Il deposito di sabbia può restare dov'è. La decisione è stata presa dal Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche, chiamato a giudicare sulla legittimità dell'area, oggetto di veementi contestazioni negli ultimi mesi da parte di associazioni ambientaliste e vari esponenti politici di centrosinistra.

La Provincia di Ascoli Piceno aveva richiesto una sospensiva, considerando le caratteristiche della zona, indicata come oasi faunistica. Non si dovrà quindi provedere alla rimozione della sabbia accumulata a Marina Palmense, per un quantitativo da circa 500.000 metri cubi, destinati al ripascimento dei litorali marchigiani.

Certo sembra difficile che la polemica, così rovente da alcuni mesi a questa parte, sia destinata a fermarsi qui. La Provincia di Ascoli Piceno, dal canto suo, fa notare come il respingimento della richiesta non toglie che un danno ambientale sia stato compiuto. 

"Ormai l'operazione si è conclusa - scrive una nota della Provincia di Ascoli Piceno - sono venute quindi a mancare le ragioni per sospendere un'operazione che, secondo la Provincia, ha danneggiato una zona nella quale era prevista sin dal 1996 l'istituzione di un'oasi di protezione faunistica di 32 ettari e che è stata normata come tale dal Piano faunistico venatorio approvato definitivamente nel 2004. Il TAR scrive nell'ordinanza: 'sulle ragioni di fumus - le quali, almeno prima facie sembrano assistere il ricorso - prevale la considerazione dell'ormai intervenuto completamento delle operazioni di stoccaggio delle sabbie marine sull'area oggetto di protezione faunistica'

In altri termini - dice l'assessore provinciale all'ambiente Massimo Marcaccio - i motivi del ricorso della Provincia appaiono al Tribunale fondati ma, siccome ormai il danno è fatto, non si può concedere la sospensiva. A quanto mi dicono, è molto raro che il TAR inserisca nel dispositivo di un'ordinanza accenni al merito della questione: ciò dimostra quanto sia fondato il nostro ricorso".