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18/08/2006
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