Causa un Prg ormai obsoleto la città di San Benedetto (27 kmq.) sta crescendo in modo disarmonico con forti squilibri territoriali e di sviluppo. E' quanto fatto rilevare dal sindaco Giovanni Gaspari durante il suo intervento al convegno sull'Urbanistica svoltosi presso l'Auditorium comunale.

Territorio: tanto per fare un esempio la ferrovia, con il passare del tempo, è diventata una linea di demarcazione con una netta differenza di crescita, vedi la ricettività alberghiera, tra la fascia est e quella ad ovest della strada ferrata. Sviluppo: si assiste alla pericolosa depauperazione di due settori come l'agricoltura, con solo undici aziende agricole registrate in tutto il comprensorio, e la pesca (nell'ultimo decennio si sono demolite 56 imbarcazioni passando da 100 alle attuali 44) dove si rischia di arrivare al paradosso di barche che, pur potendo disporre di un'abbondante manovalanza reperita in ambito extracomunitario, non possono prendere il mare perché diventa sempre più difficile trovare ufficiali di comando di nazionalità italiana, condizione indispensabile sancita dalle leggi nazionali tutt'ora in vigore.

Un discorso a parte per l'alberghiero dove negli ultimi anni, causa la mancanza di una vera e propria diversificazione (agriturismi, bed and breakfast, ecc), sono stati chiusi o cambiate le destinazione d'uso a più di venti tra hotel e pensioni passando da 100 a 80 unità (8 mila posti letto). Recentemente la stessa amministrazione sta cercando di contribuire al mantenimento della disponibilità di posti letto con l'interessamento dell'assessorato alle Politiche Sociali (Loredana Emili) per l'apertura di un "Ostello della Gioventù" estivo usando i locali attualmente destinati agli studenti fuori sede dell'Ipsia che resta vacante durante le ferie scolastiche.

Tra gli 8.103 comuni italiani quello della Riviera è al 158° posto per numero di abitanti mentre si piazza in quinta posizione per densità demografica a livello regionale e al quarto per rendita economica. Una città importante che però negli anni si è votata sempre più allo sviluppo dei servizi tralasciando quello urbanistico con il risultato che oggi si vede praticamente costretta ad approvare nel più breve tempo possibile un nuovo assetto territoriale visto che sono già scaduti o sono in procinto di esserli gran parte dei vincoli su aree verdi.

Rispetto degli standard: il nuovo Prg dovrà barcamenarsi tra i nazionali (18 mq. per abitanti equivalenti) e quelli regionali (27). Meglio i "possibili" dettati dall'amministrazione marchigiana, ma allo stato delle cose poco concreti visto la limitata disponibilità di fondi per gli espropri, o avvicinarsi a quelli più "reali" della media nazionale? Sul dilemma incombe una possibile revisione del numero stabilito dalla regione. Per far questo occorre cambiare la L.R. che andrebbe ad interessare 31 comuni marchigiani dei 273 italiani con densità superiore ai 10 mila abitanti. Fase politica, quindi. Ecco perché, al convegno, non sono stati invitati tecnici ma esponenti amministrativi e studiosi della materia.