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Forza Italia: "Ricordiamo il merito del lavoro, le vittime del lavoro e i disoccupati"

Teramo | La festa del Primo Maggio deve essere un'occasione per lanciare un messaggio positivo ai giovani: il lavoro rappresenta la realizzazione della persona.

di Nicola Facciolini)

"Riconosciamo il merito nel lavoro, onoriamo i martiri del lavoro, ricordiamo i disoccupati e coloro che non entreranno mai più nel mercato del lavoro". Forza Italia di Teramo affida a una nota ufficiale il messaggio per la Festa dei Lavoratori, non più esclusiva delle sinistre. La festa del Primo Maggio deve essere un'occasione per lanciare un messaggio positivo ai giovani: il lavoro rappresenta la realizzazione della persona.

"La logica novecentesca del conflitto di classe, non paga. Prova ne sia il dibattito che si è aperto sulla detassazione degli straordinari e sui premi aziendali proposta da un Disegno di legge di Forza Italia e ora dal ministro Damiano: fortemente rappresentativo di due modi opposti di intendere il lavoro e la sua giusta remunerazione. I comunisti nella politica e nel sindacato, si stanno infatti isolando dalle altre componenti politiche e sindacali della stessa sinistra: Ferrero paventa come un pericolo ciò di cui tanto i lavoratori tanto l'impresa hanno bisogno: la diversificazione dei salari". Sottrarre premi aziendali e straordinari alla progressività significa premiare il merito nel lavoro e così sospingere la produttività. "I soldi dei lavoratori, poi, dovrebbero essere spesi meglio: finanziare megaconcerti aiuta poco chi è in cerca di prima occupazione! Nonostante il travestimento "rocchettaro" dei leader sindacali in occasione del Primo Maggio, non sarà un po' di musica ad aumentare l'appeal del sindacato sulle giovani generazioni".

La logica novecentesca del conflitto di classe, portata avanti da una grossa fetta del sindacalismo italiano, deve essere sostituita dalla logica della partecipazione attiva. "Il sindacato di sinistra oggi, invece, è un freno a mano tirato sul "laburismo" e sullo sviluppo del Paese, che nega la revisione di una normativa datata, come lo Statuto dei lavoratori, ostacola le riforme, come quella sulla previdenza, fa gravare le sue posizioni interamente sulle buste paga dei dipendenti del settore privato, strumentalizza il precariato dimenticando che proprio scelte ottuse, come l'impedimento dell'abrogazione sperimentale dell'articolo 18, hanno generato distorsioni nel mercato del lavoro". Per troppo tempo, dunque, l'Italia è stata ingabbiata dalla visione massimalista che vedeva lo sciopero e la protesta come unica strategia di confronto. "Il risultato è stata l'alterazione dei rapporti tra dipendente e datore di lavoro.

Solo una rivoluzione culturale può facilitare il taglio netto delle radici di quell'eversione che ancora oggi, attraverso il passaggio del testimone tra vecchie e nuove Br, continua ad attrarre nuove leve. Le nuove Br, infatti, prediligono il "web" per il reclutamento e alcuni ambienti legati alla sinistra radicale e all'ala antagonista operano come fiancheggiatori. Si confermano particolarmente attivi i centri sociali che si adoperano per azioni di propaganda, proselitismo e indottrinamento ideologico. Siamo di fronte ad un vero e proprio network dell'eversione che rientra a pieno nella strategia del brigatismo di "seconda posizione": guadagnare adesioni alla "causa" rivoluzionaria attraverso un disegno aggregativo che non esclude azioni di propaganda armata".

Un aspetto inquietante è proprio il fatto che questo network poggia le basi sul mezzo di comunicazione più utilizzato dai giovani: internet. "Molti siti internet, e persino forum e "mailing list" sono utilizzati per veicolare messaggi eversivi. Il rischio maggiore è quello di contaminare le giovani generazioni, perché vengono raggiunte nella loro sfera quotidiana". Le minacce di cui sono stati oggetto diversi politici e religiosi, non possono essere sottovalutate. "Come non può essere liquidato con il format di "revival" storici i continui tour che portano i protagonisti mai pentiti dell'eversione anni ‘70, a contatto con i giovani negli ambienti in cui si svolge la loro formazione: le università e le associazioni.

La sinistra, a questo proposito, deve trovare finalmente il coraggio di recidere i legami con le pagine più buie del proprio album di famiglia". I giovani non possono essere considerati bersagli per un proselitismo volto a propagare l'odio anti-Stato. "Esprimiamo la nostra viva solidarietà all'on. Volontè, per le vili minacce di cui è stato oggetto. Allo stesso tempo esprimiamo una ferma condanna per il grave atto intimidatorio di frange estremiste che vogliono imbarbarire il confronto politico nel Paese".

30/04/2007





        
  



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