Progarmma "pari". I primi concreti risultati
| Settantacinque donne disoccupate da almeno due anni sono già al lavoro presso aziende dei distretti agro-alimentare, industriale e calzaturiero della Provincia di Ascoli Piceno.
di Emidio Mandozzi
Emidio Mandozzi
Il programma PARI - Programma d’Azione per il re-impiego di lavoratori svantaggiati è un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e avviato in tutte le province marchigiane dallo scorso mese di maggio il cui obiettivo è quello di facilitare il reinserimento al lavoro di soggetti appartenenti a categorie che incontrano particolari difficoltà.
La Regione Marche, nelle linee guida attuative del progetto definite in sede di Commissione Regionale Lavoro, ha previsto interventi verso donne in reinserimento lavorativo (azione 1), ovverosia coloro che desiderino rientrare nel mondo del lavoro dopo che hanno dovuto abbandonare l’attività lavorativa per la difficoltà di conciliare la vita lavorativa e quella familiare, e lavoratori disoccupati in mobilità non indennizzata (azione 2), fuoriusciti cioè da aziende di piccole dimensioni in situazione di crisi e perciò privi di specifici ammortizzatori sociali.
Le misure previste a favore di tali soggetti consistono in assegni a sostegno del reddito erogati dell’INPS, dell’importo di € 450, per la durata di 8 mesi e “buoni” di €1000 l’uno per l’adeguamento della loro professionalità. Accanto a tale misura economica, a favore delle donne in reinserimento lavorativo è stata prevista anche l’immissione in azienda con borsa-lavoro.
Fra le province marchigiane, a quella di Ascoli Piceno, vista la particolare congiuntura economica e in considerazione della prossima istituzione della nuova Provincia di Fermo, è stata destinataria di una maggior quantità di risorse. Ciò ha permesso di poter attivare un numero di interventi superiore di circa 1/3 rispetto a quelli delle altre Province, circostanza che, in vista del notevole impegno operativo, ha spinto il Servizio Politiche Attive del Lavoro, a cui compete il coordinamento del progetto, ad assegnare la gestione di gran parte delle sue fasi ai Centri per l’Impiego della Provincia fin dalla fase istruttoria.
Pertanto fulcri operativi del programma sono stati i Centri per l’Impiego, Orientamento e Formazione (C.I.O.F.) della Provincia, che, affiancati dagli operatori di Italia Lavoro spa, agenzia tecnica del Ministero del Lavoro, hanno attuato le varie fasi del programma: la diffusione dei bandi con i relativi moduli di domanda, l’assistenza per la compilazione, la ricezione delle domande, la definizione dei beneficiari mediante la costituzione di appositi nuclei di valutazione, l’abbinamento azienda-lavoratore nel caso dell’intervento a favore delle donne e, infine, la definizione di un percorso formativo per tutti i beneficiari.
Si è trattato di un impegno “corale” dei servizi che ha iniziato a dare risultati già nel mese di ottobre con i primi inserimenti in azienda delle donne dell’azione 1 e l’erogazione degli assegni a favore dei lavoratori in mobilità non indennizzata già inclusi nel programma.
Non appena individuati i beneficiari del programma, con una selezione effettuata secondo i parametri definiti nel bando, gli specialisti in consulenza orientativa e sostegno all’inserimento al lavoro dei Centri per l’impiego hanno avviato una serie di colloqui con i beneficiari del programma finalizzati alla definizione dei loro profili professionali; successivamente, acquisite le disponibilità delle aziende, gli operatori del servizio “incontro domanda-offerta” hanno proposto le candidature alle aziende, assistendole nella fase di selezione ed inserimento in azienda.
Ad oggi 75 donne, disoccupate da almeno due anni, sono state inserite in altrettante aziende della provincia di Ascoli Piceno e percepiscono per otto mesi un assegno di € 450,00 mensili pagati direttamente dall’INPS. La finalità è quella del reinserimento in azienda di donne che erano state licenziate e provenienti da aziende con meno di 15 dipendenti e quindi senza alcun ammortizzatore sociale.
In conclusione, l’intervento, oltre che un’efficace misura di politica attiva del lavoro rivolta ad alcune delle categorie di lavoratori che necessitano di assistenza per rientrare nel mondo del lavoro, come previsto dalla normativa europea (Regolamento CE n. 2204/2002), ha dimostrato di essere un valido strumento di verifica dell’efficienza dei Centri per l’Impiego i cui servizi, a pochi anni dalla riforma del collocamento e dal conferimento della materia del lavoro agli Enti Locali, hanno raggiunto la maturità operativa e dimostrato piena capacità di perseguire specifici risultati in progetti di alto rilievo sociale.
L’augurio è che dopo questi otto mesi le aziende possano stabilizzare definitivamente le lavoratrice.
La Regione Marche, nelle linee guida attuative del progetto definite in sede di Commissione Regionale Lavoro, ha previsto interventi verso donne in reinserimento lavorativo (azione 1), ovverosia coloro che desiderino rientrare nel mondo del lavoro dopo che hanno dovuto abbandonare l’attività lavorativa per la difficoltà di conciliare la vita lavorativa e quella familiare, e lavoratori disoccupati in mobilità non indennizzata (azione 2), fuoriusciti cioè da aziende di piccole dimensioni in situazione di crisi e perciò privi di specifici ammortizzatori sociali.
Le misure previste a favore di tali soggetti consistono in assegni a sostegno del reddito erogati dell’INPS, dell’importo di € 450, per la durata di 8 mesi e “buoni” di €1000 l’uno per l’adeguamento della loro professionalità. Accanto a tale misura economica, a favore delle donne in reinserimento lavorativo è stata prevista anche l’immissione in azienda con borsa-lavoro.
Fra le province marchigiane, a quella di Ascoli Piceno, vista la particolare congiuntura economica e in considerazione della prossima istituzione della nuova Provincia di Fermo, è stata destinataria di una maggior quantità di risorse. Ciò ha permesso di poter attivare un numero di interventi superiore di circa 1/3 rispetto a quelli delle altre Province, circostanza che, in vista del notevole impegno operativo, ha spinto il Servizio Politiche Attive del Lavoro, a cui compete il coordinamento del progetto, ad assegnare la gestione di gran parte delle sue fasi ai Centri per l’Impiego della Provincia fin dalla fase istruttoria.
Pertanto fulcri operativi del programma sono stati i Centri per l’Impiego, Orientamento e Formazione (C.I.O.F.) della Provincia, che, affiancati dagli operatori di Italia Lavoro spa, agenzia tecnica del Ministero del Lavoro, hanno attuato le varie fasi del programma: la diffusione dei bandi con i relativi moduli di domanda, l’assistenza per la compilazione, la ricezione delle domande, la definizione dei beneficiari mediante la costituzione di appositi nuclei di valutazione, l’abbinamento azienda-lavoratore nel caso dell’intervento a favore delle donne e, infine, la definizione di un percorso formativo per tutti i beneficiari.
Si è trattato di un impegno “corale” dei servizi che ha iniziato a dare risultati già nel mese di ottobre con i primi inserimenti in azienda delle donne dell’azione 1 e l’erogazione degli assegni a favore dei lavoratori in mobilità non indennizzata già inclusi nel programma.
Non appena individuati i beneficiari del programma, con una selezione effettuata secondo i parametri definiti nel bando, gli specialisti in consulenza orientativa e sostegno all’inserimento al lavoro dei Centri per l’impiego hanno avviato una serie di colloqui con i beneficiari del programma finalizzati alla definizione dei loro profili professionali; successivamente, acquisite le disponibilità delle aziende, gli operatori del servizio “incontro domanda-offerta” hanno proposto le candidature alle aziende, assistendole nella fase di selezione ed inserimento in azienda.
Ad oggi 75 donne, disoccupate da almeno due anni, sono state inserite in altrettante aziende della provincia di Ascoli Piceno e percepiscono per otto mesi un assegno di € 450,00 mensili pagati direttamente dall’INPS. La finalità è quella del reinserimento in azienda di donne che erano state licenziate e provenienti da aziende con meno di 15 dipendenti e quindi senza alcun ammortizzatore sociale.
In conclusione, l’intervento, oltre che un’efficace misura di politica attiva del lavoro rivolta ad alcune delle categorie di lavoratori che necessitano di assistenza per rientrare nel mondo del lavoro, come previsto dalla normativa europea (Regolamento CE n. 2204/2002), ha dimostrato di essere un valido strumento di verifica dell’efficienza dei Centri per l’Impiego i cui servizi, a pochi anni dalla riforma del collocamento e dal conferimento della materia del lavoro agli Enti Locali, hanno raggiunto la maturità operativa e dimostrato piena capacità di perseguire specifici risultati in progetti di alto rilievo sociale.
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28/12/2006
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