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Mancata autorizzazione alla costruzione della nuova seggiovia dei Prati di Tivo.

Teramo | In difesa dello sviluppo della stazione sciistica sul Gran Sasso, si va verso la mobilitazione della Città di Teramo. Giorgio D’Ignazio (F.I.):“Perchè sulle nostre montagne, gli albergatori, le imprese e i residenti, devono morire di fame?".

Il clima generatosi attorno alla questione dello sviluppo dell’importante e strategica Stazione sciistica di Prati di Tivo sul Gran Sasso, in provincia di Teramo, è stato alimentato da dati inequivocabili ed oggettivi. Ma rischia di ottenere il risultato di inficiare la serenità di un processo sì complesso ma chiacchiere condiviso solo da alcuni. Nel tentativo di sedare inutili, sterili e dannose tensioni, diamo la parola ai protagonisti della interessante questione. Interviene il sindaco di Teramo Gianni Chiodi.

“Lo sviluppo e l’incremento dell’attività turistica montana – afferma il sindaco Chiodi – può assicurare benefici e vantaggi per l’intera economia provinciale, a cominciare da quella del capoluogo”.

Chiodi ritiene doveroso esprimersi a proposito della mancata autorizzazione alla costruzione della nuova seggiovia dei Prati di Tivo. “Se tale proposito dovesse essere confermato, i progetti e le iniziative di rilancio della stazione sciistica subirebbero un grave rallentamento. La scelta appare ancora più incomprensibile se si tiene conto della situazione dei Prati di Tivo, stazione sciistica che allo stato attuale non compromette alcun equilibrio ambientale-naturalistico ma che anzi, proprio per la condizione di privilegio in cui insiste, potrebbe ancora favorire interventi non impattanti né deturpanti”.

Chiodi suggerisce di dare uno sguardo a situazioni come quelle determinatesi in Trentino, in altre zone italiane ma anche in Austria, dove sono stati realizzati impianti che non hanno causato ripercussioni di sorta ed anzi hanno incrementato i flussi turistici, nella salvaguardia dell’ambiente.

“La sostituzione e l’ammodernamento della funivia ancora attiva, sembrano tra l’altro irrinunciabili; auspico che la Regione Abruzzo voglia farsi carico del problema, proprio nella considerazione del portato complessivo – in termini economici e di sviluppo – che l’opera garantisce. E d’altronde non ci si può lamentare del mancato sviluppo delle attività turistiche, se non si creano le condizioni perché esse possano attuarsi”.

Dal canto suo Forza Italia di Teramo, per bocca del commissario provinciale e vice coordinatore regionale Paolo Tancredi e dell’assessore alle attività produttive Giorgio D’Ignazio, membro del coordinamento regionale del partito, invita i cittadini alla mobilitazione per lo sviluppo del Gran Sasso teramano.

“Forza Italia chiama i cittadini alla mobilitazione politica contro la decisione dell’Ente Parco che – rivela Giorgio D’Ignazio – ha vietato la realizzazione di una nuova cabinovia ai Prati di Tivo, impedendo un’occasione di viluppo turistico della nostra stupenda montagna, ancora una volta penalizzata. Realtà vicine a noi teramani hanno avuto la possibilità, tramite autorizzazioni e contributi regionali e statali, di realizzare impianti sciistici innovativi che richiamano moltitudini di turisti teramani e di altre province e regioni. Noi teramani, invece, nelle e per le nostre montagne non possiamo avere né contributi né autorizzazioni, per l’Ente Parco le nostre montagne, gli albergatori, le imprese, i residenti, devono morire di fame? E’ ora di dire: basta!”.

Forza Italia si chiede perché in realtà importanti come la Val D’Aosta, da sempre rispettosissime dell’ambiente, si possono realizzare impianti a 3.400 metri di quota e produrre un reddito pro capite più alto d’Italia, mentre ai Prati di Tivo non si può costruire una cabinovia che arrivi a scarsi 2.000 metri. Mentre a Campo Imperatore, per non andare lontano, si può. Realtà come Campo Giove, Campo Felice e Roccaraso, hanno potuto realizzare impianti e comprensori, ed oggi quelle realtà godono di un introito legato al turismo montano che soddisfa l’intera popolazione.

“Ma nelle nostre montagne, vedi Prati di Tivo e Prato Selva – sbotta D’Ignazio – si deve morire di fame! E addirittura nei bollettini ufficiali della neve, vergognosamente non vengono più citate. Forza Italia invita i cittadini alla mobilitazione contro la vergognosa scelta di vietare la cabinovia ai Prati di Tivo. Quello che è accaduto è un danno gravissimo nei confronti della montagna teramana. Dobbiamo schierarci anche con manifestazioni pacifiche contro chi vuole creare danni alla nostra economia. E’ vergognoso che nella nostra provincia non si possa fare mai nulla: siamo costretti a viaggiare su una seggiovia monoposto d’altri tempi. Basta! Lo sviluppo dell’intero comprensorio montano non può più essere impedito da un ambientalismo malinteso e dannoso”.

Non si è fatta attendere la nota di precisazioni del Commissario del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Stefano Allavena, secondo il quale “l’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga non intende fare crociate né guerre ma dialogare e collaborare attivamente, in particolare, in merito al progetto di sostituzione della seggiovia di Prati di Tivo con un impianto a cabine”.

Quella che viene presentata come una “bocciatura” senza riserve da parte del Parco, non sarebbe che uno dei passaggi nel delicato processo di ammodernamento ed adeguamento degli impianti di risalita delle stazioni sciistiche che insistono sul territorio dell’area protetta.

“Sul progetto in questione il Parco ha, infatti, nell’esercizio della propria missione istituzionale e nell’interesse collettivo, auspicato un legittimo approfondimento ed un riesame congiunto del progetto. Fin dalla sua istituzione, il Parco si è posto in un costante e sereno dialogo con le altre Istituzioni e, soprattutto, con gli Enti Locali, con l’obiettivo di creare le condizioni per un reale e sostenibile sviluppo delle aree montane, anche con sostegni economici importanti da parte dell’Ente stesso”.

In merito ai problemi di Prati di Tivo “l’Ente Parco ha ben presente l’opportunità di adeguare gli impianti esistenti, anche mediante intere sostituzioni, alle necessità di ordine tecnico e di sicurezza per gli utenti ma, naturalmente, nessuno può prescindere dal fatto che ci si trova ad operare in un’area di grande delicatezza, di rilevanza naturalistica prioritaria, non a caso inclusa in un Parco Nazionale e nella rete di aree protette di rilevanza europea (la cosiddetta Rete Natura 2000), ragioni, queste, che impongono di ponderare attentamente ogni intervento. L’Ente, pertanto, aderisce con piena convinzione al tavolo di discussione proposto dalla Provincia di Teramo, nell’auspicio che si possa addivenire, da parte di tutti, a quelle scelte che consentano, com’è primario interesse dell’Ente, la promozione delle giuste aspettative di sviluppo economico di chi nel Parco vive e lavora, nel rispetto della tutela dell’ambiente e della vigente normativa di settore”.

10/11/2007





        
  



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