Clandestini. Impossibile espellereli ed arrestarli!
Acquasanta Terme | Opportuna liniziativa di Forza Italia: ITALIANI IN 5 ANNI? No, Grazie!
di Giuseppe Orsini*
L’Avv. Gian Luigi Pepa ha scritto due articoli su ilQuotidiano.it sulla immigrazione clandestina e sulle Sentenze della Corte di Cassazione.
Il 26 settembre 2006 Pepa titolava:
«Il clandestino povero è autorizzato a restare in Italia».
Il 28 settembre 2006 scrivevo che a rischiamo di essere noi i discriminati. Gli italiani. In Italia!
Il clandestino espulso può tranquillamente restare in Italia.
Per sopravvivere, o viola le nostre leggi o vive di aiuti dello Stato.
Magari a scapito di italiani in stato di indigenza. Bel risultato.
Insisto: meglio pagare agli extracomunitari espulsi il viaggio di ritorno al paese di origine.
Con minori costi, sia socialmente che economicamente.
Proibito anche l’arresto.
L’Avv. Pepa scrive il 6 ottobre scrive:
«A proposito di Cassazione e di clandestini. Lo straniero non può essere arrestato dopo il diniego al rinnovo del permesso».
La Corte di Cassazione, pochi giorni dopo, torna sulla clandestinità. La Procura di Palermo aveva avviato la procedura di espulsione di un marocchino che, allo scadere del permesso di soggiorno, non ne aveva avuto il rinnovo.
Doveva lasciare l’Italia entro cinque giorni. Non avendo rispettato l’ordine, veniva arrestato, il Tribunale di Palermo non ha convalidato l’arresto.
L’Avv. Pepa osserva che, per la Suprema Corte, “sarebbe irragionevole punire più gravemente (con l’arresto – ndr) lo straniero”. Da comune cittadino, non da giurista, non mi stupisco del comportamento degli immigrati spesso contrario alle nostre tradizioni e cultura. Per non parlare dei casi di violenza. Insomma, rasentiamo l’autolesionismo. Mi domando: E’ carente la legge o sbaglia chi la applica? Gradirei una risposta dagli esperti in materia. A cominciare dall’Avv. Pepa. Temo che stiamo svendendo la nostra identità. Qualche giorno fa una notizia mi ha lasciato quanto meno interdetto. Non ricordo esattamente né giorno né testata giornalistica; ma l’avvenimento è recentissimo. Un immigrato che vive regolarmente in Italia con la sua famiglia (moglie compresa, presumo) ha richiamato un suo figlio naturale. Il quale a sua volta richiama la madre. Tutto a norma di legge.
Pare che la madre del figlio richiamato sia la seconda moglie dell’immigrato, regolarmente sposata nel paese di origine. Insomma, sembra che un immigrato in Italia possa essere raggiunto da più mogli. Rispettando le leggi italiane sulla immigrazione. Che fanno a pugni con la legge italiana sulla poligamia. E magari hanno diritto agli assegni familiari per le mogli in soprannumero!
L’emigrante italiano. Personalmente conosco bene i problemi di un emigrato. Sono emigrato (in Italia) ad 11 anni per motivi di studio (Roma), poi di lavoro (Torino e Roma). Prima ancora, mio Padre, nel 1910 emigrò in Canada. Da quel che raccontava, non furono rose e fiori. Uno dei miei fratelli emigrò in Belgio, appena diciottenne, nel 1948. Per 35 anni, è entrato in miniera al mattino presto, uscendo quando era buio. Fu tra i primi a scendere nella miniera di Marcinelle (Charleroi) l’otto agosto del 1956 per soccorrere centinaia di sepolti vivi. A Marcinelle morirono 262 persone, in maggioranza italiani (136). Mio fratello è morto in Belgio nel 1995. A 65 anni, con i polmoni pieni di “pusiera” (silicosi per capirci).
Ebbene, dopo 47 anni di Belgio, con la vita che ha fatto, nel 1995, non 10 secoli fa, non aveva diritto alla cittadinanza belga. Né al voto. Un consiglio, specialmente ai politici italiani: andate a visitare i cimiteri belgi nella zona di Charleroi. Leggete le lapidi degli italiani. Le parole, in dialetto italo - francese sono impressionanti. Noi, italiani, ci teniamo, oltre ai clandestini in clandestinità ed i clandestini espulsi. Anzi, non li arrestiamo neppure. Noi andiamo oltre. Apriamo, anzi spalanchiamo le frontiere e non vediamo l’ora di dare la cittadinanza a tutti (proposta di Giuliano Amato, Ministro Italiano degli Interni!). Dopo cinque anni. Per ora. In futuro magari dopo cinque mesi. O cinque settimane. Perché tanta fretta? Per un nobilissimo motivo: perché possano votare! Al più presto. A sinistra.
Ovvio! Ritengo quanto mai opportuna l’iniziativa di Forza Italia (www.forzaitalia.it/petizione): ITALIANI IN 5 ANNI? No, Grazie! Le adesioni stanno crescendo a vista d’occhio. Nella estate del 1974, a ridosso dei Mondiali di calcio, giunsi in treno a Monaco di Baviera, diretto ad Augsburg per lavoro. Era di domenica, primo pomeriggio. Mentre attendevo l’arrivo di un collega da Firenze, notai alcune persone - chiaramente non tedeschi – appoggiate alle colonne. Curioso come sono, “attaccai bottone”. Erano quasi tutti italiani. Domando: “Cosa fate qui?” “Guardiamo i treni che arrivano dall’Italia!” “Perché non siete in città?” “Beh, non sai come ci guardano e come ci evitano”. Potrei continuare con altre esperienze. Non serve.
L’Italia del futuro. Spesso mi chiedo come sarà l’Italia nel 2100. Meglio non pensarci. E’ significativo che a Roma, nella Sala Giulio Cesare del Campidoglio, dove si riunisce il Consiglio Comunale di Roma, non c’è il Crocifisso. Nella Capitale mondiale della Cristianità. C’è un bellissimo quadro della Madonna. Ma solo perché è un’opera d’arte. Ecco cosa rischia di diventare il Cristianesimo: arte. E basta.
*Coordinatore Comunale FI
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17/10/2006
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