Ancora fango nel "ground zero" tra Tortoreto e Alba Adriatica.
Teramo | Piove e l'emergenza si aggrava: sulla costa adriatica aprutina ora si lotta contro il tempo. Scongiurata l'emergenza idrica. I volontari dell'Emilia-Romagna hanno portato in Abruzzo otto motopompe, 4 torri faro e altri mezzi operativi.
di Nicola Facciolini

Ancora fango nel ground zero tra Tortoreto e Alba Adriatica
Ora si lotta contro il tempo perché ricomincia a piovere sulla martoriata costa adriatica aprutina e le previsioni meteo non lasciano sperare nulla di buono: il rischio di una seconda alluvione è alto.
La parola d'ordine è: liberare dal fango la città il più presto possibile e liberare le cavate fino al mare, prima che l'acqua provochi altre massicce colate. La massicciata della ferrovia ha fatto da diga, evitando il peggio. Irriconoscibile è la "spiaggia d'argento": tronchi e canne spezzate, bombole del gas sulla battigia..
Uno scenario apocalittico che alcuni ricordano simile all'evento di 30 anni fa quando però lo scenario urbano era alquanto diverso. Primi bilanci anche per i volontari della Società Nazionale di Salvamento "Oltremare" di Tortoreto, il cui presidente Domenico Surace rivela: "Insieme a tutti gli altri volontari ed operatori di protezione civile, siamo operativi fin dalla mattina di domenica 7 ottobre 2007: a Tortoreto abbiamo fatto e stiamo facendo la nostra parte, ossia il nostro dovere, in qualità di addetti alla protezione civile: con una pala gommata tipo ariete - spiega Surace - siamo riusciti ad entrare nelle zone con oltre un metro d'acqua e fango, riuscendo a liberare le vie, le strade cieche e i vicoli chiusi di Tortoreto Lido, dalle automobili accatastate che erano arrivate al primo piano di molti appartamenti, come in via Carducci, via Carso e via Manzoni.
Con il nostro camion 4x4 siamo arrivati sotto le case isolate per evacuare speditamente le persone dai balconi". Il presidente Domenico Surace sottolinea il fatto che a Tortoreto Lido "dopo il nostro intervento hanno potuto lavorare anche tutti gli altri operatori di protezione civile: abbiamo assicurato il nostro aiuto a tutti, ai cittadini colpiti, ai lavoratori e ai volontari di protezione civile, alle ditte private".
Oggi l'emergenza nubifragio a Tortoreto Lido ed Alba Adriatica, resta confermata. Come l'allerta meteo. Ha ripreso a piovere e il lavoro dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile, per liberare le abitazioni e i negozi invasi dal fango e dalla sporcizia, si fa di ora in ora sempre più difficile.
L'Agenzia regionale di protezione civile della Regione Emilia Romagna ha inviato altre squadre di volontari per intervenire sulla vasta area della provincia di Teramo colpita domenica scorsa dalla "tempesta perfetta", su richiesta del Dipartimento nazionale della protezione civile e della Regione Abruzzo.
Le squadre, composte in totale da otto volontari appartenenti al coordinamento provinciale del volontariato di protezione civile di Bologna, vanno ad affiancare le due squadre di Ravenna e Rimini che già si trovano nel comune di Tortoreto (Te) una delle località della provincia di Teramo, insieme ad Alba Adriatica, più colpite dagli allagamenti, e i due funzionari regionali di Protezione civile.
I volontari dell'Emilia-Romagna hanno portato in Abruzzo otto motopompe, 4 torri faro e altri mezzi operativi. Sarà molto difficile tornare alla normalità in pochissimi giorni, assicurano gli esperti: c'è ancora molto lavoro da fare, per liberare dal fango e dai rifiuti, le strade, le vie, i pozzi, i garage, i locali colpiti dal gran nubifragio di domenica scorsa. E i cittadini, da buon abruzzesi, con la pala in mano, lavorano duro e chiedono giustamente il necessario ristoro. Molte attività artigianali e commerciali, risultano compromesse.
Superata l'emergenza, bonificate le aree, riaperte le scuole e le strade, non potremo dimenticare l'accaduto: come avrebbero fatto i nostri antenati, dovremo fare necessaria memoria dei fatti e delle immagini (ringraziamo per le nostre fonti fotografiche, gli amici del quotidiano on line "Il Ficcanaso") per predisporre quanto necessario e umanamente possibile, anche dal punto di vista urbanistico e ingegneristico, per evitare il ripetersi di simili e ben più tragici eventi. L'emergenza nubifragio in provincia di Teramo non solo non è finita ma registra, purtroppo, anche eventi che avremmo non voluto raccontare, senza contare l'ammontare dei danni materiali e non. L'unità di crisi al Comune di Tortoreto sta raccogliendo i dati.
Ora gli uomini della Protezione civile e le popolazioni di Tortoreto e Alba Adriatica devono lottare contro il fango che si va solidificando in ogni angolo, anfratto e locale invaso dalla terribile e improvvisa "colata-tsunami" di acqua e terra, di domenica scorsa.
L'emergenza, secondo gli esperti, durerà ancora giorni, mentre la conta dei danni prosegue. Dati ufficiali ancora non sono stati diramati ma le immagini diffuse su Internet lasciano prevedere cifre significative. Di necessario appoggio alla Protezione civile regionale e di immediate azioni per ripristinare la normalità nei comuni e nei territori del teramano colpiti dal nubifragio di sabato notte, ha parlato il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, nel suo messaggio agli Abruzzesi.
Quelle stesse parole che sono anche le richieste ufficiali di Del Turco, formulate al ministro dell'Interno, Giuliano Amato, incontrato il 9 ottobre 2007 al Viminale. "Ho fatto presente al Ministro - ha spiegato il presidente Del Turco - la difficile situazione dei comuni del teramano colpiti dal nubifragio e le riunioni che abbiamo fatto con i responsabili del Dipartimento nazionale della Protezione civile. Ad Amato - ha proseguito Del Turco - ho anticipato che a breve arriverà all'esame del Consiglio dei ministri la nostra richiesta di stato di emergenza e che è necessario garantire quanto prima mezzi, uomini e risorse per dare risposte ai tanti cittadini, alle categorie produttive e agli industriali, le cui strutture sono state danneggiate dall'acqua".
Secondo quanto ha riferito il presidente del Turco, il ministro Amato avrebbe garantito l'invio di mezzi e le necessaria attenzioni alle richieste provenienti dai territori colpiti dal maltempo. Sono stati 200 gli interventi dei vigili del fuoco ad Alba Adriatica e 250 quelli a Tortoreto. Sono state impegnate 20 squadre ad Alba Adriatica e altrettante a Tortoreto, in totale circa 170 uomini.
I vigili del fuoco di Teramo sono stati coadiuvati dai colleghi di Pescara, Ancona, dell'Emilia Romagna, del Lazio e dal nucleo sommozzatori di Teramo e Ancona, che sono riusciti anche a portare in salvo molte persone rifugiate sui tetti delle case. Alcune sono state caricate a bordo di gommoni e in molti casi, specie in quelli più gravi e urgenti, sono state trasportate in ospedale.
Entro 3 o 4 giorni la situazione dovrebbe tornare alla normalità con la bonifica delle aree colpite. Scongiurata l'emergenza acqua potabile, servizio assicurato durante tutta la fase critica dall'acquedotto del Ruzzo. Ad Alba Adriatica e Tortoreto i danni sono purtroppo apprezzabili: auto danneggiate, case e strade occupate da molti centimetri di fango, i negozi e magazzini con merce danneggiata.
Da domenica, purtroppo, si è aperta anche la caccia al "colpevole" nella speranza di trovare "un capro espiatorio"! Polemiche inutili visto che la manutenzione delle strutture di deflusso delle acque piovane è importante, come è fondamentale mantenere un alto livello di vegetazione nelle zone collinari, ma occorre pianificare il tutto in tempo utile e in tempi meteo più favorevoli. Per usare le radici di alberi ed arbusti come sistema naturale di ancoraggio del terreno.
Quando in collina si fa piazza pulita della vegetazione, prima o poi la terra tende a spianare verso valle. La pioggia del 6 ottobre 2007, estremamente violenta e abbondante, ha accelerato il processo. Contro il fango non c'è tombino che tenga. Prevenire è sempre possibile, anzi doveroso. E costa meno. Dopo l'emergenza, bisognerà riflettere tutti insieme.
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11/10/2007
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Betto Liberati