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Il 70% dei Comuni italiani è a rischio idrogeologico

| ROMA - La cooperazione forestale chiede al Governo un programma di riassetto idrogeologico e di manutenzione del territorio

di Paride Travaglini


Il livello più alto di rischio idrogeologico in Italia coinvolge 5.553 Comuni italiani, il 68,8% del totale.
E’ quanto emerge da uno studio del Ministero dell’Ambiente che denuncia un rischio idrogeologico per il 7,1% della superficie totale nazionale, vale a dire 21.504 chilometri quadrati, di cui 13.760 per frane e 7.744 per alluvioni.
Il rischio idrogeologico è strettamente legato alla residualità di molte aree montane, soprattutto quelle che non hanno saputo valorizzare le specificità locali e le potenzialità turistiche.

Un’altra conseguenza è l’abbandono delle superfici boschive.
Risulta che più del 50% dei boschi italiani (che coprono un terzo dell’intera superficie italiana) sono abbandonati.
L’abbandono è dovuto a motivi economici, come lo scarso valore del legname ma anche all’appesantimento dell’attività forestale dovuto ad onerosi ostacoli burocratici.

L’abbandono delle attività forestali non tutela l’ambiente ma, al contrario, comporta nel medio e breve periodo processi di degrado, di cui il fenomeno degli incendi è uno dei segnali più evidenti ed allarmanti.
Alla luce di questi dati, la cooperazione forestale italiana chiede al Governo un impegno programmatico per il riassetto idrogeologico e la manutenzione del territorio che rappresenta la più grande opera pubblica del Paese.

Lo strumento più efficace risulta essere la prevenzione e in tale ottica la cooperazione ha sempre svolto un ruolo cruciale ed in alcuni casi esclusivo nel controllo e nella gestione sostenibile del territorio.
La cooperazione agro-forestali in Italia conta circa 400 imprese, tra cooperative e consorzi, 7000 soci ed un volume di attività di 300 milioni di euro.

In questi anni, la cooperazione forestale aderente alle quattro Organizzazioni Nazionali è stata capace di coordinarsi in una grande impresa, il Consorzio APPENNINOVIVO EUROPA che convoglia tutte le strutture regionali operanti sull’intero territorio nazionale.

Oggi, questo soggetto nazionale, articolato e unitario, può autorevolmente proporsi per realizzare e gestire un grande progetto di manutenzione del territorio come momento di tutela dell’ambiente ma anche una grande possibilità di sviluppo economico soprattutto delle aree montane.

18/10/2006





        
  



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