La bufera in casa Udc non sembra ancora stemperarsi. Dopo le critiche lanciate nei giorni scorsi da Gaudenzio Santarelli ed altri due membri del direttivo Udc recentemente fuoriusciti dal partito, pronta era stata la replica da parte dei membri scudocrociati, che avevano preso le difese del segretario Andrea Recchioni. Gaudenzio Santarelli torna però a farsi sentire e rincara la dose.

A tutti gli organi di stampa ha inviato infatti una nota, che già dal titolo, "Udc-due", lascia presagire l'intenzione di non abbandonare la politica, ma di proporre un movimento sempre legato al partito di Casini, ma distante dalle linee politiche dell'attuale segretario.

"La vera democrazia - scrive Santarelli - anche all’interno di un partito è proprio la libera espressione delle idee e del concetto di compattezza e di progresso culturale come ratio della crescita che da sempre contraddistingue la nostra ideologia. Tutto ciò, purtroppo, non avviene all’interno della sezione UDC di fermo dove i diktat sono quotidiani e non vi è possibilità di scambio legittimo di pensiero tra diverse anime. Prova provata della fondatezza delle lagnanze da me denunciate è proprio la risposta data “ testa bassa” da Recchioni e dai propri sostenitori.

"Il mio intento - prosegue Santarelli - d’intesa con Barbara Mercanti e Giampiero Scoccia (gli altri due membri del direttivo dimissionari nei mesi scorsi, ndr) era quello di superare una situazione stagnante deleteria per tutti e sintomatica di una regressione che, a nostro avviso, andrebbe contrastata anche con divergenze intestine ma volte alla crescita vera e libera di ogni soggetto all’interno del nostro partito. A volte l’operato di persone valenti aiuta a crescere e fortificare la compattezza di un partito; a volte, come in questo caso, il nostro partito è cresciuto nonostante gli ordini e le imposizioni di Recchioni.

Da qui, la proposta di Santarelli, che sfida apertamente il segretario Recchioni a 'singolar tenzone' elettorale: invita il segretario a rimettere il mandato e a convocare regolari elezioni per valutare se la maggioranza sia degli iscritti sia con lui. "Ancora oggi manca il numero legale dei membri del direttivo, segno evidente ed inconfutabile che la vera democrazia è molto lontana dalla concezione di partito di Recchioni che, sordo alle critiche costruttive, abbisogna solo del plauso incondizionato di alcuni. Recchioni dice che il partito è cresciuto grazie a lui, alla sua segreteria, noi diciamo che il partito è cresciuto nonostante lui, e senza di lui sarebbe cresciuto molto di più, chi ha ragione? Proponiamo di verificarlo in una maniera molto semplice, Recchioni rimetta il suo mandato, e andiamo all’elezione del segretario comunale di Fermo.

"L’aumento del numero degli iscritti - conclude Santarelli - ha completamente modificato l’assetto del partito a Fermo e necessita di una nuova e reale verifica volta ad ottenere la fotografia vera dell’attuale situazione nel nostro territorio. Perché avere paura di affrontare quello che è il principio cardine della democrazia? Lasciamo che siano i nostri iscritti a parlare liberamente e proporre soluzioni magari nuove e favorevoli all’ulteriore sviluppo. E’ la meritocrazia che dovrebbe prevalere e non la prepotenza. Molto spesso chi tace non sempre acconsente..."

Non resta che attendere, certamente a stretto giro di posta, una presa di posizione da parte della segreteria.