Interviene sui Pacs l'Arcivescovo primate ortodosso di Milano
| MILANO - L'Arcivescovo metropolita ortodosso di Milano interviene sui Pacs e dice alla Chiesa Cattolica:Scelga di stare fuori dalle decisioni politiche perchè crea più danni dei benefici che crede di favorire - occorre maggiore magnanimità.
Sui Pacs interviene anche l'Arcivescovo Ortodosso Metropolita di Milano EVLOGHIOS I , che è Primate della Metropolia Patriarcale di Aquileia per l'Europa Occidentale e le Americhe. Sua Beatitudine, di nazionalità tedesca, ha rimarcato la differente situazione europea ed ecclesiale su questi temi sociali e si è dichiarato molto contrariato per una piega intransigente ed anche "integrista" che ha voluto inaugurare la Chiesa cattolica in Italia.
"Non è così che si difende veramente la famiglia, come aveva già ricordato il Cardinale Carlo Maria Martini, cui va l'onore di aver svelinito il dibattito su molti temi di natura 'etica'.
I Vescovi non possono pretendere di mettere il cappello su ogni legge che esce dal parlamento, anche in presenza di deputati di identità cattolica, perchè verrebbero meno le garanzie di imparzialità fondamentale e di rispetto delle altre identità, che uno Stato moderno ( "e sanamente laico per parafrasare lo stesso Benedetto XVI " ) è tenuto a tutelare e difendere.
Le coppie di fatto sono una realtà della società moderna, attuale: è inutile aggredirle con questa virulenza poichè molte sono cristiane, sia cattoliche che ortodosse e protestanti, e non si fa' altro che allontanarle dalle nostre Chiese, irreparabilmente.
Anche il Cardinale Arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, come altri Vescovi di Diocesi minori, hanno sottolineato come ' sostenere e predicare il Vangelo della Famiglia' non significhi calpestare e ostacolare a piè pari ogni altra esperienza di comunione di vita e di relazione affettiva, cui occorre invece guardare con rispetto e maggior comprensione.'
Tante altre Chiese cristiane si sono espresse con toni differenti: questo massimalismo cattolico della CEI non promette nulla di buono neppure per noi che in Italia rappresentiamo una minoranza religiosa, e che abbiamo diverse interpretazioni del matrimonio, secondo una tradizione e visione apostolica più antica e meno irrigidita dal codice di diritto canonico occidentale latino.
Quando non si rispettano le altre culture o minoranze, o si manifesta una noncuranza per gli altri, e una arroganza massimalista, allora si può arrivare a chiedere addirittura lo Stato confessionale, che rischia l'emarginazione di tutti gli altri che non vi aderiscono.
La conoscenza scientifica, valutata con attenzione e con serietà, cioè non snobbata con sufficienza, deve fare da guida nel districarsi all'interno di questioni complesse e inedite, invece di pretendere un "verbo dottrinale" apodittico, strutturato in una realtà storicizzata, segnata dall'interventismo su ogni materia dello scibile.
Vogliamo anche dire una parola franca ai nostri confratelli cattolici: è una sorta di "peccato originale" quello del papismo monarchico di voler definire ogni cosa, che tradisce una volontà di onnipotenza e
anche di infallibilità, ma che in realtà è anche una sorta di sfiducia di fondo, antropologica e teologica insieme, perchè nega quasi sottesamente che la storia umana e sociale col suo evolversi sia nelle mani di Dio, della sua stessa teleologia, e quindi segnata dal bene, e non nelle mani di noi uomini limitati e fallibili.
La Chiesa cattolica dunque - conclude il Primate Ortodosso - non si faccia coinvolgere nella politica per così dire di bottega, perchè cadrebbe nella realtà prosaica, come "cosa tra cose" per dirla con Heidegger, e verrebbe meno ogni forma alta di spiritualità cristiana e di grandezza della sua missione profetica, evangelica ed apostolica, come testimonia la tradizione dell'Oriente stesso, e verrebbe meno la sua forza di magnanimità verso tutti, che è la stessa testimonianza dell'amore di Dio Padre di tutti in Cristo Gesù nostro Signore."
"Non è così che si difende veramente la famiglia, come aveva già ricordato il Cardinale Carlo Maria Martini, cui va l'onore di aver svelinito il dibattito su molti temi di natura 'etica'.
I Vescovi non possono pretendere di mettere il cappello su ogni legge che esce dal parlamento, anche in presenza di deputati di identità cattolica, perchè verrebbero meno le garanzie di imparzialità fondamentale e di rispetto delle altre identità, che uno Stato moderno ( "e sanamente laico per parafrasare lo stesso Benedetto XVI " ) è tenuto a tutelare e difendere.
Le coppie di fatto sono una realtà della società moderna, attuale: è inutile aggredirle con questa virulenza poichè molte sono cristiane, sia cattoliche che ortodosse e protestanti, e non si fa' altro che allontanarle dalle nostre Chiese, irreparabilmente.
Anche il Cardinale Arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, come altri Vescovi di Diocesi minori, hanno sottolineato come ' sostenere e predicare il Vangelo della Famiglia' non significhi calpestare e ostacolare a piè pari ogni altra esperienza di comunione di vita e di relazione affettiva, cui occorre invece guardare con rispetto e maggior comprensione.'
Tante altre Chiese cristiane si sono espresse con toni differenti: questo massimalismo cattolico della CEI non promette nulla di buono neppure per noi che in Italia rappresentiamo una minoranza religiosa, e che abbiamo diverse interpretazioni del matrimonio, secondo una tradizione e visione apostolica più antica e meno irrigidita dal codice di diritto canonico occidentale latino.
Quando non si rispettano le altre culture o minoranze, o si manifesta una noncuranza per gli altri, e una arroganza massimalista, allora si può arrivare a chiedere addirittura lo Stato confessionale, che rischia l'emarginazione di tutti gli altri che non vi aderiscono.
La conoscenza scientifica, valutata con attenzione e con serietà, cioè non snobbata con sufficienza, deve fare da guida nel districarsi all'interno di questioni complesse e inedite, invece di pretendere un "verbo dottrinale" apodittico, strutturato in una realtà storicizzata, segnata dall'interventismo su ogni materia dello scibile.
Vogliamo anche dire una parola franca ai nostri confratelli cattolici: è una sorta di "peccato originale" quello del papismo monarchico di voler definire ogni cosa, che tradisce una volontà di onnipotenza e
anche di infallibilità, ma che in realtà è anche una sorta di sfiducia di fondo, antropologica e teologica insieme, perchè nega quasi sottesamente che la storia umana e sociale col suo evolversi sia nelle mani di Dio, della sua stessa teleologia, e quindi segnata dal bene, e non nelle mani di noi uomini limitati e fallibili.
La Chiesa cattolica dunque - conclude il Primate Ortodosso - non si faccia coinvolgere nella politica per così dire di bottega, perchè cadrebbe nella realtà prosaica, come "cosa tra cose" per dirla con Heidegger, e verrebbe meno ogni forma alta di spiritualità cristiana e di grandezza della sua missione profetica, evangelica ed apostolica, come testimonia la tradizione dell'Oriente stesso, e verrebbe meno la sua forza di magnanimità verso tutti, che è la stessa testimonianza dell'amore di Dio Padre di tutti in Cristo Gesù nostro Signore."
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09/02/2007
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