Nassiryia, missione di pace Antica Babilonia
San Benedetto del Tronto | La narrazione pone laccento sullimpegno fattivo dellarma dei Carabinieri, sottolineando che la missione è di pace, e precisamente, secondo la terminologia dellO.N.U. di peacekeeping.
di Gian Luigi Pepa
“Sono il maresciallo Stefano Carboni, Carabiniere, da quattro mesi in missione a Nassiriya per un’azione di peacekeeping nell’ambito della missione Antica Babilonia, tra poche ore saremo in Patria per abbracciare le nostre famiglie, in questi quattro mesi abbiamo fatto il possibile più di quello che ci è stato richiesto, più di quanto pensavamo di poter dare, ma evidentemente è una goccia nell’oceano eppure quella goccia c’è l’abbiamo messa, nonostante tutto la gente ci ha voluto bene perché abbiamo mantenuto le nostre promesse. Le promesse non sono piaciute a qualcuno, ma anche adesso fissiamo l’orizzonte senza sapere se arriverà un camion pieno di tritolo per farci saltare in aria..”, con queste profonde parole inizia la serie televisiva, andata in onda su Canale 5 il 12 marzo 2007, con l’attore Raoul Bova che impersonava il Maresciallo Carboni, che contribuisce a salvare la memoria di uomini di valore, che si sono battuti per la democrazia, la libertà, per la realizzazione dell’unico messaggio di pace internazionale.
La narrazione pone l’accento sull’impegno fattivo dell’arma dei Carabinieri, sottolineando che la missione è di pace, e precisamente, secondo la terminologia dell’O.N.U. di peacekeeping.
Infatti, tra le attività che contraddistinguono le Nazioni Unite, un ruolo rilevante hanno assunto le peacekeeping operations, ovvero le operazioni per il mantenimento della pace effettuate in stati che per la gravità della situazione interna possono minacciare la pace e la sicurezza internazionale.
Il Consiglio di Sicurezza, infatti, autorizza tale attività dei contingenti armati ed il dispiegamento delle forze, con le “Risoluzioni”, e con il consenso dello Stato in cui verranno inviate le forze armate, difatti l'autorizzazione è essenziale poiché in caso contrario tale azione sarebbe considerata un atto di aggressione illecita dal punto di vista del diritto internazionale.
Nel caso dell’Iraq, con la Risoluzione n.1511, del 16 ottobre 2003 e la Risoluzione n.1546 del 20/6/2004.
Tra le varie operazioni di peacekeeping, si evince come sovente esse siano state inviate in paesi reduci da guerre civili interne e con l'insediamento di nuovi governi che hanno accordato da subito l'invio di tali contingenti.
I paesi membri delle Nazioni Unite stabiliscono autonomamente il numero di militari e di mezzi da inviare in missione, ed il comando della missione è de facto dipendente dal Segretario Generale dell'ONU che a sua volta nomina un comando sul territorio.
Pertanto scopo principale della missione era ed è quello di costruire le basi della democrazia per le libere elezioni.
In particolare il contingente italiano si è impegnato a favore della popolazione, per l’acqua, per la candidatura alternativa, in un libero confronto democratico nel periodo elettorale, per attrezzature mediche, per la sicurezza, vi sono soldati che distruggono e soldati che costruiscono, gli italiani costruiscono, mantenendo le promesse, conquistando quella parte della popolazione non ideologizzata, non teologizzata, e per questo invisa a coloro i quali non vogliono costruire un nuovo Stato fondato sulla libertà e sulla democrazia: per questi valori sono morti i soldati italiani, poiché “Nessuno parte per fare l’eroe, anche perché un carabiniere eroe è un carabiniere morto”
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della cerimonia, nella Reggia di Caserta, del 7 dicembre 2006, con cui si è conclusa ufficialmente la missione Antica Babilonia, iniziata il 10 giugno 2003 con il dispiegamento della Brigata Garibaldi, ha definito la missione “Impresa di pace e civiltà, non di guerra” aggiungendo che ‘‘La bandiera è stata ammainata con dignità, a testa alta e sarà conservata tra le memoria preziose della nostra Repubblica’‘, al Quirinale.
Tanto il sangue italiano versato in Iraq: trentadue militari, sei civili, oltre al funzionario del Sismi Nicola Calipari.
Per l’occasione il Capo dello Stato ha consegnato cinque Croci d’Onore - onorificenza istituita ad hoc dall’allora ministro della Difesa Antonio Martino e consegnata per la prima volta dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi ai caduti di Nassiriya - ai familiari dei caduti: maggiore Ciardelli (27.4.06), sottotenente Enrico Frassanito (27.4.06), maresciallo Franco Lattanzio (27.4.06), maresciallo Carlo De Trizio (27.4.06), caporal maggiore Alessandro Pibiri (5.6.06).
Si ricorda, inoltre, la Medaglia d’oro al valor civile, conferita dal Presidente Ciampi alla memoria di Fabrizio Quattrocchi:“Vittima di un brutale atto terroristico rivolto contro l'Italia, con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l'onore del suo Paese. 14 aprile 2004 – Iraq”.
Onorificenze, quindi, riconosciute alle vittime di atti di terrorismo impegnati in attività militari o civili all’estero come anche in Italia.
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26/03/2007
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