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E' morto Ugo Pirro

San Benedetto del Tronto | Un sambenedettese adottivo, che si è sempre sentito tale. Fu comunista qui, tra i sambenedettesi comunisti di allora. Poi, prese la strada di Roma.

di Renato Novelli

Ieri a Roma è morto Ugo Pirro, sceneggiatore storico del cinema italiano. Ha legato il suo nome ad alcuni film storici.

"Il giardino di Finzi Contini" di Vittorio De Sica e "Il cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri. Due film che vinsero l'Oscar. Altri titoli famosi allora, di forte impegno civile: " A ciascuno il suo" e "Il giorno della civetta" tratti da romanzi di uno scrittore siciliano poco noto che si chiamava Leonardo Sciascia (che, proprio, con quei film diventò popolare tra i lettori di libreria) .

Come sceneggiatore aveva seguitoi filoni di denuncia sociale del cinema italiano e di ispirazione tardo neorealista. Aveva cominciato con "Achtung banditi" di Lizzani(1951), "Canzoni da tutta Italia di Paolella"(1955), "L'amore più bello" di Pellegrini(1957), "Cerasella"(1959) di Raffaele Materazzo, ispirato al titolo di una canzone di allegria napoletana, molto popolare che gli anziani di sicuro ricordano. Negli anni Sessanta continua a lavorare a film sociali e storici sempre con Lizzani,: "Il Gobbo"(1060), "Il processo di Verona"(1963), "Svegliati e uccidi(1966), "L'amante di Gramigna"(1969). Con l'americano Martin Ritt nel 1960 firma un film celebre "Jovanka e le altre".

Poi dal 1968 in poi, inizia il sodalizio con Elio Petri: cinema di denuncia, coniugata con la spettacolarità.Oltre ai titoli citati sopra, "La classe operaia va in Paradiso(1971), "La proprietà non è più un furto" con una giovane Maria Angela Melato. Le sale erano piene. Negli anni Settanta, altri film e due libri "Celluloide" che poi diventò un documentario su Roma città aperta, sempre con Lizzani, e una struggente storia sull'handicap, riferita al figlio. Aveva già scritto romanzi: "Le soldatesse" che diventò un film di Zurlini e "L'isola in terraferma" Questo titolo è la più bella definizione che sia mai stata inventata per San Benedetto.

"Il mio nome è Neutro Santini. Le idee di mio padre sono scritte nel nome che porto." Questo è l'incipit. E' la storia di antifascisti e partigiani della riviera. Pirro che si chiamava Ugo Mattone ha vissuto la sua giovinezza a San Benedetto, perchè suo padre era il capostazione.

Un sambenedettese adottivo, che si è sempre sentito tale. Fu comunista qui, tra i sambenedettesi comunisti di allora. Poi, prese la strada di Roma. Come Bizzarri e Lucio Battistrada di Ascoli. Tutti e tre a Cinecittà. Il libro di San Benedetto forse è invecchiato e può apparire retorico, ma quel titolo, interpretò ed interpreta lo strano sentimento di vivere in un "microcosmo particolare" che molti di noi avvertono, indipendentemente dalle idee e dalla condizione sociale, sia che battano ogni giorno il selciato del lungomare o la banchina del porto, sia che vivano lontano da qui.

Perché in una definizione Ugo Pirro ci ricorda che non siamo di certo "Lu paese più bille de lu monne", ma nemmeno il più normale.
Non faccio per vantarci.

19/01/2008





        
  



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