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Ex ospedale, azione giudiziaria del Comune contro l'Asur

Falerone | Dura presa di posizione del sindaco Bertuzzi.

"Citeremo in giudizio l'Azienda sanitaria unica regionale (Asur) per la mancata cessione al Comune dell'edificio ex ospedale, sito in centro storico a Falerone. Da oltre sette anni manifestiamo la volontà all'acquisto al fine di recuperare l'immobile e di destinarlo ad edilizia residenziale pubblica. Ma le lungaggini burocratiche e i tentennamenti dell'Asur ci hanno fatto perdere un finanziamento regionale, pari a 570mila euro. Le pratiche saranno affidate ai nostri legali!".

E' deciso e amareggiato il sindaco Massimo Bertuzzi: "Chiediamo giustizia". La vicenda ha visto numerosi colpi di scena, fino alla revoca del finanziamento. "Il 5 giugno 2000 - ricorda Bertuzzi - inviai una lettera all'Ausl di Fermo comunicando la volontà dell'amministrazione comunale ad acquistare l'ex ospedale: il progetto di recupero prevedeva la realizzazione di 10 alloggi popolari. Al tempo stesso richiedemmo un finanziamento regionale.

Dopo 5 mesi l'allora direttore generale dell'Ausl 11, Giovanni Caruso, firmò la delibera n. 1200 ad oggetto: ‘Edificio ex ospedale di Falerone. Alienazione al Comune di Falerone', subordinando la vendita dell'immobile alla concessione del nulla-osta regionale e alla concessione del contributo regionale. Il prezzo di vendita? Venne fissato in 928 milioni di lire, come da perizia del ministero delle Finanze, con destinazione della somma nelle opere di realizzazione dell'ospedale di Fermo (6° stralcio)".

Qui i primi intoppi: "Il progetto venne ammesso a finanziamento solo nel 2004 - va avanti il sindaco - con il Programma sperimentale di edilizia residenziale denominato ‘20.000 alloggi in affitto' per la somma di 570mila euro. Così nel gennaio 2005, inviai una raccomandata all'Asur e alla Zona Territoriale di Fermo manifestando la volontà di acquistare l'ex ospedale, comunicando l'ammissione al finanziamento e segnalando che la Regione aveva fissato il termine per l'inizio dei lavori di ristrutturazione al 28.11.2005, termine entro il quale doveva anche essere perfezionato il contratto di compravendita dell'immobile. Dopo tale lettera iniziarono anche i contatti telefonici, gli incontri e il copioso carteggio con la direttrice della Zona Territoriale 11 e con l'allora direttore generale dell'Asur, Antonio Aprile.

Qui comincia il... calvario. Ancora Bertuzzi: "Preoccupato per le lungaggini burocratiche, scrissi alla Regione manifestando l'impossibilità ad iniziare i lavori entro i termini. Ci venne concessa una proroga al 14 luglio 2006. Ma la situazione restava in fase di stallo: la nostra volontà di acquistare l'immobile cozzava con i silenzi dell'Asur. Così chiedemmo ulteriori 6 mesi, oltre a un incontro urgente tra le parti". E siamo al 2007. La Regione ‘allunga' la scadenza dell'inizio dei lavori al 31 maggio 2007.

"Una settimana prima della scadenza di quest'ultimo termine - spiega il sindaco di Falerone - inoltrai una raccomandata alla Regione, al direttore dell'Asur e alla direttore della Zona Territoriale sottolineando che, non essendo ancora stato perfezionato il contratto di compravendita, non era possibile per il Comune iniziare i lavori per realizzare i 10 alloggi di edilizia. E, in considerazione dei ritardi non dipendenti dal Comune, chiesi un'ulteriore proroga di un anno. Com'è andata a finire? Il 21 agosto scorso, la Regione ci informa dell'avvio della procedura di revoca del contributo, concedendo 30 giorni per memorie e osservazioni.

Cosa che facciamo, contestando la procedura in virtù delle nostre ripetute richieste inoltrate alla Regione e all'Asur, nelle quali è stata sempre confermata ed evidenziata la volontà del Comune di dare attuazione al programma di edilizia residenziale. Malgrado tutto, l'Asur prima e la Regione poi, non hanno ottemperato ai propri doveri, non consentendo al Comune di Falerone di dare attuazione a un importante intervento: il recupero dell'immobile avrebbe permesso a dieci famiglie di avere un alloggio a canone convenzionato, oltre a risolvere i problemi di un edificio molto vecchio che versa in condizioni di precarietà. Purtroppo non ci sono state ragioni: giorni fa il dirigente del Servizio edilizia pubblica della Regione ha emesso il decreto di revoca del contributo.

A questo punto, non c'è altra soluzione: fare ricorso al Tar avverso il provvedimento di revoca e contestualmente citare l'Asur per i danni; saranno le aule giudiziarie a dirimere la questione".

19/01/2008





        
  



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