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Rincari al petrolio: occorre maggiore flessibilità?

| ANCONA - Ancora una volta il petrolio in rialzo è in prima pagina e si pensa alle liberalizzazioni.

di Valentina De Cosmis

Un carburante, il nostro, da lasciarci al verde, nel senso lato del termine, ovviamente. Consideriamo di voler ricaricare 100 euro della nuova fatina verde: 17,75 euro è il prezzo al giacimento e 4 euro impiegate per iltrasporto e ancora 3,15 euro per le raffinerie, e 6,8 euro per gli auto trasportatori e infine 3.3 euro per i gestori.

Restano ancora 65 euro e lo sfortunato automobilista si starà appunto chiedendo dove finiscano. Ebbene, sono tasse. 48,3 euro di accisa, l’imposta sulla fabbricazione e sul consumo, e 16,7 euro di IVA..

E la favola si conclude con un signor Carburante che costa più che in Italia, solo a Cipro, a Malta e in Olanda. Questa volta a ricordarcelo è stata la denuncia della Fita-Cna, associazione di piccoli e medi autotrasportatori, che ha segnalato forti rincari. Il j’accuse è rivolto a Total, Tamoil, Shell, Q8, Esso, Erg; Api e Agip e l’Autorità spiega come queste compagnie avrebbero alzato simultaneamente i loro prezzi, ottenendo un allineamento dei prezzi stessi. Insomma, avrebbero ricreato quella che nel medioevo sarebbe stata una Corporazione.

Il vicepresidente della regione Marche, Luciano Agostini, spiega che “introdurre elementi di liberalizzazione, nel settore della distribuzione dei carburanti, fa bene al nostro Paese e aiuta a crescere l’economia” e dichiara con fermezza che “una legislazione nazionale che tenda a svincolare il mercato delle grandi compagnie, può aiutare le Regioni a favorire una normativa e una programmazione diversa dall’attuale” perché a quanto pare la concessione delle licenze, punto chiave di questo rialzo, è attribuita alle regioni dal 2002, anche se i profili del trasferimento sono ancora in corso.

24/01/2007





        
  



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