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"Né meretrici, né Sante Maria Goretti": la verità di Giovanni Martinelli

Sant'Elpidio a Mare | Il sindaco sfiduciato risponde alle bordate dei Democratici e Popolari: "Il famoso foglietto? Non l'ho visto"

di Pierpaolo Pierleoni


Aveva promesso: dirò presto la mia verità. E forse avrebbe temporeggiato ancora per un po’ (“Non ho la loro fretta, un po’ populista, di correre sempre a parlare ai cittadini”), ma gli affondi dei Democratici e popolari letti sulla stampa locale lo invitano a replicare da subito, colpo su colpo. Così l’ex sindaco Giovanni Martinelli, stamattina in conferenza stampa al Caffè del Corso, è tornato sugli ultimi, frenetici giorni della sua esperienza alla guida della città, e sulle accuse ricevute.

“I Democratici non sanno fare altro che offendere, lanciare strali, vomitare accuse. Io a differenza loro non ho offeso nessuno, gli ho dato dei cialtroni dopo aver subito una serie di insulti, non ho mai parlato male dell’Amministrazione negli uffici comunali come fatto da loro, che hanno a più riprese chiesto le mie dimissioni. Agli alleati che mi sono rimasti confermo la mia stima, perché da loro non ho mai ricevuto forzature. Con i Democratici sono stato continuamente sotto ricatto. Se avessero fatto meno conferenze stampa, e avessero partecipato di più alla Giunta, forse le cose sarebbero andate meglio”.

La delusione è cocente, Martinelli non esita a nasconderlo, per l’epilogo della sua Amministrazione, caduta venerdì notte, ma la voglia di combattere rimane. Risponde al cellulare, arrivano chiamate su chiamate: “Come sto? Con la morte nel cuore” dice a qualcuno dall’altra parte del telefono. Però scherza, non risparmia battute, non perde il solito stile infarcito di citazioni e metafore, sorride, mentre il telefono trilla ancora: “Sì, ciao, sono un ex sindaco… Mi sono fatto sfiduciare, non potevo svendere la mia dignità”. Di chiamate, ammette, ne ha ricevute a decine. “Tanti attestati di solidarietà e di affetto, mi ha chiamato anche molta gente che mi ha sorpreso, da cui non mi aspettavo di ricevere telefonate”.

Poi entra nel merito della crisi che ha portato alla caduta della sua Giunta. “Ero in diritto e nella responsabilità di fare delle scelte. Se sono arrivato a prendere delle decisioni che sapevo, mi avrebbero potuto portare ad andarmene, è segno che dopo due anni e sette mesi la misura era colma”. Di cose da dire ne ha molte: “La mia verità – precisa – Non ho la presunzione di qualcun altro, che crede di avere in tasca quella assoluta – il riferimento è al capogruppo dei Democratici e popolari Governatori – E di certo a breve comincerò anch’io a fare assemblee con i cittadini”.

Non trascura il giallo delle ultime ore: quel fatidico foglietto su cui i Democratici hanno dato la loro versione, affermando si trattasse di una provocazione, sulla quale non si era neanche discusso. “Io non so nulla del foglietto, né se sia stato recuperato da un cestino – spiega l’ex sindaco – Di certo quello che Lattanzi mi ha chiesto a voce nel mio ufficio come condizione per rientrare in maggioranza corrisponderebbe a quanto contenuto in quel foglio. Anzi, mi hanno chiesto anche di far cadere altre teste”. Foglietto che, si ricorda, conteneva la richiesta di revoca degli assessori Orsili Calcinari e Santori, quella della responsabile della casa di riposo, l’assegnazione delle deleghe a centro storico, bilancio, personale, ambiente e urbanistica, le scuse pubbliche del Nucleo di valutazione e di Alleanza Nazionale.

L’inizio della fine dell’alleanza, aveva ricordato Governatori, si è avuta con la revoca dell’assessore Tosoni nel 2005. “Governatori, che ha tanto zelo di ripercorrere tutta la vita amministrativa della città – precisa l’ex primo cittadino – dovrebbe essere così corretto da ricordare anche le responsabilità della delega revocata all’assessore Galletti alcuni mesi dopo”.

L’invito, poi, sulle responsabilità del gruppo Lattanzi, è rivolto alla cittadinanza, in pieno Martinelli style: “Io invito tutti a porsi una domanda, l’ho fatto anche in Consiglio comunale. E’ possibile che, se con noi è andata così, e con il centrosinistra è andata com’è andata, il mondo abbia sempre torto e loro sempre ragione? Io ho fatto ammenda, ma non è possibile che loro non abbiano mai sbagliato. Non si può far credere alla città che loro siano delle Santa Maria Goretti e il sindaco la Dea Calì. Non si può rivendicare sempre questo stato virginale e ad accusare gli altri di esercizio costante del meretricio. Purtroppo il gruppo Lattanzi non regge i 90 minuti”.

Una battuta anche sul centrosinistra: “Mi spiace solo che un atto così grave, così importante per una città come la mozione di sfiducia di un’Amministrazione sia stato scritto prendendo spunto dai virgolettati dei giornali. In un momento così importante avrei preferito qualcosa che fosse arrivato da loro, mi è parsa una mancanza di identità politica”.

Ed ora, lasciando alle spalle il veleno, è già tempo di guardare alle prossime elezioni, tra circa tre mesi. Primo da nodo da sciogliere, quello relativo a Forza Italia, dove l’on. Remigio Ceroni non ha risparmiato critiche all’ex Sindaco e ad Alleanza Nazionale, minacciando di non partecipare all’alleanza di centrodestra. “Spero che quelle di Ceroni siano dichiarazioni sull’onda dell’emotività – replica Martinelli - Da lui avrei gradito un po’ più di vicinanza in tutto il mio percorso amministrativo e non solo ora. Sotto c’è tutta una politica sottile dei Democratici e popolari, forse anche all’insaputa dello stesso Lattanzi, per mettere costantemente zizzania all’interno della mia alleanza”. Che tradotto, significa che tra il leader regionale azzurro e qualche esponente dei Democratici e popolari non mancano i contatti, e chissà verso quale scenario porteranno.

Infine, uno sguardo ai programmi futuri. “Il mio impegno per la città resta identico. Di certo non sarò io ad alzare i toni dello scontro politico, anche perché non vorrei mai che la gente mi votasse per incapacità o colpa altrui, ma per i miei programmi e le mie capacità”. Quanto all’opinione dei cittadini, non si sbilancia. “Non so come l’abbiano presa, ma ho la convinzione che la gente, specie a livello comunale, sappia andare ben al di là di dove arriva la politica. L’importante è che ogni elpidiense abbia la capacità di fare da solo la propria sintesi sulla situazione. Le persone hanno dimostrato di saper capire perfettamente meriti e demeriti di chi fa politica, spcie a livello locale. Poi si vedrà”. Insomma, dimenticare il funesto 16 febbraio, e ripartire per la corsa ad un clamoroso ritorno alla guida di Sant’Elpidio a Mare. Probabilmente, questa volta, Giovanni Martinelli troverà di fronte a sé, come candidato del centrosinistra, Alessandro Mezzanotte. E sarebbe davvero una sorpresa se non ci fosse anche il terzo incomodo, ancora una volta, Franco Lattanzi.

19/02/2007





        
  



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