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Il 27 Gennaio è la Giornata della Memoria della Shoah. Per non dimenticare l'Olocausto.

Teramo | Giornata della Memoria della Shoah: il coordinamento comunale e provinciale di Forza Italia di Teramo sottolinea l’importanza di organizzare su tutto il territorio provinciale di Teramo iniziative e cerimonie, anche in sede istituzionale.

di Nicola Facciolini

Con la legge 211 del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha riconosciuto il giorno 27 gennaio come “Giorno della Memoria”, che viene celebrato quest’anno per l’ottava volta, al fine di ricordare la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz (1945) e commemorare la Shoah, le leggi razziali, la deportazione, la prigionia e la morte di milioni di vittime innocenti, nonché tutti coloro che, pur in campi e schieramenti diversi, si opposero al progetto di sterminio, salvando altre vite e proteggendo i perseguitati anche a rischio della propria vita.

Il Coordinamento comunale e provinciale di Forza Italia di Teramo sottolineano l’importanza di organizzare su tutto il territorio provinciale di Teramo iniziative e cerimonie, anche in sede istituzionale: momenti comuni di riflessione per rammentare a tutti, ma soprattutto alle giovani generazioni, quanto accadde al popolo ebraico, perché simili tragedie non abbiano mai più a ripetersi.

Purtroppo la storia del Novecento ha registrato una serie di crimini contro la pace e contro l’umanità, da quelli perpetrati dal comunismo a quelli nazi-fascisti, entrambi regimi negatori di libertà e pace. E il terrorismo organizzato e la cultura della morte, sono oggi la minaccia costante alla pace universale nel terzo millennio. Le manifestazioni e gli incontri organizzati per commemorare la Shoah devono, quindi, coinvolgere i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.

Durante la cerimonia per l’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, nell’irreale scenario del campo sotto la neve, ricordiamo con sgomento la descrizione di Primo Levi, soprattutto il suo monito a considerare i “campi di distruzione come un sinistro segnale di pericolo”.

Essi, secondo Levi, sono alla fine di una catena che inizia con una convinzione che giace in fondo agli animi come una infezione latente: una convinzione più o meno consapevole secondo la quale “ogni straniero è nemico”. Una convinzione che, quando diventa idea fondante di un sistema di pensiero, ha nel lager la sua coerente ed estrema realizzazione.

La memoria non è un patrimonio cristallizzato, ma è quel filo che lega saldamente il passato al presente e al futuro, e lo condiziona. Ricordare il passato significa strapparlo all’oblio e tenerlo sempre come monito affinché gli errori commessi non si debbano ripetere, affinché lo “straniero”, il diverso non debba mai più essere odiato, affinché l’ignoranza ed il pregiudizio non conducano ancora all’intolleranza e all’odio. E’ stato proprio in fondo a questo percorso che milioni di esseri umani hanno trovato i campi di sterminio.

Non bisogna stancarsi di ripetere, soprattutto ai giovani, che tutti gli esseri umani sono uguali, la razza è una sola quella umana e che tutti hanno diritto al rispetto, alla dignità e alla libertà. La difesa di questi valori è un dovere di tutti e in particolare di chi ricopre incarichi di responsabilità nell’educare le nuove generazioni, affinché attraverso la consapevolezza delle proprie radici e la riflessione sul significato della propria esistenza possa essere sradicata dalle coscienze quell'infezione latente di cui parlava Primo Levi, e possa essere infine proclamata la vittoria del diritto della persona sulla sopraffazione e la vittoria della civiltà sulla barbarie.

27/01/2008





        
  



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