L'accusa Ds: "Di Ruscio vuole imporre un principio di libertà vigilata"
Fermo | Il centrosinistra fermano critico contro il primo cittadino, in merito alla questione dell'impianto rifiuti di Ete Caldarette
di Pierpaolo Pierleoni
Sulla zona di Ete Caldarette e l'ipotesi di un deposito di rifiuti potenzialmente inquinante per la cittadinanza, la questione è ancora aperta. Dopo la mozione sottoscritta dai partiti del centrosinistra e la risposta del sindaco Di Ruscio, la palla passa di nuovo all'opposizione.
“In quei locali è vietato fare politica!” Perbacco, è dai tempi del ventennio fascista che non si sentivano più frasi come questa pronunciata dal sindaco Di Ruscio (che colto da delirio di onnipotenza, si creda forse il podestà?!), secondo il quale è vietato parlare di politica o di amministrazione pubblica presso i centri sociali. Grave colpa, allora, quella del presidente del centro sociale di Caldarette d’Ete per aver consentito un’assemblea organizzata dall’opposizione per illustrare una mozione consiliare riguardante problemi di quel quartiere. Certo, se la stessa riunione l’avesse organizzata la giunta e la sua maggioranza di destra allora non ci sarebbe stato alcun problema, anzi. Ma che addirittura si sia avuta la sfrontatezza di dare spazio alla voce della sinistra, in questa città dove ormai nessuno più lo consente, per la destra fermana è avvenimento senz’altro da censurare.
"Sarebbe da riderci sopra, ma tali frasi denotano uno strano e subdolo principio di libertà vigilata del diritto di espressione che denunciamo apertamente. Noi ci opponiamo con forza all’atteggiamento antidemocratico del sindaco. Riteniamo che gli spazi pubblici, compresi i centri sociali, siano tutti deputati per accogliere assemblee di cittadini che lo richiedano. A maggior ragione se si tratta di consiglieri comunali. Reputiamo l’alzata di scudi del sindaco una scivolata di cattivo gusto e lo invitiamo a porgere pubblicamente le proprie scuse ai cittadini ed al presidente del centro sociale di Caldarette Ete, accusato ingiustamente.
"Nel merito della questione relativa all’impianto dei rifiuti, Di Ruscio sa bene, essendo esperto in materia, che la Provincia non ha concesso nessuna autorizzazione. L’impresa, avvalendosi di una procedura semplificata prevista dalla normativa, ha prodotto una comunicazione di inizio attività di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi (una sorta di autodichiarazione), che viene sottoposta a verifica dai competenti uffici provinciali, con la collaborazione degli altri enti, a cominciare dallo stesso comune, per accertare se risultano rispettati i presupposti e le condizioni per svolgere tale attività. Come noto, alcuni accertamenti sono in corso. Il Comune di Fermo aveva già espresso un proprio parere che, nella fattispecie, è risultato decisivo poiché favorevole alla iniziativa dell’impresa. Tuttavia, il comune, qualora lo ravvisasse necessario, ha tuttora la facoltà di chiedere alla Provincia di far sospendere la prosecuzione dell’esercizio. Quindi, invece di polemizzare anche in maniera scorretta sul piano personale, conoscendo come dentro una pubblica amministrazione ci sono ruoli, competenze e funzioni da rispettare, il sindaco dovrebbe adempiere a quello che la legge attribuisce alla sua competenza ed esimersi il solito balletto dello scaricabarile. La mozione dell’opposizione, in fondo, chiede questo".
E mentre dalla segreteria Ds l'attacco al sindaco si rinnova, a chiedere un incontro è anche la ditta Fagioli, titolare dell'impianto di rifuti speciali oggetto della polemica. La società ha invitato nelle prime settimane del nuovo anno, presumibilmente intorno a metà gennaio, stampa, autorità e istituzioni a visitare l'impianto, per verificare come non vi sia alcun rischio per la salute dell'ambiente e dei cittadini della zona
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27/12/2006
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