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Cabinovia a Prati di Tivo: cavilli giuridici o politici contro l’economia del Teramano?

Teramo | La mobilitazione della Città di Teramo promessa da Forza Italia, non piace agli ambientalisti: “Occorre tutelare il Gran Sasso! Diciamo NO allo scempio ambientale". Cosa dicono i cittadini teramani.

di Nicola Facciolini

Esempi di cabinovia a otto posti

La nuova avveniristica cabinovia a otto posti di Prati di Tivo? Un vero dilemma per molti teramani perché la mobilitazione della Città di Teramo promessa e promossa da alcune forze politiche locali, non piace agli ambientalisti. Mentre i manifesti di Forza Italia tardano incredibilmente a fare la loro comparsa sul territorio comunale provinciale, si mobilitano, chiaramente in segno contrario, la Commissione tutela ambiente montano, il Comitato scientifico CAI Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Mountain Wilderness Abruzzo e WWF Abruzzo.

Si schierano contro una cabinovia a otto posti, chiaramente diversa da quella di Campo Imperatore (capace di trasportare fino 100 persone!), che dovrebbe essere installata a Prati di Tivo (Te) sul Gran Sasso d’Italia, in sostituzione della vecchia funivia mono-biposto esistente. La “polemica” sugli impianti sciistici ai Prati di Tivo non piace ai professionisti dell’ambiente. Come sempre molti degli interventi denotano una scarsa conoscenza della reale situazione, senza risparmiare alcuno. Basti pensare che gli ambientalisti configurano la recente decisione dell’Ente Parco di non concedere l’autorizzazione alla realizzazione di una cabinovia ad otto posti “come atto dovuto perché la legge stabilisce che nell’area interessata dal progetto non possono essere costruiti nuovi impianti a fune”.

Stiamo parlando di un impianto che dovrebbe arrivare a circa 2000 metri all’interno di un’area naturale protetta di valenza nazionale.
“In tali aree, la normativa vigente per le aree naturali protette prevede che non si possono realizzare nuovi impianti sciistici, ma solo procedere alla manutenzione degli esistenti”.

A Campo Imperatore, all’interno del Parco, perché è stato possibile farlo?
“Non si può parlare di manutenzione o di ammodernamento impiantistico se si vuole costruire una cabinovia ad otto posti – spiegano Carlo Iacovella (Commissione Tutela Ambiente Montano e Comitato Scientifico del Club Alpino Italiano Abruzzo), Giancarlo Pelagatti (Italia Nostra Abruzzo), Massimo Fraticelli (Mountain Wilderness Abruzzo) e Dante Caserta (WWF Abruzzo) – capace di trasportare 2200 persone ogni ora, dove esiste una seggiovia monoposto”.

Quindi, a meno di andare contro la stessa normativa di salvaguardia prevista dal decreto di istituzione dell’area naturale protetta, “l’Ente Parco non avrebbe potuto decidere diversamente”. Il Parco semmai avrebbe giustamente fatto presente che potrebbe essere autorizzata la sostituzione dell’impianto esistente con uno più moderno, ma sempre della medesima tipologia. Cavilli giuridici o politici contro l’economia del Teramano?"

Al contrario - scrivono gli esperti - la volontà di costruire una cabinovia ad otto posti fino alla Madonnina appare funzionale alla realizzazione della Pista del Lupo che, partendo da quota 2010 m, si vorrebbe sviluppare lungo la cresta dell’Arapietra e da qui, attraverso un bosco nel quale sono presenti piante secolari, verso la stazione di valle della cabinovia: il tutto con conseguente distruzione di circa 4 ettari di bosco e la riprofilatura del versante con realizzazione di scarpate alte oltre 10 m. Un vero e proprio scempio ambientale che la Gran Sasso Teramana SpA ha chiesto di realizzare, nonostante sappia perfettamente che non potrà mai essere autorizzato. La normativa vigente dovrebbe essere ben nota a chi gestisce la stazione sciistica e il riproporre continuamente progetti che devono essere necessariamente bocciati equivale a non voler far niente e ad alimentare polemiche sterili che non aiutano nessuno”.

E poi l’affondo: “del resto non è un caso che le polemiche partano costantemente da soggetti che hanno sempre dimostrato un’avversione al parco e che a suo tempo si opposero alla sua nascita”. Secondo gli ambientalisti ci sarebbe poi un ulteriore elemento di cui tenere conto.

“Contemporaneamente alla richiesta di realizzazione di questa cabinovia è partita la richiesta alla Regione di un ulteriore finanziamento dell’impianto, nonostante siano già stati investiti milioni di euro per i bacini sciistici del versante teramano del Gran Sasso. Ci troviamo di fronte ad un paradosso: un intervento imprenditoriale viene presentato come indispensabile per l’economia di un’intera provincia, ma necessita di finanziamenti pubblici perché nessuno è disposto ad investirci i propri soldi”.

Secondo i professionisti della tutela ambientale “ben venga quindi il tavolo di confronto sullo sviluppo del Gran Sasso, ma valuti anche quanti soldi pubblici sono stati spesi fino ad oggi per le stazioni sciistiche di Prati di Tivo e Prato Selva, come stanno i bilanci della società che li gestisce ed il ritorno economico di questi continui finanziamenti pubblici. O si preferisce continuare a fare gli imprenditori privati con i soldi pubblici?”.

Pro cabinovia si schiera Fabio, un teramano verace.

“Appartengo a quello sparuto gruppo di persone (avendo avuto mio padre come uno dei pionieri dello sci ai Prati di Tivo) che frequenta Prati di Tivo da sempre, almeno 40 anni. Ho vissuto la vita della stazione dai fasti degli anni 70-80 alla decadenza dei giorni nostri. Ho girato molte stazioni sciistiche in Italia, Francia e Abruzzo osservando come lo sviluppo e la conservazione ambientale siano andate di pari passo (almeno per molte). Le stesse stazioni abruzzesi, una su tutte Roccaraso, hanno avuto uno sviluppo costante in questi anni. Posso assicurare che nel comprensorio di Roccaraso hanno fatto veramente dei grossi cambiamenti che però non hanno incontrato un minimo di protesta da parte del Wwf o altri enti”.

Questo cosa potrebbe significare?
“La prima sicuramente (ma è una storia vecchia) è che Teramo conta come il 2 di picche in regione, la seconda che il Wwf e gli altri enti negli affari che riguardano il comprensorio aquilano non possono fiatare.

Si parla di interessi di pochi nella costruzione del nuovo impianto: cosa ne pensi? “Vorrei invece convincere i cittadini del contrario. Faccio questo esempio: se ci si reca in un qualsiasi giorno feriale (nel periodo invernale chiaramente e possibilmente con neve) a Roccaraso troverai file ovunque: alla biglietteria, al bar, alla scuola di sci”.

Cosa vuole dire ciò?
“Che se una stazione attrae turisti c'è benessere per tutti e non per pochi. Provate ad andare ai Prati in un giorno feriale. Forse troverete un solo impianto aperto ma non perchè la società vuole risparmiare ma semplicemente perchè ci saranno al massimo 10 persone”.

Dunque, sei favorevole alla cabinovia?
“Certamente, possiamo dire che lo sviluppo e la conservazione del territorio possono tranquillamente viaggiare insieme ma a patto che le varie entità politiche ambientaliste non intervengano solo per scopi personalistici: prova vivente Prati di Tivo”. Contro la cabinovia tuonano i contrari. “Bene – afferma Angelo – finalmente un'intervento chiaro e preciso da parte del Wwf, ed anche loro non è che lo facciano sempre. Giusto non dare la possibilità a lobby affaristiche di distruggere quel che rimane del Gran Sasso. E' giustissimo rinnovare gli impianti esistenti, ma non si capisce perchè si dovrebbe sostituire una seggiovia utile e poco impattante con un mostro di cabinovia per gli interessi di pochissimi!”.

13/11/2007





        
  



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Esempi di cabinovia a otto posti

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