Continua a rimanere senza perché il suicidio dell’avvocato Luca Bernardini.
Niente che possa spiegare, far capire il perché di un simile e strano gesto. Le forze dell’ordine hanno passato al setaccio il suo computer e magari proprio da quella fonte potrà spuntare la testimonianza di un qualche disagio o malessere che ottenebrava la sua vita e la sua mente.

Fonti vicine all’uomo, pur nella totale incredulità e nel più completo dolore, hanno cercato di dare una motivazione al gesto del loro amico. Ecco allora che salta fuori un periodo non troppo florido che l’avvocato stava attraversando con problemi sul lavoro dal quale aveva allentato i ritmi come se non fosse più quella la strada che intendeva proseguire. Una figlia lontana milioni di km, residente negli Stati Uniti con la mamma, ex moglie di Luca.

Un carattere schivo e molto riservato che prevedeva un forte attaccamento con la sua famiglia, una passione per la lettura, e la cultura in generale, oltre al suo hobby di fare passeggiate in bicicletta. Si presume che proprio la sua mountain bike l’abbia condotto alla conoscenza del luogo nascosto in cui ha deciso di esalare i suoi ultimi respiri.

Nel territorio del fermano c’è un forte sgomento, la famiglia di Luca era infatti molto conosciuta.
Incredulità anche presso il Foro di Fermo dove gli avvocati, colleghi della vittima, sono rimasti profondamente colpiti dal fatto.

Lutto e cordoglio anche a Cetraro, nel cosentino, luogo dove l’avvocato è nato e cresciuto. La Procura di Fermo ha aperto un fascicolo per vederci chiaro ma sembra essere una normale prassi da rispettare dal momento che non sembrano esserci amletici dubbi su quanto accaduto.