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Teramo / Caso Fira. Si apre il secondo troncone dell’inchiesta

| L’atto primo sui misteri delle cartolarizzazioni dei debiti della sanità alle cliniche private. Le rivelazioni dell’avvocato Carlo Taormina nel carcere di Castrogno per l’interrogatorio a Carlo Masciarelli.

di Nicola Facciolini

Carlo Taormina


L’ex presidente della Fira Abruzzo, Giancarlo Masciarelli, ospite eccellente del carcere di massima sicurezza di Castrogno a Teramo, ieri mattina 16 gennaio 2007 è stato nuovamente interrogato dal procuratore capo della Repubblica di Pescara, Nicola Trifuoggi. Masciarelli, ascoltato dal suo avvocato Carlo Taormina, nelle quasi tre ore di interrogatorio ha aperto di fatto a Teramo il secondo troncone dell’inchiesta Fira: l’atto primo sui misteri delle cartolarizzazioni dei debiti della sanità alle cliniche private.

Un’inchiesta-bomba che accanto all’altro filone dei fondi Docup sta facendo tremare trasversalmente il mondo politico abruzzese. Poco dopo le 12:30 il procuratore capo Trifuoggi insieme al pm Giuseppe Bennelli, sulla via del ritorno a bordo della Lancia Libra, appaiono l’altra faccia della verità blindata. Il primo atto dell’inchiesta cartolarizzazioni è il capitolo forse più rovente dell’affare Fira. L’interrogatorio doveva essere la verifica, senza veli, della volontà di collaborare di Masciarelli, manifestata nei giorni scorsi.

A Palazzo di giustizia, allora, si aspettavano sicuramente di tutto e di più. Taormina ha confermato che non si è parlato neppure dei crediti inesigibili: i 120 milioni di euro “regalati” a un'unica clinica privata, certamente non teramana perché a Teramo non ve ne sono. Ben custoditi nella borsa del legale Taormina, i preziosi appunti potrebbero far luce sulle scottanti verità di Masciarelli e anche sul ruolo della classe dirigente oggi al potere. L’argomento della cartolarizzazione è il più delicato tra tutti quelli oggetto di indagine, non a caso di questa inchiesta il titolare è il procuratore capo. Secondo l’accusa, si parla di un’illecita distribuzione di fondi reperiti dalla borsa internazionale attraverso la vendita delle azioni sui debiti della sanità. Fondi di cui avrebbe beneficiato in larga misura un unico proprietario di cliniche.

“Non vi sono dubbi sul fatto che si tratti di un’operazione di alta finanza – spiega Taormina - operazione che ha ricevuto l’approvazione di tutti gli organi competenti, nazionali e regionali, ora si tratta di capire se qualcuno ci ha speculato sopra, questo è un altro problema”. Non si sa, poi, dove siano finiti i famosi 120 milioni di euro di crediti inesigibili che sarebbero stati presi da un unico proprietario di cliniche. “Nessuna domanda su questo punto” – rivela Taormina. Al primo colloquio altri ne seguiranno anche perché le indagini, coordinate da Trifuoggi, proseguono nella massima riservatezza del segreto istruttorio.

Non è escluso nei prossimi giorni che possano scattare nuovi avvisi di garanzia anche se, avverte Taormina “non abbiamo parlato di collusione politica, bensì di qualche aspetto che naturalmente non può non attraversare anche la politica però niente di preoccupante per il momento”. Non sono emersi nomi. “Noi non facciamo nomi di nessuno”. L’operazione di alta finanza sarebbe servita a ripianare i debiti della sanità abruzzese: ora la giustizia dovrà acclarare i nomi di chi ne avrebbe fatto un uso improprio. Inevitabile la collusione politica trasversale. Buono lo stato di salute di Masciarelli. “E’ un uomo tranquillo –afferma Taormina - che capisce le cose e cerca di farle capire: stiamo combattendo una battaglia che riteniamo fare da detenuti piuttosto che difenderci male”.

17/01/2007





        
  



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