In crescita dell1,1% gli iscritti allUniversità Politecnica delle Marche
| ANCONA - Infondate le notizie uscite oggi sul Corriere della Sera
Ma dove li hanno letti, i dati pubblicati sul Corriere della Sera di oggi, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella? Qual è la fonte che accredita la notizia secondo la quale nell’Università Politecnica delle Marche due corsi - Ingegneria Informatica e dell’Automazione e Viticoltura ed Enologia - avrebbero un solo studente?
Ci deve essere un errore da parte degli estensori delle tabelle, o una lettura erronea delle informazioni contenute sul sito del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario, dal momento che basta scorrere le tabelle dell’Ufficio Statistica del Miur (Ministero per l’Università e la Ricerca) per accertarsi che il corso in Ingegneria Informatica e dell’Automazione dell’Università Politecnica delle Marche, lungi dall’avere un solo iscritto, conta ad Ancona 154 nuovi immatricolati (erano 131 nello scorso anno accademico); nella sede di Fermo 34 (nello scorso a.a. erano 48) e in modalità a distanza 22 (in crescita rispetto ai 15 dello scorso anno).
Lo stesso vale per Viticoltura ed Enologia di Agraria, corso attualmente seguito da 32 matricole (erano 28 lo scorso anno).
Nel fornire i dati aggiornati dell’incremento di immatricolazioni all’Università Politecnica delle Marche – che assiste a una crescita delle iscrizioni al primo anno dell’1,1% contro la media nazionale che registra un calo dello 0,8% (in controtendenza anche Urbino, che cresce dello 0,9%, mentre Camerino scende del 9,7% e Macerata dell’1,4% - il rettore Marco Pacetti fa osservare che “è incomprensibile da quale fonte i pur validi giornalisti abbiano tratto i loro dati. Ma è comunque sbagliato, a mio parere, l’approccio. Inutilmente scandalistico.
Per una famiglia che mantiene un figlio agli studi universitari, infatti non potrebbe che far piacere sapere che ha a sua completa disposizione addirittura una ventina di professori. Ma purtroppo il problema dell’università italiana non è affatto questo, bensì l’opposto, cui un decreto del Ministro Mussi attualmente al vaglio delle Camere sta per dare un correttivo: il fatto cioè che in molti corsi siano pochi i professori di ruolo che insegnano a tanti studenti. E’ questo fenomeno che abbassa il livello della didattica. Il decreto fissa dunque il numero minimo di professori di ruolo per ogni corso. E prescrive inoltre che nessun docente di ruolo possa tenere più di due corsi. Una battaglia contro il proliferare degli insegnamenti che nella nostra università stiamo combattendo da anni”.
Il rettore Marco Pacetti fa inoltre considerazioni sul numero di studenti. “Ogni ateneo persegue la sua strategia – commenta - e ha una sua politica nel definire i corsi e l’articolazione dell’offerta formativa. Sarà poi il mercato a premiare le scelte migliori e vincenti, o a penalizzare gli errori di prospettiva a medio termine”.
Ci deve essere un errore da parte degli estensori delle tabelle, o una lettura erronea delle informazioni contenute sul sito del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario, dal momento che basta scorrere le tabelle dell’Ufficio Statistica del Miur (Ministero per l’Università e la Ricerca) per accertarsi che il corso in Ingegneria Informatica e dell’Automazione dell’Università Politecnica delle Marche, lungi dall’avere un solo iscritto, conta ad Ancona 154 nuovi immatricolati (erano 131 nello scorso anno accademico); nella sede di Fermo 34 (nello scorso a.a. erano 48) e in modalità a distanza 22 (in crescita rispetto ai 15 dello scorso anno).
Lo stesso vale per Viticoltura ed Enologia di Agraria, corso attualmente seguito da 32 matricole (erano 28 lo scorso anno).
Nel fornire i dati aggiornati dell’incremento di immatricolazioni all’Università Politecnica delle Marche – che assiste a una crescita delle iscrizioni al primo anno dell’1,1% contro la media nazionale che registra un calo dello 0,8% (in controtendenza anche Urbino, che cresce dello 0,9%, mentre Camerino scende del 9,7% e Macerata dell’1,4% - il rettore Marco Pacetti fa osservare che “è incomprensibile da quale fonte i pur validi giornalisti abbiano tratto i loro dati. Ma è comunque sbagliato, a mio parere, l’approccio. Inutilmente scandalistico.
Per una famiglia che mantiene un figlio agli studi universitari, infatti non potrebbe che far piacere sapere che ha a sua completa disposizione addirittura una ventina di professori. Ma purtroppo il problema dell’università italiana non è affatto questo, bensì l’opposto, cui un decreto del Ministro Mussi attualmente al vaglio delle Camere sta per dare un correttivo: il fatto cioè che in molti corsi siano pochi i professori di ruolo che insegnano a tanti studenti. E’ questo fenomeno che abbassa il livello della didattica. Il decreto fissa dunque il numero minimo di professori di ruolo per ogni corso. E prescrive inoltre che nessun docente di ruolo possa tenere più di due corsi. Una battaglia contro il proliferare degli insegnamenti che nella nostra università stiamo combattendo da anni”.
Il rettore Marco Pacetti fa inoltre considerazioni sul numero di studenti. “Ogni ateneo persegue la sua strategia – commenta - e ha una sua politica nel definire i corsi e l’articolazione dell’offerta formativa. Sarà poi il mercato a premiare le scelte migliori e vincenti, o a penalizzare gli errori di prospettiva a medio termine”.
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28/12/2006
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