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I finalisti del premio libero Bigiaretti: Anna Maria Mori

| MATELICA -Istriana di nascita, giornalista e scrittrice, è stata tra il gruppo dei fondatori di “Repubblica”

Cinquantadue voti. “Nata in Istria”, l’ultimo lavoro di Anna Maria Mori edito da Rizzoli, è il romanzo finalista della quinta edizione del concorso nazionale biennale di narrativa “Matelica – Libero Bigiaretti” che ha riscosso il punteggio più alto dalla giuria. Il premio, organizzato dal Comune di Matelica, la Provincia di Macerata, la comunità montana Alte Valli del Potenza e dell’Esino e l’Università di Camerino, si concluderà l’undici novembre, giorno in cui verranno assegnati i riconoscimenti: 4600 euro per il vincitore e mille euro per i finalisti.

Anna Maria Mori, giornalista e scrittrice, nata a Pola, in Istria, è stata tra il gruppo dei fondatori di Repubblica. Ha curato la redazione degli spettacoli come caposervizio, per passare poi come inviato speciale per i settori Cultura e Spettacoli. Prima di Repubblica, che ha lasciato nel ’95, era stata caporedattore del settimanale Annabella (oggi Anna, periodico con il quale ancora collabora), e teneva una popolare rubrica di terza pagina del Messaggero di Roma, intitolata Una certa Roma a firma di Lucrezia.

Ha collaborato anche con la televisione, dove ha realizzato per Rai 3 la serie “Vent’anni solo ieri” e per Rai 1 “Istria 1943-1993: cinquant’anni di solitudine” e “Istria, il diritto alla memoria”. Tra i suoi libri: Gli esclusi. Storie di italiani senza lavoro (Sperling & Kupfer 2001), Femminile irregolare (Sperling & Kupfer 2002), Lasciami stare (Sperling & Kupfer 2003) e, con Nelida Dilani, Bora (Frassinelli 2005).

Con Nata in Istria, Mori racconta cosa significhi nascere in questa terra. Il suo libro non è un’inchiesta oggettiva, ma un collage di storie, persone, percorsi, riflessioni su un territorio di confine che, per mezzo secolo, è stato il buco nero nella coscienza italiana. Il romanzo dà voce alle testimonianze degli italiani che abitano ancora lì e di chi, invece, fa parte dei trecentocinquantamila che nel 1947 dovettero prendere la strada dell’esilio, rinunciando alla casa e al proprio passato. Nello sfondo trapela una dichiarazione d’amore alla bellezza di questa terra immersa nel mare, incoronata di rocce bianche e pini scuri.

26/09/2006





        
  



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