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Teramo. Celebrato il Giorno della Memoria

| TERAMO - Il messaggio ai giovani dai coordinatori comunale (Attilio Altitonante) e provinciale (Paolo Tancredi) di Forza Italia.

di Nicola Facciolini


Nel Giorno della Memoria il Coordinamento comunale e provinciale di Forza Italia di Teramo, nel ribadire l’importanza delle cerimonie organizzate nel Comune di Teramo grazie alla sensibilità del sindaco Gianni Chiodi, e in tutto il territorio provinciale per commemorare la Shoah, l’annientamento del popolo ebraico, l’antisemitismo ammantato di antisionismo, sottolineano l’urgente necessità di organizzare in sede istituzionale, non solo nella data simbolica del 27 gennaio, momenti comuni di riflessione.

“E’ un nostro dovere, commemorare tutti gli stermini perpetrati contro l’umanità, tragedie ai più ignote o, peggio, dimenticate – ha dichiato il consigliere regionale e coordinatore provinciale Paolo Tancredi – per questo Forza Italia auspica nelle scuole, nelle università e nelle altre sedi istituzionali, un dibattito franco, aperto e sincero.

Abbiamo il dovere di rammentare a tutti, soprattutto alle giovani generazioni, quanto accadde al popolo ebraico e alle minoranze etnico-religiose d’Europa, perché simili tragedie non abbiano mai più a ripetersi. Purtroppo anche la storia del Novecento ha registrato una serie di crimini contro la pace e contro l’umanità, da quelli dei nazisti a quelli perpetrati dal comunismo e dai regimi fondamentalisti, negatori di pace e libertà”. Con la legge 211 del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha riconosciuto il giorno 27 gennaio come “Giorno della Memoria”, che viene celebrato quest’anno per la settima volta.

“Ricordiamo la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz (1945) – spiega il professor Attilio Altitonante, coordinatore comunale di Forza Italia - e commemoriamo la Shoah, le leggi razziali, la deportazione, la prigionia e la morte di milioni di vittime innocenti, nonché tutti coloro che, pur in campi e schieramenti diversi, si opposero al progetto di sterminio, salvando altre vite e proteggendo i perseguitati anche a rischio della propria vita”.

Durante la cerimonia per l’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, nell’irreale scenario del campo sotto la neve, ricordiamo con sgomento la descrizione di Primo Levi, soprattutto il suo monito a considerare i “campi di distruzione come un sinistro segnale di pericolo”. Essi, secondo Levi, sono alla fine di una catena che inizia con una convinzione che giace in fondo agli animi come una infezione latente: una convinzione più o meno consapevole secondo la quale “ogni straniero è nemico”. Una convinzione che, quando diventa idea fondante di un sistema di pensiero, ha nel lager la sua coerente ed estrema realizzazione.

“La memoria non è un patrimonio cristallizzato – ha detto Tancredi - ma è quel filo che lega saldamente il passato al presente e al futuro, e lo condiziona. Ricordare il passato significa strapparlo all’oblio e tenerlo sempre come monito affinché gli errori commessi non si debbano ripetere, affinché lo straniero, il diverso non debba mai più essere odiato, affinché l’ignoranza ed il pregiudizio non conducano ancora all’intolleranza e all’odio. E’ stato proprio in fondo a questo percorso che milioni di esseri umani hanno trovato i campi di sterminio. Non bisogna stancarsi di ripetere, soprattutto ai giovani, che tutti gli esseri umani sono uguali e che tutti hanno diritto al rispetto, alla dignità e alla libertà”.

La difesa di questi valori è un dovere di tutti. “Lo è in particolare – rivela Altitonante - di chi ricopre incarichi di responsabilità nell’educare le nuove generazioni, affinché attraverso la consapevolezza delle proprie radici e la riflessione sul significato della propria esistenza possa essere sradicata dalle coscienze quell'infezione latente di cui parlava Primo Levi, e possa essere infine proclamata la vittoria del diritto sulla sopraffazione e la vittoria della civiltà sulla barbarie”.

27/01/2007





        
  



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