Adeguamento del Piano paesistico ambientale regionale al Codice Urbani e alla Convenzione Europea
Ancona | Spacca:"Il tema del paesaggio, non solo come attività integrata di tutela e valorizzazione dell'ambiente e del territorio, ma anche come risorsa per lo sviluppo e per la qualità della vita, è uno dei punti fondamentali del nostro programma di governo."
Sarà un tavolo tecnico di lavoro - composto da rappresentanti di Regione, Province, Comuni, Comunità montane, enti gestori di parchi e aree protette - ad adeguare il Piano paesistico ambientale regionale (Ppar) al Codice dei beni culturali e del paesaggio e alla Convenzione europea del paesaggio.
Lo ha deciso la Giunta regionale, che ha approvato la delibera sugli indirizzi per la verifica e l'adeguamento del Piano. Un obbligo stabilito dal decreto legislativo 42/2004 "Codice dei beni culturali e del paesaggio", il cosiddetto "Codice Urbani", al quale le Regioni dovranno adempiere entro il termine del 1° maggio 2008.
"Il tema del paesaggio, inteso non solo come attività integrata di tutela e valorizzazione dell'ambiente e del territorio, ma anche come risorsa per lo sviluppo e per la qualità della vita, è uno dei punti fondamentali del programma di governo regionale", sottolinea il presidente della Giunta regionale, Gian Mario Spacca.
"Per questo la Giunta, in stretta collaborazione con gli enti interessati e sulla base dei principi di sussidiarietà e di cooperazione introdotti dalla riforma del Titolo V della Costituzione, ha elaborato un documento base che individua una serie di modalità e di linee operative che la struttura regionale competente dovrà approfondire".
Il documento evidenzia, in particolare, la necessità di estendere l'interesse paesaggistico non solo ai "paesaggi dell'eccellenza ed eccezionali", ma anche a quelli "ordinari" e "degradati" maggiormente aggrediti da uno sviluppo disordinato e disarmonico; riconosce, inoltre, il paesaggio come patrimonio comune che attraversa temi ambientali, territoriali e culturali.
Il documento fissa anche una serie di obiettivi, come la trasversalità delle politiche di intervento, i livelli decisionali, le modalità di interazione tra i diversi soggetti di governo, le strategie territoriali finalizzate al miglioramento della qualità del territorio. Altri obiettivi riguardano la conoscenza e il monitoraggio delle trasformazioni paesaggistiche e la verifica delle politiche di tutela.
Approvato il 3 novembre 1989, il Ppar delle Marche costituisce "la carta fondamentale per la tutela, la valorizzazione e l'uso del territorio regionale". Il Piano recepisce, con largo anticipo, alcune indicazioni stabilite dalla Convenzione europea sul paesaggio del 2000 e dal "Codice Urbani" del 2004, come la dimensione territoriale e l'integrazione con le politiche urbanistiche. La percentuale dei Comuni dotati di un Piano regolatore generale supera, in base ai dati del 31 dicembre 2006, il 75 per cento, fino ad arrivare all'85 per cento, se si aggiungono anche i Comuni che hanno già trasmesso il Piano alle Province di competenza. In totale, si è passati dai 35 Piani del 1997 ai 181 di oggi.
"Un risultato emblematico dell'attenzione verso le tematiche paesaggistiche e ambientali, che, con l'adeguamento del Piano - conclude il presidente - migliorerà ulteriormente l'efficacia degli interventi di tutela e di valorizzazione del territorio regionale". Dopo la verifica della conformità del Piano e il suo adeguamento al Codice, la Giunta provvederà anche alla definizione dell'intesa con il Ministero dei Beni e delle attività culturali.
Lo ha deciso la Giunta regionale, che ha approvato la delibera sugli indirizzi per la verifica e l'adeguamento del Piano. Un obbligo stabilito dal decreto legislativo 42/2004 "Codice dei beni culturali e del paesaggio", il cosiddetto "Codice Urbani", al quale le Regioni dovranno adempiere entro il termine del 1° maggio 2008.
"Il tema del paesaggio, inteso non solo come attività integrata di tutela e valorizzazione dell'ambiente e del territorio, ma anche come risorsa per lo sviluppo e per la qualità della vita, è uno dei punti fondamentali del programma di governo regionale", sottolinea il presidente della Giunta regionale, Gian Mario Spacca.
"Per questo la Giunta, in stretta collaborazione con gli enti interessati e sulla base dei principi di sussidiarietà e di cooperazione introdotti dalla riforma del Titolo V della Costituzione, ha elaborato un documento base che individua una serie di modalità e di linee operative che la struttura regionale competente dovrà approfondire".
Il documento evidenzia, in particolare, la necessità di estendere l'interesse paesaggistico non solo ai "paesaggi dell'eccellenza ed eccezionali", ma anche a quelli "ordinari" e "degradati" maggiormente aggrediti da uno sviluppo disordinato e disarmonico; riconosce, inoltre, il paesaggio come patrimonio comune che attraversa temi ambientali, territoriali e culturali.
Il documento fissa anche una serie di obiettivi, come la trasversalità delle politiche di intervento, i livelli decisionali, le modalità di interazione tra i diversi soggetti di governo, le strategie territoriali finalizzate al miglioramento della qualità del territorio. Altri obiettivi riguardano la conoscenza e il monitoraggio delle trasformazioni paesaggistiche e la verifica delle politiche di tutela.
Approvato il 3 novembre 1989, il Ppar delle Marche costituisce "la carta fondamentale per la tutela, la valorizzazione e l'uso del territorio regionale". Il Piano recepisce, con largo anticipo, alcune indicazioni stabilite dalla Convenzione europea sul paesaggio del 2000 e dal "Codice Urbani" del 2004, come la dimensione territoriale e l'integrazione con le politiche urbanistiche. La percentuale dei Comuni dotati di un Piano regolatore generale supera, in base ai dati del 31 dicembre 2006, il 75 per cento, fino ad arrivare all'85 per cento, se si aggiungono anche i Comuni che hanno già trasmesso il Piano alle Province di competenza. In totale, si è passati dai 35 Piani del 1997 ai 181 di oggi.
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05/06/2007
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