Grande successo per Montejorgio Cacionà
Montegiorgio | 700 persone del fermano sotto la tenda allestita allIppodromo San Paolo
di Simone Menin
Anche quest’anno il gruppo di poesia dialettale e folklore montegiorgese ha fatto centro. A dirigere il gruppo la magia della parola intrisa di passione e la sapiente regia del saggio e noto poeta Agostino Scaloni, in arte “Gusti de Ciriolu”. Ricordati nello spettacolo anche alcuni poeti storici montegiorgesi come Antonio Angelelli, in arte “Ntunì de Tavarrò” e Giovanni Capecci, conosciuto come “Nannì de Capiccittu”, proprio di quest’ultimo è stato letto il brano che spiega ancora, dopo tanti anni, “perchè Montejorgio Cacionà”. Per chi non lo sapesse il tutto è espresso nella strofa del Capecci che parla appunto del paese di Montegiorgio:
“... Pure pe li caciù è renomatu
per questo “Cacionà” venne chiamatu,
perché de Carnoà prima ce usava
de magnà li caciù fatti de fava...”
(da “noidimontegiorgio.it”)
traduzione in italiano: “anche per i calcioni è rinomato / per questo “Cacionà” venne chiamato / perchè a Carnevale prima si usava / mangiare i calcioni fatti con la fava”
Abbiamo chiesto ad un commosso Agostino Scaloni: “Agostino, era preoccupato nei mesi scorsi perchè diceva che negli ultimi anni lo spettacolo è andato un pò a diminuire come pubblico e come attenzione da parte della popolazione, ora avete di fronte 700 persone attente alla vostra arte, credo che questo la rincuori rispetto alle paure di qualche mese fa!”
“Ti dico solo questo, speriamo che continui così”
Sono quarant’anni che si realizza questo spettacolo e da sempre il signor Scaloni è al timone di questa barca che anche se ogni tanto ondeggia mai affonda. Questo grazie alla tenacia e alla sicurezza degli obiettivi in vista del coinvolgimento dei giovani che tengono acceso lo spirito del signor Scaloni, che mai s’abbatte.
Alla tenda allestita presso i parcheggi dell’Ippodromo San Paolo sono confluite persone ed interessati da tutto il fermano. Si sono riconosciute famiglie da Fermo, Monte Urano, Sant’Elpidio a Mare e ovviamente da tutte le frazioni della capitale della media valle del Tenna.
Ancora il cuore di Montegiorgio non ha smesso di battere, anche quest’anno l’attaccamento alle tradizioni della cittadinanza montegiorgese ha vinto sull’avanzata del consumismo privo di storia. Scenette familiari e battute comiche dei tempi andati, canti folkloristici e poesie dialettali, il tutto nella magnifica cornice dell’ambiente naturale dell’Ippodromo San Paolo, mentre, all’esterno della tenda, una volta stellata, di tanto in tanto, anch’essa accennava un sorriso.
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19/11/2006
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