Nel momento in cui le ruspe si sono attivate contro gli abusi degli chalets alcuni partiti hanno fatto osservare al sindaco che occorre unità di trattamento per tutti gli abusi indipendentemente da dove siano ubicati. Pregando di dare una occhiata alla zona "artigianale" in area Ponterotto. Chissà se il primo cittadino ha raccolto l'invito? Se l'ha fatto si sarà inerpicato per la zona collinare Via Colfiorito ed adiacenze addentrandosi in una vasta zona che il PRG in vigore definisce " artigianale di espansione " ovvero: zona destinata ad attività produttiva con possibilità di alloggio per il titolare dell'azienda.

E, ammirando il panorama che gli si pone davanti, il suo cuore si sarà riempito di speranza vista la quantità di edifici "artigianali " realizzati o in corso di realizzazione e le possibilità di lavoro derivanti che dovrebbero dare grande respiro all'occupazione sambenedettese e aiutare a ridurre sensibilmente  la disoccupazione. Solo che l'ufficio di collocamento ha ancora una lunga lista di disoccupati (ottomila) e allora ? Allora qualcosa non quadra.

Difatti, a ben guardare, tutti gli edifici realizzati nella cosiddetta zona artigianale altro non sembrano che leggiadre ville, villette, edifici ad appartamenti di colonne rastremate di abaco echino, archi a tutto sesto bifore (per dirla in gergo tecnico). In sporadici casi si  intravedono attività produttive. Certo, se così fosse, l'affare è ottimo : costo di costruzione azzerato, oneri ridotti, standard urbanistici commisurati alle zone produttive anziché alle zone di espansione residenziale e quindi spazi in misura del 10% della superficie territoriale anziché i classici 27 mq per abitante insediato.Tutti lo sanno ma nessuno interviene.

Le amministrazioni che si sono succedute sulla scena politica hanno fatto buon viso a cattiva sorte ed hanno omesso ogni esame del problema rinviandolo all'amministrazione successiva. Tra le tante cose che non funzionano emerge di positivo la notevole sintonia e armonico collegamento che esisteva tra l'ufficio anagrafe (di quel tempo) e l'ufficio urbanistica.

Difatti hanno pensato bene, sperando in una grazia, di denominare le vie dove i presunti abusi edilizi sono stati realizzati con tutti nomi di Papi: papa Celestino V,Clemente VIII, Bonifacio VIII, Leone XII ,Gregorio XIII ,Sisto V e così via. Non resta che dare nuova denominazione anche alla via Toti di Porto d'Ascoli chiamandola, per esempio, papa Gervaso.

Al termine della sua scampagnata (dopotutto siamo in clima di 25 aprile), il primo cittadino, scendendo forse un pò mestamente dal colle, ha pensato che le cose sono due: o hanno sbagliato tutto o non sono sufficientemente praticanti perché è risaputo che, Le Loro Santità, da che mondo è mondo, concedono indulgenze e non "condoni edilizi".

E questo lo sa anche un sindaco laico.