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Prodi si salva, ma la larga intesa centrista è in marcia

Ascoli Piceno | Gocce di verità: da Agenzia Parlamentare di oggi.

di Giuseppe Orsini*

AgenParl – “Ho parlato con Rutelli e Fassino. Ho parlato con D’Alema. Loro erano pronti a fare un governo istituzionale per fare le riforme. Poi però Prodi ha stretto con la sinistra radicale e si sono dovuti piegare a Romano”.

Con queste parole il leader dell’Udc Pierferdinando Casini ha svelato che i vertici della Quercia e della Margherita forse avrebbero preferito la bocciatura di Prodi per dar vita ad un esecutivo di transizione che di certo avrebbe reso necessaria la sollecita costituzione del Partito democratico.
Ovviamente Rutelli e D’Alema erano consapevoli del fatto che la cosiddetta sinistra radicale si sarebbe rifiutata di partecipare ad un governo-ponte e che quindi si sarebbe auto-esclusa dal nuovo gioco politico.

Quindi il ruolino di marcia dell’Ulivo e dell’Udc prevede l’avvio di una nuova coalizione di carattere centrista. Di questo progetto si è fatto esplicito portavoce Marco Follini, che nel suo discorso di ieri in Senato, particolarmente applaudito dai senatori riformisti, si è detto la punta avanzata del nuovo centrismo, che prevede l’isolamento della sinistra alternativa.

Massimo D’Alema lo ha detto apertamente quando ha risposto alla domanda della senatrice di Rifondazione Rina Gagliardi su quale ruolo avrebbe avuto il Prc. Brutale la replica del presidente Ds: “Andate con Turigliatto”. Quindi, in attesa che il governo inciampi in un nuovo e definitivo incidente, l’irritato ministro degli Esteri ha detto che nel frattempo si dedicherà a girare il mondo in qualità di responsabile della Farnesina.

Che si vada verso un governo istituzionale di natura centrista ma non di grandi intese lo dimostra il fatto che di questa maggioranza non farà parte Forza Italia. Per non essere escluso dal gioco politico, nei giorni scorsi Berlusconi ha cercato di parlare con D’Alema.

Ma il ministro degli Esteri ha respinto chiaramente la disponibilità per la grande coalizione che l’ex premier aveva espresso attraverso Marcello Dell’Utri.

L’ha confermato Berlusconi stesso: “Non si fidano di noi”, ha affermato il Cavaliere. Aggiungendo subito dopo, come per confortare se stesso: “E noi non ci fidiamo di loro”.

Fin qui AgenParl.
Ecco cosa fanno alle spalle di noi elettori.
Ma, ovviamente, nessuno ce lo dice.
Apertamente.
E pensare che siamo i loro datori di lavoro.
E li paghiamo lautamente, per giunta! 

*segretarionazionale@movimentoelia.org , Presidente e Segretario Nazionale del “Movimento Elia – Elettori liberi ed attivi”

01/03/2007





        
  



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