Il 22 febbraio c’è stata da parte del Ministero per le Infrastrutture la presentazione delle offerte per i lavori di escavazioni del porto. L’aggiudicazione provvisoria è andata ad una ditta di Venezia (isola Cavallino). Questo permetterà di rendere più navigabile l’accesso al porto per i natanti che negli ultimi tempi riscontravano sempre maggior difficoltà dovuta al restringimento dell’alveo navigabile.

Da qui si potrà dare inizio ai lavori per la cassa di colmata situata a nord del Molo che rappresenta la prima fase per il futuro terzo braccio al quale la ditta Nomisma nominata a suo tempo dall’amministrazione Martinelli sta effettuando la seconda fase di studio per dare il definitivo grado di fattibilità strutturale all’ipotesi di una S.T.U. (vedere in: testi per downlod ) per la realizzazione del PRG del Porto varato nel ’68, approvato nell’85 e riproposto dall’ingegner Giovanni Poli nella passata legislatura. Che indirizzo avrà la realizzazione del terzo braccio? Non certo quello iniziale che prevedeva un uso puramente mercantile alla stregua di quello di Ancona.

Per Giovanni Gaspari non ci sono più le premesse di qurant’anni fa e nel frattempo sono cambiate le priorità e gli indirizzi determinati dallo sviluppo stesso della città che ha visto dimezzare la flotta peschereccia e raddoppiare l’attività turistica. Un terzo polo portuale più corrispondente ai tempi con una vocazione prettamente turistico-commerciale. ”Senza voler entrare in polemica con nessuno c’è tuttavia da rilevare che, grazie alla passata Amministrazione, ora la città si ritrova a dover gestire due distinti Piani Regolatori Generali uno urbano e l’altro portuale. Il compito primario sarà quello di far sì che i due procedano di pari passi integrandosi a vicenda laddove questo si renda necessario”. Gli esempi ricordati sono quelli di Genova e Lisbona.

Come primo passo, grazie alla collaborazione della Capitaneria di Porto, sarà attivata l’entrata in funzione di un catamarano addetto al trasporto delle persone per fare da collegamento con le altre città dell’Adriatico situate sull’altra sponda con punto di attracco in uno degli spazi della darsena turistica. Il costo per il dragaggio del porto sarà di circa 400 mila euro finanziato per il 75% dalla regione ed il resto dal comune. In tutto si prevede di estrarre 70 mila metri cubi di sabbia dei quali 30 mila andranno a riempire la cassa di colmata e il restante servirà al ripascimento della spiaggia. Altre 150, forse 200 mila metri cubi il Comune le richiederà alla Regione come quota del circa mezzo milione già stoccato e a disposizione in quel di Marina Parmense.

Trattasi di sabbia purissima rimasta inalterata per migliaia di anni derivanti da una “banco archeologico” scoperto al largo delle coste pescaresi. Nel frattempo sono iniziati i lavori di rinfoltimento delle scogliere sommerse.